MISSIONE RENZI A BRUXELLES TORNANO IN CAMPO LE TRUPPE MASTELLATE
Sta tornando, Clemente? Si, torna, certo che torna. Certo che c’è pezzo, c’è racconto, c’è capriccio giornalistico. Guardate: ogni tanto, anche in politica, una buona notizia arriva. Basta aspettare le elezioni. Quando, puntuale come un bignè a San Giuseppe, o un Salvini che deve dare addosso alla Meloni, compare lui, Clemente Mastella. Che appunto, come forse saprete, pure stavolta torna, riappare sulla scena nazionale non più solo con la fascia tricolore da sindaco di Benevento, ma spavaldo e fiero alla guida delle sue leggendarie truppe mastellate (cit), con il passare degli anni forse un po’ sbrindellate, però ancora agguerrite e fedeli, capaci di risalire la Campania con indistruttibile riconoscenza, e il solito voto in bocca. Vanno dove dice Clemente. E stavolta Clemente dice che bisogna andare ad aiutare Matteo Renzi e la sua Italia Viva, alle Europee non troppo sicuro di superare la soglia del 4%. La comparsa di Mastella è uno spettacolo che si perde nel tempo: 33 anni tra Camera e Senato, 10 a Bruxelles, 14 da sindaco di Ceppaloni (luogo mitologico). Sempre accumulando incarichi notevoli (tre volte ministro, per dire) e sempre dentro partiti vissuti nella carne, tipo la Dc, oppure usati come tram: Ccd, Cdr, Udr, Udeur, Noi Campani, Noi di centro. «Con Renzi, giuro, rifarò la Margherita». Una leggenda. Con il dono dell’ironia («Ho iniziato a fare politica qualche settimana prima che mia madre mi partorisse»), spregiudicato e cinico in allegria, mai rancoroso, piuttosto furbissimo e appassionato, capace di cadere e rialzarsi, subito pronto a raccontarti uno dei suoi strepitosi aneddoti o a spifferarti l’ultimo retroscena, perché sa sempre tutto di tutti, e soprattutto sa raccontartelo con antica eleganza (non sembra, ma pure Clemente è arrivato a 77 anni). Non avrebbe avuto questa vita - dicono - se al fianco non avesse avuto donna Sandra, Sandra Lonardo, paziente e astuta (nota anche per le sue pastiere, divine). I Mastellas. Un giochino di parole che fa comodo a noi cronisti e fa comodo anche a loro, a lui, che è il primo a scherzarci su. Come quando lo accusano d’essere un efferato trasformista. Può darsi lo sia. Ma in questo Parlamento di impostori e scappati di casa, se inizia a parlare di politica sembra un incrocio tra De Gasperi e Moro (purtroppo).
IL RECORDMAN DELLE POLTRONE VUOLE AIUTARE L’EX PREMIER A SUPERARE LA SOGLIA DEL 4%