FONTANA L’ISTITUZIONALE CHE HA DETTO NO A SALVINI SUL CANDIDATO VANNACCI
Alla Camera dei deputati, finora, dopo un anno e mezzo di lavori narcotizzati, senza passione, senza antagonismo, pieni solo di stucchevole routine, la vera clamorosa sorpresa arriva dall’uomo che presiede l’aula: il leghista Lorenzo Fontana. Ora cerco di dirvi perché. Prima, però, è opportuno riprendere un po’ di ritagli. E farvi leggere come era stato presentato nei giorni roventi della sua nomina da cronisti che sanno fare i cronisti, e quindi davvero non c’era mezza riga fasulla nei loro identikit, con lui che veniva definito un filo putiniano, uno folgorato dal grande risveglio “religioso e cristiano” della Russia contemporanea. Euroscettico. E antiabortista. Amante della famiglia tradizionale, «anche perché quella arcobaleno non esiste». E poi una gioventù trascorsa tra umide sagrestie e la curva nera del Verona calcio. Più tre lauree: in Scienze Politiche, in Storia e in Filosofia all’Università pontificia San Tommaso d’Aquino Angelicum, dove continuava gli studi per prendersene una quarta. Vabbé, pensavamo in tanti: sarà una presidenza oscura, faziosa, esplosiva. Poi però arriva e, direi già dopo qualche settimana, cominciamo a capire che il tipo è molto diverso da come ce l’eravamo immaginato. Intanto: non esterna più. Cioè: fa l’esatto contrario del suo collega che guida il Senato, Ignazio La Russa, che parla e straparla su tutto, compreso gli scudetti rubati all’Inter. La principale preoccupazione di Fontana sembra invece quella di gestire l’aula con sapienza e saggezza, di proteggere i lavori da sciatterie e forzature. Il concetto è: Fontana appare molto istituzionale. E quindi, diciamolo, anche molto fico, molto giusto, in questo Paese dove un ministro (Lollobrigida) fa fermare un Freccia Rossa per scendere e un altro (Salvini) si trasforma in avvocato difensore del fratello della fidanzata, arrestato: «Tommaso Verdini? In gambissima». Salvini è anche il capo di Fontana. E qui la faccenda diventa fricicarella. Perché sapete quand’è che Fontana decide di infrangere, per mezzo secondo, il suo ferreo riserbo? Quando dice un no secco alla candidatura per le Europee del generale Vannacci, l’autore di quel famoso libro che ondeggia tra omofobia, negazionismo e razzismo. Ma che Salvini reputa decisivo per vincere le elezioni (sarà mica spaccata la Lega, eh?)
SUPER CATTOLICO E TRADIZIONALISTA HA GESTITO MONTECITORIO CON EQUILIBRIO