Corriere della Sera - Sette

LA VIA NATURALE DEI BRANDOLINI A VISTORTA

Due novità, Bianca e Brando, nella tenuta di Sacile

- DI LUCIANO FERRARO

La sua è una famiglia di guerrieri che ha difeso per secoli i confini della Repubblica Serenissim­a. A differenza degli avi, Brandino Brandolini (nell’illustrazi­one qui sotto) non ha un temperamen­to bellico, è un pacato signore che si dedica alla sperimenta­zione in cantina. A Vistorta, borgo nella campagna friulana, a Sacile. La tenuta è sempre stata anche la residenza extra lagunare della famiglia, dal 1400. «Credo fortemente nei nuovi vini di nicchia, con lunghe fermentazi­oni, come abbiamo imparato da Josko Gravner in poi, poche migliaia di bottiglie destinate ad aumentare», spiega Brandolini. Il vino bandiera di Vistorta è il Merlot, potente e setoso.

Con il Merlot è iniziata l’ultima svolta della tenuta, negli Anni 80, quando Brandino, dopo la laurea in Texas e il lavoro a Bordeaux (Château Greysac) intuì che bisognava puntare su quel vitigno. La stessa scelta era stata fatta da Guido Brandolini nei primi del Novecento dopo la strage della fillossera. Brandino Brandolini chiamò a Vistorta (nel frattempo restaurata grazie allo scenografo Renzo Mongiardin­o e all’architetto paesaggist­a Russell Page) l’enologo Georges Pauli dai Domaine Cordier. Ora il vigneto, tra uve rosse e bianche, si estende per 40 ettari, nei 220 della tenuta. Due i nuovi vini, Bianca e Brando, entrambi sul mercato con l’annata 2018. Lunghe macerazion­i per più di 6 mesi, fermentazi­one spontanee, barrique di rovere e anfore. «Tutto all’insegna della naturalità e dell’intervento minimo in cantina», dice Brandolini. Il Bianca è un Friulano dal colore marcato («Ma non un orange wine»), intenso e preciso nei profumi e nel gusto. Il Brando è un Merlot in purezza, di grande freschezza e bevibilità.

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