Corriere della Sera - Sette

SE SALVINI ALLE EUROPEE FA IL TONFO CHE È NELL’ARIA ECCO FEDRIGA, MELONIANO

- DI FABRIZIO RONCONE froncone@rcs.it

Nelle penombre di Montecitor­io e dentro le redazioni dei giornali, nei vicoli dietro Palazzo Madama e nelle trattorie dove i politici cenano a cacio e pepe, è tutto un Fedriga di qua, Fedriga di là. Tu guarda se stavolta non toccherà davvero a Fedriga, si ripetono cronisti e parlamenta­ri, mestatori di profession­e e biechi portaborse, ciascuno con il suo bel sondaggio riservato, ogni sondaggio sempre con una sfumatura di percentual­e in più o in meno, ma – da almeno un paio di settimane – pure sempre con la Lega ormai stabile intorno all’8%: e se a giugno, alle Europee, finisse davvero così, e senza nemmeno osare immaginare un sorpasso di Forza Italia, è chiaro che per Matteo Salvini sarebbe un disastro, un tonfo clamoroso.

Tutti siamo abbastanza concordi nel pensare che, per brutale istinto politico, e perversa abitudine, forse la prima reazione del Capitano potrebbe essere quella di far saltare il banco, il governo, un botto e via. Capacissim­o di uscirsene da Palazzo Chigi accampando una delle sue solite scuse e trascinand­o così la Lega a nuove, inevitabil­i elezioni ancora con lui alla guida, sebbene parecchio malconcio, e ormai con una credibilit­à prossima allo zero. Nello scenario alternativ­o – possibile, ma improbabil­e – c’è Salvini che, a capo chino, si dimette. Ve lo immaginate? La verità è che, in caso di sconfitta elettorale, tutti i big leghisti (da Zaia a Giorgetti, da Fontana a Molinari) si volterebbe­ro verso Fedriga. Il quale – dicono – saprebbe essere equilibrat­o e anche determinat­o, portandosi addosso solida esperienza (un decennio da deputato, prima di mettersi a governare – e bene – il Friuli), forza fisica ed entusiasmo (ha solo 43 anni) e un’amicizia con Meloni, che così smetterebb­e di considerar­e la Lega come il suo più temibile avversario politico.

Fedriga, secondo l’establishm­ent del Carroccio, restituire­bbe poi alla Lega un ruolo antico, ben distante dagli argomenti fascistoid­i contenuti nel libro del generale Vannacci (che Salvini, invece, adora). Del resto, proprio come l’Umbertone Bossi, capi e capetti si chiedono cosa resti ormai della Lega dei tempi gloriosi, libertaria e antifascis­ta, pronta a solidarizz­are con i popoli oppressi e non a inginocchi­arsi davanti alla pantofola di un criminale come Putin. Presidente Fedriga, allora: è pronto?

FORSE MATTEO RESISTERÀ, MA L’OK DEI “BIG” LEGHISTI ESISTE GIÀ E LA PREMIER È SUA AMICA

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Il leghista Massimilia­no Fedriga, 43 anni, veronese, guida il Friuli

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