C A m pO LAr gO
TRA CALCIO E INTESE POLITICHE UN’IDEA CHE HA QUASI 20 ANNI
Stretta è la via che porta al campo largo. Anche se, sembrerebbero dire le ultime elezioni regionali in Sardegna, per le forze che oggi in Parlamento sono all’opposizione potrebbe valere la pena di percorrerla. Per la discesa in campo di Berlusconi, in quella data ormai storica del 26 gennaio 1994, bastò un discorso preregistrato trasmesso dalle sue reti televisive. A sostenerlo c’era l’alleanza di centrodestra a cui era stato dato il nome di «Polo delle Libertà e del Buon Governo». Di solito il campo della politica richiama quello di battaglia, ma nel caso di Berlusconi e della sua Forza Italia il primo a venire in mente era il campo di calcio. E infatti campo largo è espressione ricorrente già da tempo – con il suo significato letterale – nelle pagine sportive: «Anche il campo largo preoccupa i rossoneri», si legge nel Corriere prima di una Milan-Bruges del 1975.
Quando si parla di larghe intese tra partiti, si allude di solito a un patto molto ampio come quello per un governo di unità nazionale, o comunque a un accordo bipartisan come quello tra Forza Italia e Partito Democratico che nel 2013 diede vita al breve governo Letta (con il Movimento 5 Stelle che gridava all’«inciucio»). Campo largo è invece un’espressione riconducibile allo specifico campo del centrosinistra, in cui circola almeno dal 2005 (come ha dimostrato Michele Cortelazzo in un articolo per il portale Treccani). «L’idea presupponeva la costruzione di un campo largo del centrosinistra italiano», affermava in un’intervista di quell’anno Walter Veltroni, riferendosi al progetto che avrebbe dato vita al Pd. Poi il campo si è dovuto ulteriormente allargare: «Con i 5S sarà un campo largo e articolato, ma vincente», rilanciò Enrico Letta appena eletto segretario del Partito Democratico nel 2021.
Più in generale, nella storia della nostra lingua il campo largo è stato – anche in politica – l’ampio spazio a disposizione di qualcosa o qualcuno. «E noi dareno ora el campo largo di crescere a uno capo di parte ghibellina, principe potentissimo e che ha con noi tante cause di inimicizia?», scriveva ad esempio Francesco Guicciardini. Negli atti della Camera dei deputati, l’espressione appare – tra il 1848 e il 2022 – una ventina di volte, sempre con significato generico: «tralascio il campo largo delle critiche», «dinanzi al campo largo delle odierne ingiustizie». Ma l’accezione che oggi sembra davvero auspicabile per la politica italiana nel suo insieme è quella legata al cinema e alla fotografia: il campo largo come sguardo ampio, aperto, profondo sulla realtà che ci circonda.
SAREBBE BELLO SE PRENDESSE, ANCHE PER I PARTITI CHE LO VOGLIONO, IL SENSO DI UNO SGUARDO AMPIO