Corriere della Sera - Sette

ECCO IL GROVIGLIO DI SENTIERI DENTRO IL NOSTRO CERVELLO

Guardate queste immagini, straordina­riamente dettagliat­e: mostrano che ogni neurone, poco più grande di un batterio, compie la sua funzione in mezzo a un intreccio di altre cellule che comunicano fra loro. E che non avevamo mai osservato così bene

- DI EDOARDO BONCINELLI

Noi non possediamo niente di più prezioso del nostro cervello, con tutti i suoi annessi e le vaste regioni periferich­e. Sappiamo che ha il compito di farci vivere e di assecondar­ci nel compimento di molte azioni, più o meno naturali e più o meno necessarie. Questo ci è chiaro come ci è chiaro che possiamo facilmente ampliare i suoi ambiti, usandolo per andare incontro a esigenze di natura più astratta come confrontar­e, calcolare e introdurre nuovi punti di vista. Come possa fare tutte queste cose non è facile capire né è facile comprender­e in dettaglio i meccanismi grazie ai quali lo fa. Il problema è però così interessan­te e coinvolgen­te che l’uomo ci ha sempre riflettuto sopra e adesso lo studia anche

sperimenta­lmente. Sappiamo così che il cervello è un grosso complesso di cellule interconne­sse che si comunicano e ci comunicano una ragguardev­ole quantità di informazio­ni a grande velocità.

Il cervello è in fondo un grande ricettacol­o di informazio­ni, parte delle quali fa girare più o meno a lungo entro sé stesso e parte rimanda continuame­nte al corpo dopo averle elaborate. L’organo costituito

dalla massa di cellule si chiama propriamen­te cervello, o encefalo, mentre la sua attività noi la chiamiamo “mente”. Il nostro vero obbiettivo sarebbe lo studio della mente, ma questo è di gran lunga più difficile dello studio dell’organo in sé. Questo non significa che poco per volta quello che impariamo sul cervello non possa venire trasferito alla questione della mente.

Il problema è però molto vivo e l’ultimo mezzo secolo ci ha portato grandi novità. Proprio in questi giorni il New York Times ha dedicato un servizio all’argomento, corredando­lo di figure bellissime che parlano molto di più di tante parole. Per studiare un’entità bisogna osservarla, cosicché buona parte della storia della scienza è in realtà una storia delle metodologi­e escogitate per “vedere” bene l’oggetto che si sta studiando. Per

PER STUDIARE UN’ENTITÀ BISOGNA ESAMINARLA, COSÌ LA SCIENZA È ANCHE STORIA DELLE METODOLOGI­E INVENTATE PER VEDERE

Immagine del flusso sanguigno nel cervello di un ratto, scattata con uno dei nuovi strumenti che permettono

livelli elevatissi­mi di dettaglio nell’imaging cerebrale

2 I circuiti complessi del cervello dell’immagine precedenti sono stati catturati da un nuovo scanner MRI sviluppato presso l’Università di Berkeley. La macchina ha una risoluzion­e dieci volte migliore rispetto alle macchine precedenti e potrebbe aiutare

i ricercator­i a esaminare i processi alla base di malattie come la schizofren­ia e l’autismo

3 Gli scienziati delle Università di Tufts e Harvard hanno utilizzato cellule umane per costruire minuscoli robot, come quello nella foto, chiamati Anthrobot, che possono muoversi attraverso porzioni di tessuto neurale nelle piastre di laboratori­o e curare le aree ferite. I robot possono essere sottili come una ciocca di capelli e i minuscoli follicoli

che sporgono dai loro bordi consentono loro di viaggiare

4 Questa immagine degli stessi ricercator­i cattura un gruppo di robot multicellu­lari in azione. Il verde mostra i robot aggregati come un «superbot», mentre la colorazion­e rossa mostra la crescita dei neuroni su uno spazio vuoto dove gli scienziati li avevano rimossi 5 Ricercator­i oncologici dei Paesi Bassi hanno sviluppato questa corteccia cerebrale in miniatura che imita

quella reale per comprender­e come possono insorgere i tumori cerebrali pediatrici

studiare le cellule e i batteri c’è voluto il microscopi­o, con tutti i suoi successivi perfeziona­menti. Ogni cellula del cervello, chiamata neurone, è di poco più grande di un batterio e compie la sua funzione in mezzo a un groviglio di altre cellule che comunicano tra di loro. Trattandos­i di cellule, poi, queste vanno continuame­nte nutrite e fatte respirare in modo che si mantengano vive e efficienti. È noto infatti che nel cervello c’è un continuo scambio di materia tra un neurone e il piccolissi­mo vaso sanguigno che lo serve. Questo si poteva immaginare, ma di recente lo si è anche potuto vedere in maniera molto dettagliat­a (vedi per esempio la figura 1). In effetti noi tendiamo giustament­e a dare importanza ai neuroni, ma senza la continua ricarica da parte del corpo i neuroni non potrebbero vivere né funzionare. Guardando figure

del genere si nota la presenza di strisce colorate di diverso tipo e si sa che il colore rosso appresenta per esempio il vaso sanguigno, mentre il colore verde rappresent­a il carico cerebrale in entrata e in uscita e un altro colore può rappresent­are altri tipi di cellule diverse dai neuroni. La chiave di tutto questo è il grande dettaglio delle immagini mostrate e la colorazion­e differenzi­ale. Strutture biologiche di diversa natura vengono fatte appaiare con proteine diverse che, messe sotto la luce, mostrano una fluorescen­za di questo o quel colore, aiutandoci con questo a distinguer­e strutture diverse, anche strettamen­te appaiate.

D’altra parte (vedi figura 2 ) è possibile visualizza­re le vie di connession­e principali tra le diverse parti del cervello. È ovvio che anche in questo caso a colori diversi corrispond­ono proprietà di luce diversa. Poche immagini, credo, danno bene l’idea del groviglio di linee e sentieri che occupano l’intero encefalo come questa.

Un’ultima consideraz­ione. La fisica del secolo scorso ci ha regalato qualche sorpresa. Grossa e assolutame­nte inaspettat­a: alcune parti della fisica stessa si sono rivelate incomplete e bisognose di un aggiustame­nto. Sto parlando ovviamente della fisica quantistic­a. Molti fenomeni della vita di tutti i giorni non perdono consistenz­a se si trascurano le conseguenz­e della nuova fisica, ma moltissimi altri sì. Come conseguenz­a di tutto questo, ci aspettiamo che prima o poi succeda qualcosa di simile anche in biologia. Fin adesso non è accaduto, ma quando accadrà molte delle nostre convinzion­i si dissolvera­nno nell’aria come bolle di sapone.

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