DA BABY LEGHISTA A VICE DI SALVINI: «VANNACCI È UN SIMBOLO SI CANDIDERÀ CON NOI»
Vicesegretario della Lega, 37 anni, ha conosciuto il leader quando aveva 15 anni: «Ho detto che sono eterosessuale, spero che non sia un problema. Per noi la famiglia è un cardine della società. Io e Anna Falchi? La nostra storia è cominciata con un messa
Sembra incredibile, eppure nella Lega c’è chi riesce ad andare di qualche decibel sopra la voce di Matteo Salvini. Chi fa il “grillo parlante” e dice quel che il leader, comunque poco condizionato dall’abito ministeriale, non sempre può o vuole dire. Magari anche con qualche scivolone (vedi certi attacchi alla magistratura o alla Germania). Quel lavoro sporco spetta ad Andrea Crippa, trentasettenne deputato brianzolo cresciuto letteralmente al fianco del segretario (memorabile la campagna elettorale a due in camper nel 2015), di cui è diventato uno dei vice nel 2019. Parlantina sciolta, convinzioni granitiche, bell’aspetto, è finito al centro del gossip per la sua nuova relazione con Anna Falchi. Ma considera la politica la sua unica ragione di vita. E lo si coglie in una lunga chiacchierata dalle origini ad oggi, tra battaglie identitarie e candidature divisive come quella del generale Roberto Vannacci (da lui fortemente auspicata e quasi certa). Crippa, come fa ad essere più duro di Salvini?
«Non abbiamo pianificato una strategia. Conosco Matteo da 15 anni, lo capisco senza che apra la bocca. Non voglio sostituirlo ma politicamente sfrutto la libertà di chi non ha un ruolo istituzionale». Non sarete d’accordo su tutto.
«Ripeto, ci conosciamo bene e sa che lavoro per lui con lealtà. Le uscite sono concordate nel 50% dei casi. Per il resto, mi prendo le mie libertà».
E non sbaglia mai?
«Eccome, ci sono stati momenti di freddezza tra noi per miei errori. Per esempio, quando nel settembre scorso ho accusato un ministro tedesco di tentare di destabilizzarci con gli immigrati Matteo si è arrabbiato tantissimo. Mi ha fatto una sfuriata memorabile e per un po’ non ci siamo parlati».
Qual è il principale difetto di
Salvini?
«Permaloso. È dei Pesci…».
Il pregio, invece?
«La generosità. Ha sacrificato la sua vita per la Lega e il Paese».
C’è della venerazione nei confronti del leader.
«Come posso non averla nei confronti di chi mi ha fatto diventare deputato e vicesegretario a poco più di 30 anni. Gli devo tutto».
Salvini è segretario della Lega da 10 anni. Cosa vede all’orizzonte?
«Penso che possa e voglia svolgere quel ruolo ancora a lungo. Credo sia difficilissimo trovare chi voglia prendere il suo posto. Solo Matteo poteva proseguire lungo la strada tracciata da Umberto Bossi a cui è mancato davvero poco per realizzare il sogno autonomista».
Quindi non ha successori. Nemmeno lei?
«Nessuno è disposto a fare la vita che fa lui. Quanto a me, sono ancora molto giovane».
È entrato nella Lega da ragazzino.
«Sì, avevo 15 anni e facevo il rappresentante di classe allo Scientifico di Lissone. A scuola erano tutti comunisti, professori e studenti. Mi sentivo emarginato».
E tanto è bastato?
«Un giorno uscendo da scuola mi imbatto in Matteo Salvini (allora consigliere comunale a Milano). Lui vedendo che gli altri ragazzi mi salutavano in tanti, mi disse: “Sei più conosciuto di me”. E mi diede il numero del coordinatore dei giovani leghisti. Che chiamai appena possibile». La sua carriera politica è andata avanti a tappe forzate.
«Conseguita la laurea in Scienze politiche internazionali alla Cattolica, ho fatto uno stage a Bruxelles e poi Salvini mi ha chiamato a fargli da assistente parlamentare».
Il rapporto fra voi due si è subito consolidato.
«Quando è diventato segretario, nel 2013, mi ha chiesto una mano per cercare di far diventare la Lega un partito nazionale. Ci siamo messi al lavoro e abbiamo battuto l’Italia in camper, lavorando 20 ore su 24, e dormendo in un letto da una
«QUANDO HO ACCUSATO UN MINISTRO TEDESCO DI VOLERCI DESTABILIZZARE CON GLI IMMIGRATI MATTEO SI È INFURIATO»
piazza e mezza. La Lega è salita dal 2 al 10%».
