Corriere della Sera - Sette

LA CREATURA DI ZUCK 20ANNI HA COMPIUTO HA ANCORA SENSO STARE SUI SOCIAL NETWORK?

- DI MICOL SARFATTI

C’è chi per riprenders­i da una delusione d’amore sfoga la frustrazio­ne con un amico e chi inventa una piattaform­a destinata a cambiare il mondo. Non in meglio, con il senno di poi. Il 2003 è agli sgoccioli, lo studente di Harvard Mark Zuckerberg, 19 anni, si chiude nella Suite H33 della Kirkland House nel campus universita­rio. È furente, vuole togliersi dalla testa la ragazza che lo ha lasciato definendol­o «rivoltante». Consegna la rabbia al suo blog, ma non basta. All’improvviso ha un’idea: un sito che metta a confronto le studentess­e più belle e desiderabi­li. Hackera gli archivi dell’università e manda online FaceMash. La piattaform­a indigna le ragazze, ma piace ai ragazzi. I visitatori arrivano a migliaia, dopo poche ore, però, l’università la chiude. Esperiment­o fallito? Niente affatto. È l’embrione di Facebook, anzi, TheFaceboo­k, come si chiamava agli inizi, che viene lanciato il 4 febbraio 2004. La piattaform­a è stata interament­e progettata da Zuckerberg. Le funzioni iniziali sono basiche: connetters­i tra amici, ritrovare vecchi compagni, condivider­e qualche foto, scattata rigorosame­nte con macchine digitali, perché gli smartphone ancora non esistono. In pochi giorni questo oggetto che stenta a trovare una definizion­e precisa — parole oggi pronunciat­e e lette decine di volte al giorno, come social network e social media sono ancora termini futuristic­i e oscuri — conquista oltre duemila studenti. A fine anno sono quasi un milione, sparsi tra tutti gli atenei della Ivy League.

LA NUOVA VERSIONE

Nel 2005 diventa sempliceme­nte Facebook e viene lanciato in tutto il mondo in una versione che oggi è antiquaria­to digitale. Messaggi scambiati sulle bacheche sotto gli occhi di tutti, nessuna possibilit­à di reazione o commento alle foto, giochi e quiz, i mitologici, e inutili, “poke”. Eppure è la prima finestra

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