LA MILITARE TAROCCA CHE PESCA A STRASCICO NEL MARE DELLA SOLITUDINE
Ciao e grazie per la tua risposta alla mia e-mail.
È un piacere averti qui. Conoscersi è un processo graduale e, prima di continuare, vorrei condividere alcune informazioni importanti su di me. Mi chiamo Olivia Rodriguez. Sono nato il 3 marzo 1990 a West Orange, Texas, USA. Sebbene sia nata in America, sono originaria del Messico. Attualmente ho 34 anni, sono single e non mi sono mai sposata. Sono di stanza presso la guarnigione di Al-Tanf (ATG) in Siria, dove lavoro con le forze di mantenimento della pace dell’UNHCR come parte della squadra di risposta militare del Medio Oriente.
Ho iniziato il mio servizio in Afghanistan, prima di essere trasferito a Raqqa, in Siria, per combattere l’ISIS. Presto concluderò il mio servizio in Siria e mi prenderò una vacanza o un congedo militare per fare nuove amicizie e iniziare un nuovo capitolo della mia vita. Questo è il motivo per cui mi sono messo in contatto con te.
Permettetemi di condividere un po’ di più su di me. Ho la passione per l’equitazione e i viaggi. Abbraccio la spontaneità e do sempre il massimo in qualunque situazione mi trovi. Sono dedito e instancabile nel mio lavoro e trovo sempre gioia in esso. Anche se non mi concedo molto tempo libero, trovo la pace nel mio cuore. Ora vorrei sapere di più su di te. Per favore raccontami di te. Ho allegato alcune mie foto sia durante il servizio civile che militare.
Nota: a causa delle normative militari, l’uso dei telefoni cellulari è severamente vietato. Pertanto, dovremo comunicare esclusivamente attraverso questo mezzo. Vi chiedo gentilmente di comprendere e rispettare questa questione.
Aspetto con ansia la tua prossima risposta. Ti auguro una piacevole giornata.
Olivia Rodríguez
GENTILE OLIVIA, PORGI anzitutto i miei saluti all’algoritmo che ha spedito per sbaglio la tua lettera all’indirizzo di una posta del cuore. Ti ho cercata sui social, dove ho trovato una Olivia Rodriguez che vive a Miami e fa la “fashion blogger”, una che scrive e canta canzoni come la quasi omonima Olivia Rodrigo e poi tante altre, a decine. Fin quando ho rintracciato anche te. O meglio, molte mail a tuo nome abbastanza simili a questa. Non posso fare a meno di augurarmi che tu esista davvero. Perché, se tu fossi l’invenzione di qualche accalappia-gonzi che ha fatto vela per il Mare della Solitudine allo scopo di pescare a strascico, sarei molto arrabbiato e avvilito. Più avvilito che arrabbiato, dato che non saresti certo la prima a speculare sul male del nostro tempo: la sconvolgente rarefazione dei contatti umani. Non esistono più le tribù familiari, né le classi sociali. E con lo smart working e l’intelligenza artificiale scompariranno presto anche i colleghi d’ufficio. I vicini di casa li abbiamo già rimossi da tempo, soprattutto nei grandi agglomerati urbani. Si rimane aggrappati a qualche amico superstite e ai parenti stretti, strettissimi. Siamo tutti connessi e tutti soli, diffidenti eppure pronti a credere al primo inganno raccontato bene, che sia quello di
«CIAO, MI CHIAMO OLIVIA RODRIGUEZ, HO 34 ANNI, SINGLE, LAVORO IN SIRIA CON LE FORZE DI PACE. VOGLIO CONOSCERTI...»
una influencer che finge di chiamarci a far parte del suo mondo dorato o quello di un politico che promette di risolvere problemi complicati a colpi di slogan. Nel tuo caso, non saresti nemmeno un inganno molto ben costruito: il testo della mail è disseminato di incongruenze anche lessicali e passa di continuo dal maschile al femminile e dal “tu” al “voi.” Però mi domando con un filo di angoscia: la maggioranza degli esseri umani è ancora in grado di accorgersene? In giro vedo tanta ignoranza, ma non l’ignoranza socratica di mia nonna semianalfabeta, che sapeva di non sapere nulla e dunque aveva rispetto per la cultura e desiderio spasmodico di crescita intellettuale. No, l’ignoranza adesso si indossa in modo inconsapevole o addirittura la si esibisce come una medaglia, come prova di indipendenza dal bieco establishment che ancora legge libri e si accanisce nell’uso dei congiuntivi. Oltretutto l’ignoranza va di fretta, trasformandosi in superficialità, e nella sua corsa a perdifiato verso il nulla finisce per cascare dentro le trappole dei furbi e per credere all’incredibile, dal momento che il bisogno di fidarsi del prossimo rimane un impulso inestinguibile. E allora vai con le madonne che piangono, alcune anche nei salotti tv, e con le truffe perpetrate soprattutto ai danni delle persone anziane e sole. Perciò mi auguro che tu sia vera, Olivia. Me lo auguro, ma non mi fido. Però non ho nemmeno voglia di telefonare all’UNHCR per scoprire che non esiste nessuna Olivia Rodriguez di stanza in Siria. Questo è uno di quei casi in cui anch’io preferisco vivere nell’ignoranza.
MI AUGURO TU SIA VERA, OLIVIA, MA NON MI FIDO. SE FOSSI L’INVENZIONE DI QUALCHE ACCALAPPIA-GONZI SAREI ARRABBIATO. E AVVILITO