CARA ELISA, SBAGLI: I SENTIMENTI NON SI LOGORANO CON L’USO
Caro Massimo, durante le vacanze natalizie ho partecipato a una piacevole cena tra amici in montagna durante la quale abbiamo sollevato delle interessanti questioni sulle emozioni. Il dibattito è nato dalla storia personale di una dei commensali. F. ha 30 anni, un bel lavoro ed è una ragazza piacevole e simpatica, nulla all’apparenza le manca. Ha due storie d’amore serie alle spalle, l’ultima conclusa 4 anni fa, e, da lì, un continuo susseguirsi di fugaci frequentazioni in cui non si è mai ritrovata a provare emozioni tali da portarle avanti. Lei è per questo scoraggiata, pensa di non poter più trovare l’uomo della sua vita. C’è chi a tavola le ha suggerito di attendere, proseguire con la sua vita e… l’amore vero arriverà. Altri, tra cui io, le hanno consigliato di prendersi del tempo per sé, per conoscersi meglio, allontanandosi per il momento da tutte queste frequentazioni affannate con cui sta solamente “ammazzando il tempo”.
Non credi che le emozioni possano seguire una curva logaritmica, ovvero ogni volta che vengono vissute perdano di intensità? E così ogni primo appuntamento, primo bacio, racconto su sé stessi diventa sempre più insignificante e perde di magia…
A PROPOSITO DI EMOZIONI, cara Elisa, mi emoziona sapere che un gruppo di amici abbia trascorso una serata a parlare d’amore come ai tempi del Simposio di Platone. Non amo le tavolate troppo affollate perché i discorsi si intrecciano e spesso si limitano a pettegolezzi su influencer in disgrazia, recensioni di film che gli altri non hanno ancora visto ed esibizioni dell’ego. Oggi, se uno avesse la faccia tosta di iniziare la cena dando un tema di conversazione ai commensali, passerebbe per originale, ma alla fine non ci si alzerebbe tutti da tavola con la sensazione di avere appreso qualcosa? Anche solo ad ascoltare in silenzio l’opinione degli altri su un argomento di interesse comune. Vabbè, sto sognando. Veniamo alla tua amica F.
Sono d’accordo con te: quando l’amore latita, non bisogna cercarlo, bisogna cercarsi. E l’amore, specchio fedele, rifletterà sempre ciò che trova dentro di te. Tu però aggiungi un’altra considerazione molto interessante, pur avvolgendola in un linguaggio matematico che non può che terrorizzare un vecchio ripetente della materia come me. Parli di «curva logaritmica delle emozioni». In sostanza ti chiedi se anche le sensazioni che proviamo e gli atti che compiamo non siano sottoposti a usura. Per esempio, durante il corteggiamento: i primi scambi di sguardi e di parole, i primi baci, la scoperta dei caratteri e i racconti delle rispettive vite: quella dell’altra persona, che almeno ha il pregio della novità, e la nostra, che invece ci siamo ormai stufati di ripetere, un po’ come quando a Vasco Rossi chiedono di cantare per la miliardesima volta Albachiara. Credimi, non ho una risposta netta da darti. Nel senso che in teoria hai ragione tu: le emozioni vanno seminate con cura e non sparpagliate a caso, spesso su terreni dove neanche attec
«PENSO CHE OGNI PRIMO APPUNTAMENTO E OGNI PRIMO BACIO, OGNI VOLTA CHE VIENE VISSUTO, DIVENTI PIÙ INSIGNIFICANTE»
chiscono. Però l’amore è una energia rivoluzionaria che si diverte a sovvertire gli schemi, cancellando e riscrivendo il già scritto di continuo. Per questo ogni volta che ami, sembra sempre la prima volta che ti succede.
Alla mia ragguardevole età, ho raccontato la mia vita a diverse donne: l’ultima volta a quella che ho conosciuto otto anni fa. Eppure, mentre gliela raccontavo, non solo mi sembrava di non averlo mai fatto prima con nessun’altra, ma che persino l’aneddoto che ero sicuro di avere già rivelato a qualcun’altra in passato, avesse un senso nuovo e completamente diverso. Mi potresti rispondere che ti sto dando ragione: le emozioni vanno tenute in serbo per i grandi incontri, e non sperperate con il primo che passa. Però è anche vero che non sempre capisci subito se il primo che passa non sarà proprio quello che resterà. E poi le emozioni positive hanno questo di meraviglioso: non te ne stanchi mai. Oserei dire che è proprio questa caratteristica a distinguerle da tutte le altre. Posseggono una ricarica interiore che ce le restituisce ogni volta intatte. Ora, è chiaro che un adolescente le proverà con una intensità diversa da quella di un vegliardo. Ma anche il vegliardo, credimi, quando ama entra in un altro mondo, cioè in quello vero nel quale non abitiamo quasi mai.
I sentimenti (che delle emozioni, per dirla in linguaggio musicale, rappresentano l’ottava superiore) non si logorano con l’uso. Al contrario, smettono di funzionare proprio quando non li si tiene più in allenamento, come accade a certe coppie che un po’ alla volta si dimenticano di comunicare tra loro.
LE EMOZIONI VANNO SEMINATE CON CURA E NON SPARPAGLIATE MA HANNO QUESTO DI MERAVIGLIOSO: NON TE NE STANCHI MAI