Poi lei diventa coordinatore nazionale dei Giovani Padani, nel 2018 entra in Parlamento e l’anno dopo vicesegretario. Ma cosa rappresenta per lei la Lega?
«Essere leghista significa fare politica per il bene del territorio. Ma è anche uno stile di vita».
Le rimproverano nei suoi trascorsi alcune frequentazioni della destra estrema.
«Mah, ricordo che a Catania partecipai ad un convegno di forze di destra dove portai le mie idee. A me piace il confronto. Ho ammirazione per i gruppi di destra come di sinistra radicale perché hanno un forte senso di appartenenza con precisi riferimenti culturali. Dobbiamo averli anche noi nella Lega».
Lei a chi pensa?
«A Bobby Sands, a Oriana Fallaci, a Davide Van De Sfroos. Ma anche al generale Roberto Vannacci».
Addirittura?
«Non faccio paragoni tra le diverse figure, ovviamente. Ma il generale avrebbe potuto starsene zitto e pensare alla sua carriera. Invece ha avuto il coraggio di rompere il muro del conformismo e di dire ad alta voce quello che la maggioranza degli italiani pensa. Vannacci può essere un punto di riferimento per la Lega».
Ma certe sue tesi sono ardite.
«Sull’orientamento sessuale ognuno fa quello che vuole però sui principi non deroghiamo. La famiglia è un cardine della società ed è costituita da un uomo e una donna».
Lei ha tenuto a precisare di essere eterosessuale. Perché?
«Vero e spero non sia un problema…». Su aborto e fine vita ha espresso opinioni opposte a quelle di Salvini.
«Sono un liberale e quindi ritengo sia un diritto delle donne decidere se mettere al mondo un bambino, così come ognuno deve poter essere libero di morire senza inutili sofferenze. La Lega, però, è un movimento di popolo e non può esserci una linea di partito su questi temi». Ergo, anche uno come Vannacci può essere candidato?
«È il simbolo della guerra all’omologazione. Le sue idee sono compatibili con le nostre».
Politica a parte, Crippa, lei è finito sulle riviste di gossip per la sua relazione con Anna Falchi.
«Sto vivendo un periodo molto felice. Il rapporto con Anna nasce ufficialmente nell’ottobre scorso anche se è venuto alla luce solo nelle scorse settimane».
Tutta colpa di Teo Mammuccari.
«Sì, una sera siamo andati a vedere il suo spettacolo. Lui quando ci ha visto in sala ha detto: “C’è anche Anna Falchi con il suo nuovo fidanzato”. E alla fine sono arrivati anche i paparazzi”.
Come l’ha conquistata?
«Credo con il mio carattere. Sono una persona solare, allegra. So conquistare con il sorriso».
Come vi siete conosciuti?
«La prima volta ci siamo visti a Fiumicino nel 2019. Poi ci siamo incontrati tante volte allo stadio Olimpico alle partite della Lazio».
E quando è scattata “la scintilla”?
«Nel settembre scorso. Mi ero appena lasciato con la mia ex. Le ho mandato un messaggio via Instagram, senza grandi speranze. E invece è partito tutto».
Falchi è un personaggio da copertina. Non teme ricadute?
«Tutti hanno un passato, il suo come personaggio pubblico è molto più conosciuto del mio. Io la rispetto molto perché è una donna che ha sempre avuto il coraggio di mettere il cuore davanti a tutto. Ha un bellissimo carattere, ma soprattutto è una persona seria». Sicuramente è presto per certi discorsi, ma ha mai pensato di metter su famiglia?
«No, la mia scelta di vita è stata di dedicarmi alla politica, al mio partito e al mio leader. Se la vivi così, è difficile pensare a dei figli».
Torniamo in conclusione alla politica. Le elezioni europee sono alle porte. Probabilmente anche con l’aiuto di Vannacci, la Lega riuscirà ad arrivare in doppia cifra (10%)?
«Io credo proprio di sì. Otterremo un grande risultato. Matteo Salvini sa fare la differenza in campagna elettorale. Vedrete che la Lega crescerà a dispetto dei gufi che non ci vogliono bene».
«ANNA FALCHI È MOLTO FAMOSA, IO LA RISPETTO PERCHÉ È UNA DONNA CHE HA SEMPRE MESSO IL CUORE DAVANTI A TUTTO»