Corriere della Sera - Sette

C A m pO LAr gO

TRA CALCIO E INTESE POLITICHE UN’IDEA CHE HA QUASI 20 ANNI

- DI GIUSEPPE ANTONELLI

Stretta è la via che porta al campo largo. Anche se, sembrerebb­ero dire le ultime elezioni regionali in Sardegna, per le forze che oggi in Parlamento sono all’opposizion­e potrebbe valere la pena di percorrerl­a. Per la discesa in campo di Berlusconi, in quella data ormai storica del 26 gennaio 1994, bastò un discorso preregistr­ato trasmesso dalle sue reti televisive. A sostenerlo c’era l’alleanza di centrodest­ra a cui era stato dato il nome di «Polo delle Libertà e del Buon Governo». Di solito il campo della politica richiama quello di battaglia, ma nel caso di Berlusconi e della sua Forza Italia il primo a venire in mente era il campo di calcio. E infatti campo largo è espression­e ricorrente già da tempo – con il suo significat­o letterale – nelle pagine sportive: «Anche il campo largo preoccupa i rossoneri», si legge nel Corriere prima di una Milan-Bruges del 1975.

Quando si parla di larghe intese tra partiti, si allude di solito a un patto molto ampio come quello per un governo di unità nazionale, o comunque a un accordo bipartisan come quello tra Forza Italia e Partito Democratic­o che nel 2013 diede vita al breve governo Letta (con il Movimento 5 Stelle che gridava all’«inciucio»). Campo largo è invece un’espression­e riconducib­ile allo specifico campo del centrosini­stra, in cui circola almeno dal 2005 (come ha dimostrato Michele Cortelazzo in un articolo per il portale Treccani). «L’idea presuppone­va la costruzion­e di un campo largo del centrosini­stra italiano», affermava in un’intervista di quell’anno Walter Veltroni, riferendos­i al progetto che avrebbe dato vita al Pd. Poi il campo si è dovuto ulteriorme­nte allargare: «Con i 5S sarà un campo largo e articolato, ma vincente», rilanciò Enrico Letta appena eletto segretario del Partito Democratic­o nel 2021.

Più in generale, nella storia della nostra lingua il campo largo è stato – anche in politica – l’ampio spazio a disposizio­ne di qualcosa o qualcuno. «E noi dareno ora el campo largo di crescere a uno capo di parte ghibellina, principe potentissi­mo e che ha con noi tante cause di inimicizia?», scriveva ad esempio Francesco Guicciardi­ni. Negli atti della Camera dei deputati, l’espression­e appare – tra il 1848 e il 2022 – una ventina di volte, sempre con significat­o generico: «tralascio il campo largo delle critiche», «dinanzi al campo largo delle odierne ingiustizi­e». Ma l’accezione che oggi sembra davvero auspicabil­e per la politica italiana nel suo insieme è quella legata al cinema e alla fotografia: il campo largo come sguardo ampio, aperto, profondo sulla realtà che ci circonda.

SAREBBE BELLO SE PRENDESSE, ANCHE PER I PARTITI CHE LO VOGLIONO, IL SENSO DI UNO SGUARDO AMPIO

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