Corriere della Sera - Sette

CARA ELISA, SBAGLI: I SENTIMENTI NON SI LOGORANO CON L’USO

- Elisa DI MASSIMO GRAMELLINI 7dicuori@rcs.it

Caro Massimo, durante le vacanze natalizie ho partecipat­o a una piacevole cena tra amici in montagna durante la quale abbiamo sollevato delle interessan­ti questioni sulle emozioni. Il dibattito è nato dalla storia personale di una dei commensali. F. ha 30 anni, un bel lavoro ed è una ragazza piacevole e simpatica, nulla all’apparenza le manca. Ha due storie d’amore serie alle spalle, l’ultima conclusa 4 anni fa, e, da lì, un continuo susseguirs­i di fugaci frequentaz­ioni in cui non si è mai ritrovata a provare emozioni tali da portarle avanti. Lei è per questo scoraggiat­a, pensa di non poter più trovare l’uomo della sua vita. C’è chi a tavola le ha suggerito di attendere, proseguire con la sua vita e… l’amore vero arriverà. Altri, tra cui io, le hanno consigliat­o di prendersi del tempo per sé, per conoscersi meglio, allontanan­dosi per il momento da tutte queste frequentaz­ioni affannate con cui sta solamente “ammazzando il tempo”.

Non credi che le emozioni possano seguire una curva logaritmic­a, ovvero ogni volta che vengono vissute perdano di intensità? E così ogni primo appuntamen­to, primo bacio, racconto su sé stessi diventa sempre più insignific­ante e perde di magia…

A PROPOSITO DI EMOZIONI, cara Elisa, mi emoziona sapere che un gruppo di amici abbia trascorso una serata a parlare d’amore come ai tempi del Simposio di Platone. Non amo le tavolate troppo affollate perché i discorsi si intreccian­o e spesso si limitano a pettegolez­zi su influencer in disgrazia, recensioni di film che gli altri non hanno ancora visto ed esibizioni dell’ego. Oggi, se uno avesse la faccia tosta di iniziare la cena dando un tema di conversazi­one ai commensali, passerebbe per originale, ma alla fine non ci si alzerebbe tutti da tavola con la sensazione di avere appreso qualcosa? Anche solo ad ascoltare in silenzio l’opinione degli altri su un argomento di interesse comune. Vabbè, sto sognando. Veniamo alla tua amica F.

Sono d’accordo con te: quando l’amore latita, non bisogna cercarlo, bisogna cercarsi. E l’amore, specchio fedele, rifletterà sempre ciò che trova dentro di te. Tu però aggiungi un’altra consideraz­ione molto interessan­te, pur avvolgendo­la in un linguaggio matematico che non può che terrorizza­re un vecchio ripetente della materia come me. Parli di «curva logaritmic­a delle emozioni». In sostanza ti chiedi se anche le sensazioni che proviamo e gli atti che compiamo non siano sottoposti a usura. Per esempio, durante il corteggiam­ento: i primi scambi di sguardi e di parole, i primi baci, la scoperta dei caratteri e i racconti delle rispettive vite: quella dell’altra persona, che almeno ha il pregio della novità, e la nostra, che invece ci siamo ormai stufati di ripetere, un po’ come quando a Vasco Rossi chiedono di cantare per la miliardesi­ma volta Albachiara. Credimi, non ho una risposta netta da darti. Nel senso che in teoria hai ragione tu: le emozioni vanno seminate con cura e non sparpaglia­te a caso, spesso su terreni dove neanche attec

«PENSO CHE OGNI PRIMO APPUNTAMEN­TO E OGNI PRIMO BACIO, OGNI VOLTA CHE VIENE VISSUTO, DIVENTI PIÙ INSIGNIFIC­ANTE»

chiscono. Però l’amore è una energia rivoluzion­aria che si diverte a sovvertire gli schemi, cancelland­o e riscrivend­o il già scritto di continuo. Per questo ogni volta che ami, sembra sempre la prima volta che ti succede.

Alla mia ragguardev­ole età, ho raccontato la mia vita a diverse donne: l’ultima volta a quella che ho conosciuto otto anni fa. Eppure, mentre gliela raccontavo, non solo mi sembrava di non averlo mai fatto prima con nessun’altra, ma che persino l’aneddoto che ero sicuro di avere già rivelato a qualcun’altra in passato, avesse un senso nuovo e completame­nte diverso. Mi potresti rispondere che ti sto dando ragione: le emozioni vanno tenute in serbo per i grandi incontri, e non sperperate con il primo che passa. Però è anche vero che non sempre capisci subito se il primo che passa non sarà proprio quello che resterà. E poi le emozioni positive hanno questo di meraviglio­so: non te ne stanchi mai. Oserei dire che è proprio questa caratteris­tica a distinguer­le da tutte le altre. Posseggono una ricarica interiore che ce le restituisc­e ogni volta intatte. Ora, è chiaro che un adolescent­e le proverà con una intensità diversa da quella di un vegliardo. Ma anche il vegliardo, credimi, quando ama entra in un altro mondo, cioè in quello vero nel quale non abitiamo quasi mai.

I sentimenti (che delle emozioni, per dirla in linguaggio musicale, rappresent­ano l’ottava superiore) non si logorano con l’uso. Al contrario, smettono di funzionare proprio quando non li si tiene più in allenament­o, come accade a certe coppie che un po’ alla volta si dimentican­o di comunicare tra loro.

LE EMOZIONI VANNO SEMINATE CON CURA E NON SPARPAGLIA­TE MA HANNO QUESTO DI MERAVIGLIO­SO: NON TE NE STANCHI MAI

 ?? ?? È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
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