GRANCHI DI FIUME, SCORPIONI, ROSPI SMERALDINI, IL GABBIANO EMILIO CHI VIVE TRA LE ROVINE DEI PALAZZI IMPERIALI A ROMA
l rarissimo granchio di fiume, che di solito predilige le zone più selvagge, si trova benissimo negli anfratti umidi del Foro di Traiano ed è molto probabile che stia lì da interi secoli. Il rospo smeraldino, anche lui raro, prospera nella Vasca delle Vestali. I sotterranei della Domus Flavia sono ideali per i grilli e gli scorpioni di grotta. I poveri conigli, che spesso hanno i piccoli ghermiti dai rapaci, si muovono a loro agio nella Casa dei Grifi e il riccio fa tane nella Domus Tiberiana. In quanto ai gabbiani reali, nidificano sulla Basilica Emilia, sull’Arco di Tito e alla Basilica Giulia. Sullo Stadio Palatino è di casa il falco pellegrino. I meravigliosi coleotteri della quercia si riproducono felicemente sul Colle Palatino e di notte le civette fanno da padrone al Colosseo (dove alberga anche il gheppio) e tra le Arcate Severiane.
Nella vita è sempre una questione di punti di vista. Basta cambiare punto di osservazione per scoprire che il Parco del Colosseo diretto da Alfonsina Russo (ovvero l’Anfiteatro Flavio e l’intera area del Palatino e dei Fori) non è solo un tempio della grande archeologia romana ma è anche un insospettabile, multicolore e vivissimo ecosistema altrettanto unico al mondo, una spontanea oasi naturalistica nel cuore della rumorosa ed inquinata Roma in cui intere colonie di animali selvatici vivono, si riproducono, lottano per procacciarsi cibo tra templi, colonne, archi trionfali, rovine
di palazzi imperiali, antiche fonti sacre alle dee. È quello che vedremo la sera del 24 marzo alle 21.15 su Sky Nature (e in streaming su NOW) nel documentario Sky Original L’impero della natura/Una notte al Parco del Colosseo, ideato e scritto dall’autore Luca Lancise per la regia dello stesso Lancise e di Marco Gentili, opera candidata ai Nastri d’argento per il documentario.
Una storia raccontata soprattutto nella notte, ovvero nelle ore tra la chiusura e la successiva riapertura degli scavi al grande pubblico: cala lentamente la sera, a vivere nel Parco archeologico restano solo le suore della Fraternità Monastica di Gerusalemme di san Sebastiano e i Frati Minori Francescani di san Bonaventura, le due chiese del Palatino. Ma soprattutto ci sono loro, gli animali, che riconquistano spazi e silenzio, territorio e istinti. Spiega Lancise: «Ho sempre trovato affascinante il tema della fauna urbana, per esempio in una città complessa come Roma che deve fare i conti con i gabbiani e i cinghiali. Per caso ho saputo che alcuni appassionati si dedicavano al birdwatching nell’area dei Fori e così ho scoperto il progetto “Spectio” organizzato al Parco del Colosseo proprio per osservare e studiare le abitudini degli animali dell’area archeologica. E così, in collaborazione con Alfonsina Russo e la sua squadra, abbiamo immaginato questo documentario dedicato a un pezzo di città che si è naturalizzato, ovvero è rientrato nell’ambito della natura: non ci sono automobili, c’è solo la presenza dei turisti che camminano e tutto questo restituisce agli animali spazi impensabili in una città come Roma. In più c’era la sfida di raccontare in modo nuovo un luogo famosissimo nel mondo, narrato in mille modi ma solo sul registro storico-archeologico».
Lancise è un affermato regista, documentarista, sceneggiatore e giornalista di lungo corso (nel 2018 ha avuto una menzione speciale ai Nastri d’argento documentari per Moravia Off,
INTERE COLONIE DI ANIMALI SELVATICI SI RIPRODUCONO E LOTTANO PER PROCACCIARSI IL CIBO TRA TEMPLI, ARCHI, COLONNE
per Sky ha scritto Borromini e Bernini/ Sfida alla perfezione e Power of Rome con Edoardo Leo, per il Corriere della Sera ha realizzato nel 2022 con Alessandra Coppola una serie di podcast intitolata Mi fido di lei sul rapporto speciale tra Giovanni Falcone e Marcelle Padovani per la genesi del libro Cose di Cosa Nostra). Ha dunque accettato una specie di sfida con sé stesso per far emergere l’identità nascosta del Parco archeologico più famoso del mondo. Sono tante, tutte vivissime le storie umane che accompagnano quelle degli animali. Ecco il naturalista Gianluca Damiani che spiega quanto sia rara, preziosa e fragile quella porzione magica di territorio. Suor Rosalba, poco dopo il sorgere del sole, ascolta il pettirosso: «Quando preghiamo cantando al mattino, ascolta e si mette a cantare con noi, seguendo il “La”». E racconta anche quanto sia curiosa la cornacchia. Il naturalista Giacomo Dell’Omo conosce nel dettagli i riti di risveglio dei merli e dei gabbiani. Frate Sidival svela cosa sia la bellezza della vita in mezzo a una
«foresta di ruderi». Marco Seminara, esperto in Ecologia dei sistemi acquatici, descrive le misteriose aree umide del Foro e mostrando, tra i marmi, gli esemplari dell’unico granchio di acqua dolce italiano.
Vediamo anche l’installazione di un sistema Gps sul gabbiano Emilio (molti animali sono ormai riconosciuti dagli studiosi) per monitorare le abitudini nelle nidificazioni. C’è la naturalista Alice Lenzi, appassionata di insetti, che indica i coleotteri tra i ruderi. Gli archeologi Valentina Roccella e Edoardo Santini, esperti di
smaltimento delle acque nell’antica Roma, ci conducono nel sottosuolo acquatico del parco per individuare i grilli della grotta.
Tutto questo è girato in massima parte di notte, necessità narrativa che ha permesso a Lancise di sperimentare un linguaggio e una tecnica affascinanti e sorprendenti. Le sequenze sulla vita dei rospi smeraldini nell’acqua notturna, per esempio, rinviano all’idea di un brodo primordiale, o di una placenta ancestrale per le mille esistenze che albergano nella magica area del Parco archeologico. La vita animale non è solo un gioco e così ecco le sequenze della povera coppia di conigli che si ritrova senza piccoli, sottratti dagli imbattibili predatori che planano dal cielo. Intorno le meraviglie archeologiche, volutamente non spiegate né contestualizzate, splendono nella loro identità naturale di tane e di rifugi utili per la prole. In chiusura però suor Josepha ci rammenta che la natura si può ribellare alle troppe violenze dell’uomo: «Anzi, si è ribellata già».
NON CI SONO AUTOMOBILI, SOLO TURISTI CHE CAMMINANO E QUESTO RESTITUISCE SPAZI IMPENSABILI NELLA CAPITALE