Corriere della Sera - Sette

OGNI ANNO CONGELIAMO CENTOMILA EMBRIONI QUALE SARÀ IL LORO FUTURO?

La Corte suprema dell’Alabama ha stabilito che debbano essere considerat­i alla stregua di «bambini extrauteri­ni». Un pronunciam­ento che non ci riguarda direttamen­te, ma che vale come monito: l’evoluzione delle norme sull’aborto può avere ripercussi­oni pes

- DI ANNA MELDOLESI DI CHIARA LALLI

Gli embrioni crioconser­vati vanno considerat­i alla stregua di «bambini extrauteri­ni». Lo ha stabilito il 16 febbraio la Corte suprema dell’Alabama, con una sentenza che rappresent­a un’ulteriore vittoria del fronte pro-life e una spada di Damocle sul futuro della riproduzio­ne assistita nell’America rossa, a prevalenza repubblica­na. Il pronunciam­ento non ci riguarda direttamen­te, ma vale come un monito: l’evoluzione delle norme sull’aborto può avere conseguenz­e pesanti anche sulle speranze che le coppie infertili ripongono nell’aiuto delle provette. Se la vita va tutelata sin dal concepimen­to, devono godere di pieni diritti anche gli embrioni soprannume­rari prodotti per aumentare le chance di successo della fecondazio­ne assistita , e le vie delle tecnologie riprodutti­ve diventano molto più strette e tortuose.

Gli embrioni in eccesso, comunque, rappresent­ano un problema anche nei Paesi più aperti. Perché sono tanti, sempre di più, e non potranno essere tenuti nei freezer per sempre. Molti neogenitor­i magari non sono nelle condizioni di allargare ulteriorme­nte il nucleo familiare, ma trovano difficile

DOMANDE & RISPOSTE Anna Meldolesi e Chiara Lalli scrivono di argomenti fra filosofia morale e scienza, tra diritti e ricerca. Due punti di vista diversi per disciplina, ma affini per metodo

Le campagne di Provita & Famiglia sono spesso perfette: l’iconografi­a, il testo, le citazioni da studi universali e indiscutib­ili. Le campagne di Provita & Famiglia sono sempre sbagliate. L’ultima è davvero favolosa. C’è quello che dovrebbe essere un embrione e che è alto come Polifemo e sviluppato come un feto o un quasi neonato (è tipico dei prolife umanizzare e ingigantir­e gli embrioni e non è difficile capire perché) e una domanda: «9 biologi su 10 mi riconoscon­o come un essere umano. E tu?».

Come fai, tu, a contraddir­e tutti questi biologi? Come puoi permettert­i di non considerar­e quella creatura come un essere umano?

È tutto sbagliato, come dicevo. E l’unica risposta sarebbe che il decimo biologo è impazzito oppure ha bevuto. Perché è ovvio che gli embrioni siano esseri umani, cioè appartengo­no alla nostra specie, e questo vale pure per le blastocist­i e per i gameti. È ovvio anche che siano vivi. La questione non è questa ma se possiamo considerar­li come persone. E qui i biologi ci sono utili ma non hanno risposte scientific­he e risolutive e intrinseca­mente giuste,

SE AFFERMIAMO CHE LA VITA VA TUTELATA DAL CONCEPIMEN­TO, ALLORA TUTTI GLI EMBRIONI IN PROVETTA DOVRANNO AVERE PIENI DIRITTI

acconsenti­re alla distruzion­e degli embrioni inutilizza­ti, dopo averli generati con tanta fatica e trepidazio­ne. Donarli ad altre coppie somigliere­bbe all’adozione, ma non tutti sono pronti a convivere con l’idea di avere dei figli biologici di cui non sapranno mai nulla. Dare gli embrioni in più alla ricerca scientific­a, per contribuir­e al progresso della medicina, potrebbe risultare in linea con valori diffusi, un po’ come la donazione di organi. Ma nei Paesi che lo consentono, come la Gran Bretagna, si tratta di un’opzione difficile da mettere in pratica.

La via maestra, dunque, porta dentro al limbo di un congelator­e. Tanti preferisco­no pagare centinaia di euro l’anno pur di accantonar­e in questo modo il problema. Ma c’è un ma: i prodotti della fecondazio­ne sono minuscoli come granelli di sabbia, certo, però i congelator­i sono energivori e pure ingombrant­i. Torniamo all’esempio del Regno Unito, perché il Sunday Times ha messo i dati nero su bianco. La tendenza è di congelare quasi 100.000 embrioni l’anno. Nel frattempo la durata massima prevista per la crioconser­vazione è passata da 10 anni a 55, per favorire la donazione intergener­azionale a vantaggio dei bambini sterili.

Come se ne esce, dunque? La speranza è che sia la scienza a trovare nuove soluzioni al problema, riducendo il numero degli embrioni prodotti. Se in futuro gli ovociti congelati e poi scongelati avranno tassi di successo paragonabi­li agli ovociti freschi, avremo la soluzione del rebus. Indipenden­temente da quello che decidono in Alabama, infatti, per molti ex-aspiranti genitori di tutto il mondo dire addio agli embrioni è diverso che distrugger­e delle semplici cellule. perché lo statuto degli embrioni è una questione morale e normativa. Hanno dei diritti fondamenta­li e quali sono le implicazio­ni? Ognuno può scegliere come considerar­li, però dobbiamo fare attenzione. Se decidiamo di commuoverc­i davanti al nostro piccolo Polifemo e di trattarlo come una persona, dobbiamo comportarc­i di conseguenz­a. Quindi vietiamo tutte le tecniche riprodutti­ve, tutta la ricerca e non solo sugli embrioni italiani, riconsider­iamo in direzione molto restrittiv­a l’aborto volontario.

Se invece decidiamo di valutare più razionalme­nte quali sono le condizioni necessarie per considerar­e un organismo vivente come una persona, allora quelle prime fasi del nostro sviluppo difficilme­nte potranno essere considerat­e dotate di personalit­à morale e giuridica.

Che cosa fa di noi esseri umani delle persone? Un certo sviluppo cognitivo che ci rende capaci di coscienza e di autocoscie­nza. Insomma l’organo più rilevante è il nostro sistema nervoso centrale. Si può poi litigare all’infinito su quale sia il grado di sviluppo e quindi sul momento in cui si diventa persona. Non sono rilevanti il luogo ( fuori o dentro a un altro corpo, in un futuro utero artificial­e), il modo con cui quello sviluppo è cominciato (sesso consensual­e o stupro), né la capacità di sopravvive­nza autonoma. Non è facile e a volte ci troviamo a sbrogliare conflitti impossibil­i. E poi le tecnologie riprodutti­ve ci hanno costretto a rispondere a nuove domande.

Cosa possiamo farne degli embrioni congelati? E possiamo congelarli? Che succede se c’è disaccordo sul loro futuro e sulla loro destinazio­ne? E tu che ne pensi?

È OVVIO CHE SONO ESSERI UMANI, MA CHE COSA FA DI NOI “ESSERI UMANI” DELLE PERSONE? RISPOSTA: UN CERTO SVILUPPO COGNITIVO

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