LE STORIE DEI RAGAZZI PORTANO ALL’ESTERO UN’ITALIA TUTTA NUOVA
Amatissime e non solo in patria. Le serie tv italiane escono dai confini e raccolgono consensi. Non è solo merito delle piattaforme e della loro distribuzione nei mitologici «190 Paesi», tormentone del film Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti.
La serialità di casa nostra intercetta un pubblico eterogeneo per età, provenienza e interessi, riesce a restituire sia il racconto del patrimonio storico e culturale, sia quello della contemporaneità. Skam è un esempio, l’originale nasce in Norvegia nel 2015 da un’idea della regista e sceneggiatrice Julie Andeem, ai tempi trentenne. Il format, che nella versione originale prevede solo quattro stagioni, viene venduto in Francia, Germania, Stati Uniti, Olanda e Belgio. In Italia lo adotta Ludovico Bessegato che dirige e scrive la prima, seconda e quarta stagione; nella terza passa la cinepresa a Ludovico Di Martino, nella quinta e nella sesta a Tiziano Russo. La serie è prodotta da Cross Productions e trasmessa prima su TimVision e poi su Netflix. Partita in sordina, diventa un successo non solo per adolescenti. La versione italiana non è ufficialmente disponibile in altri Paesi, ma su Youtube si trovano episodi commentati da fan di tutto il mondo. Nel 2020, la quarta stagione, dedicata
Il regista di Skam Tiziano Russo: «Raccontiamo Roma, le famiglie, con un approccio quasi da documentario»
MICOL SARFATTI
al personaggio di Sana, è stata una delle fiction più viste della classifica di Tv Time, piattaforma di monitoraggio per film e serie tv, stabilendo un primato italiano. Sono fenomeni utili per capire l’indice di gradimento internazionale, poiché le grandi piattaforme non rilasciano dati ufficiali sulle visualizzazioni, oltre le singole classifiche di ogni Paese.
«Lavorare a una serie amata come Skam è stata una bella sfida», racconta Tiziano Russo, al timone della stagione in uscita il 19 gennaio, con protagonista Nicole Rossi, «Devi rispettare un linguaggio già consolidato, aggiungendo il tuo sguardo. Mi ha aiutato molto lo scambio con gli attori giovani e bravi e poi il divertimento. In questo lavoro è fondamentale». «Credo che il segreto del successo di Skam, nella versione italiana e in quelle internazionali, sia l’aver messo in scena una dialettica tra generazioni molto credibile e calata nella realtà di ogni Paese», prosegue Russo. «Noi raccontiamo Roma, il nostro sistema scolastico, le nostre dinamiche familiari. Io poi, personalmente, ho un approccio quasi documentaristico alla regia».
Altra serie teen, sempre firmata da Ludovico Bessegato e Alice Urciuolo e
prodotta da Cross Productions, è Prisma (2022), affresco su un gruppo di ragazzi di Latina, affronta, tra gli altri, i temi dell’identità di genere e della disabilità. È disponibile su Amazon Prime in 240 Paesi e territori e c’è grande attesa per la seconda stagione.
TRA LETTERATURA E CRIME
I fan scalpitano anche per Storia della bambina perduta, quarto e ultimo capitolo de L’amica geniale, tratta dalla tetralogia best seller di Elena Ferrante. Una monumentale produzione di Wildside, The Apartament e Fandango, a cui collaborano Rai, TimVision e Hbo, che ha mantenuto la promessa – ambiziosa– di non deludere i milioni di appassionati dei romanzi. Alla Ferrante Fever letteraria è riuscita a far seguito quella televisiva, che ha rafforzato la fascinazione internazionale per Napoli, teatro delle vicende delle due amiche protagoniste. La serie ha lanciato Gaia Girace e Margherita Mazzucco, rispettivamente Lila e Lenù. La regia delle prime due stagioni è di Francesco Costanzo e Alice Rohrwacher, la terza è firmata da Daniele Luchetti, la quarta toccherà a Laura Bispuri. Tra gli sceneggiatori, oltre alla stessa Ferrante, il premio Strega Francesco Piccolo. L’amica geniale è stata venduta in 130 paesi, inclusi Stati Uniti, locomotiva del successo mondiale, e Cina, dove è diventata oggetto di una mostra.
Il commissario Montalbano è un altro caso di successo letterario-televisivo da esportazione. La fiction Rai,trasmessa per 15 stagioni dal 1999 al 2021, tratta dai romanzi di Andrea Camilleri e interpretata da Luca Zingaretti è stata amata in oltre 30 Paesi. Nel Regno Unito è diventata un cult: tra i programmi più visti in assoluto nel 2016, ha ricevuto recensioni da The Guardian e Times. Ogni anno migliaia di turisti e inglesi e americani affollano le strade di Scicli e Punta Secca (Ragusa), nella serie Vigata e Marinella, per mettersi sulle tracce del commissario. Il crime va forte con Gomorra, tratta dal romanzo di Roberto Saviano, prodotta da Sky e Cattleya, distribuita in 190 Paesi e territori. Il New York Times l’ha inserita tra le migliori serie.
«Anche The bad guy - racconto di un magistrato antimafia interpretato da Luigi Lo Cascio, diretto da Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi e distribuito da Amazon Prime - ha avuto successo all’estero», aggiunge Russo, «È un caso interessante perché si inserisce nel racconto, consolidato, Mafia-Antimafia, ma con tratti di originalità. Uno dei punti di forza della serialità italiana attuale è proprio la capacità di rinnovare e rendere contemporaneo un immaginario già amato all’estero. Altro esempio è The White Lotus , non è un prodotto italiano, ma è ambientato a Taormina e ha giocato un ottimo assist alla nostra narrativa».
Tra le serie d’autore vale la pena citare The Young Pope, diretta da Paolo Sorrentino, nel cast Jude Law e Diane Keaton. Altri grandi attori, come Dustin Hoffman e Richard Madden, si sono visti ne I Medici, produzione anglo italiana, trasmessa da Rai1 tra il 2016 e il 2019, racconta l’ascesa della famiglia fiorentina durante il Rinascimento. Le, non poche, critiche per le inesattezze storiche non ne hanno impedito il successo internazionale, soprattutto in Francia, Belgio, Russia e Polonia, e il record di ascolti e interazioni social in Italia.
L’ultimo, in ordine di tempo, fiore all’occhiello della nostra Tv è Mare fuori, storia di un gruppo di ragazzi detenuti in un carcere minorile a Napoli targata Rai. In Italia è diventata un fenomeno ed è il contenuto più visto di sempre su RaiPlay. È stata distribuita in Francia, Spagna, Germania, Scandinavia, Israele, Stati Uniti, Canada e America Latina.
«È un buon momento per le serie italiane, ma è un percorso iniziato da un decennio. Oggi ci rivolgiamo a un pubblico trasversale», osserva Tiziano Russo. «È cresciuta la possibilità di sperimentare e di proporre storie, che riescono a unire uno sguardo nuovo sulla nostra tradizione, sociale o letteraria, con le ispirazioni che arrivano dal resto del mondo».