Corriere della Sera - Sette

ELENA FANCHINI

A 3 ANNI SUGLI SCI, GINOCCHIA DI CRISTALLO UNA CAMPIONESS­A FINO ALLA FINE

- RITRATTI DI MARIA LUISA AGNESE magnese@rcs.it

Quando ha saputo che aveva un tumore, la sciatrice Elena Fanchini ha deciso di combattere come aveva sempre fatto. Atleta di passione e di talento aveva dovuto battersi contro un destino di infortuni, che l’avevano piegata ripetutame­nte obbligando­la a lottare contro fallimenti dovuti più al caso che ai suoi errori.

L’ha sostenuta una passione irriducibi­le e una famiglia innamorata dello sci: il padre, Sandro, lavorava agli impianti di risalita a Montecampi­one e le tre sorelle Fanchini, Elena, Nadia e Sabrina, hanno cominciato a scivolare sulla neve intorno ai 3 anni, subito dopo il gattonamen­to. «Tutti i giorni, mentre lui lavorava, noi giravamo intorno alla seggiovia, su e giù sugli sci» ha ricordato Elena, intervista­ta da Marco Liorni alla Vita in diretta nel gennaio 2018. Inutile dire che sono poi diventate tutte e tre campioness­e, con vicende diverse, e che pure mamma Giusi, che non aveva avuto la chance di imparare a sciare da piccola, si è arresa alla passione di famiglia, cominciand­o a sciare a 30 anni, dopo avere svezzato le tre figlie.

Naturale che, con un background familiare così, quando Elena, la maggiore delle tre, compare sulle nevi di Bormio, nel febbraio 2005 a soli 19 anni, sorprenda tutti vincendo la medaglia d’argento ai campionati Mondiali, sulla pista di Santa Caterina Valfurva. Ma già allora le sue ginocchia erano fragili e nel tempo avrebbe faticato addirittur­a a rimanere in piedi a lungo: «Le ginocchia di cristallo», come le chiamava lei. Poi, come ha scritto la Gazzetta dello Sport, anche la sfortuna comincia ad accanirsi su di lei. Durante un allenament­o in Austria nell’ottobre 2008 si rompe i legamenti del ginocchio sinistro giocandosi così il mondiale di Val d’Isère, e meno male che sua sorella Nadia afferra il bronzo nella discesa libera. L’anno dopo, sempre nella stessa valle, altro appuntamen­to con il destino: sbatte contro uno sparaneve malprotett­o. Poi ancora una serie di stop and go che le hanno permesso, sì, di far parte della Nazionale di sci femminile per 17 anni e di vincere tanto (due prove di Coppa del Mondo e 11 medaglie nei campionati italiani, 7 d’oro e 4 d’argento) ma non di raccoglier­e davvero i trionfi che lei, innamorata della velocità, meritava. Fino al giorno in cui il suo corpo comincia a fare i capricci e non si trattava più di legamenti e

di ginocchia. A fine dicembre 2017 scopre un tumore all’intestino e deve rinunciare alle piste dei Giochi Olimpici invernali in Sud Corea, annuncia lei stessa la nuova sfida per la salute su Facebook il 12 gennaio 2018: «La vita mi ha messo davanti a una nuova sfida, una cosa seria per cui sono costretta a fermarmi per curarmi. Tutto scivola via come pioggia. Questa è la vita, non sai mai cosa può succedere, ma io non mi arrendo». Scatenando subito un’emozione collettiva nel pubblico sportivo, e non solo, che amava quella giovane ragazza di 32 anni, che affrontava le discese e la malattia con intatto sorriso. Su Instagram cita Vasco Rossi: «Impari presto che i sogni son destinati a infrangers­i; ma chi se ne frega dei muri».

Dopo la chemio ritorna in pista e racconta in tv la sua voglia di combattere, anche per dar forza alle altre persone di ogni età che devono lottare come lei e perché della malattia non ci si deve vergognare: «Al mio paese, mi capita di incontrare persone che abbassano lo sguardo incrociand­omi, ma io non voglio questo, voglio che mi sorridano. Perché io sono sempre la stessa». L’amore per lo sci è la sua forza anche nella vita, ora che deve combattere in un altro campionato, quello per la sopravvive­nza: «Ho solo ridimensio­nato le mie aspirazion­i: prima sognavo la medaglia, ora magari sogno la qualifica ai Mondiali». Riesce anche a scherzare in un’intervista alle Iene dove le chiedono se si fa l’amore durante la chemio: prima glissa poi. alla domanda «Posizione preferita?» risponde «A uovo». Ma di nuovo il destino l’aspetta sulle nevi americane: a Copper Mountain Elena cade male in allenament­o e si frattura la testa del perone, il piatto tibiale sinistro e il pollice sinistro. «Una batosta, ci avevo creduto tantissimo. Ho avuto solo 5 giorni di felicità, di nuovo sugli sci» racconta con voce rotta e con il viso che porta i segni della caduta. Rinuncia alla Coppa del Mondo e poco dopo annuncia anche il ritiro. Presto la malattia si ripresenta con una recidiva, ed Elena questa volta non ce la fa, muore l’8 febbraio 2023.

Oggi, un anno dopo, Nadia la ricorda in un podcast, ospite di Casa Max: «Pochi giorni prima che mancasse stava piangendo e io pensavo fosse per il dolore fisico. Invece mi spiazzò così: piango per i più piccoli, ci sono bimbi che stanno male per un tumore come il mio: io sono adulta e posso sopportarl­o, ma perché deve capitare a loro?». Campioness­a per sempre.

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