MARION E VINCENZO LA MOSSA DEI CUORI NERI PER “SPINGERE” MELONI
Lei è la nipote ribelle di Marine Le Pen e astro nascente di Reconquête, lui un eurodeputato che dalla Lega è passato a Fratelli d’Italia poco prima del matrimonio. L’arrivo dell’ultra destra francese nel gruppo presieduto dalla premier italiana sarà deci
Questione di ideali e programmi, certamente. Ma alle elezioni europee del 9 giugno un ruolo, almeno tra Francia e Italia, lo giocheranno anche i legami famigliari e le relazioni tra le eredi del 95enne grande patriarca da tempo allontanato e ormai molto indebolito, Jean-Marie Le Pen detto “il Menhir”. Una Succession politica che dal paesino bretone della Trinité-su-Mer, cuore storico della dinastia Le Pen, potrebbe condizionare gli equilibri del Parlamento di Strasburgo e quindi dell’Unione europea.
La vicenda famigliare dei Le Pen comincia in Bretagna e arriva a toccare l’Italia con l’eurodeputato milanese di origini calabresi Vincenzo Sofo, ex leghista passato nel 2021 a Fratelli d’Italia, che lo stesso anno ha sposato Marion Maréchal (Jean-Marie è suo nonno, Marine Le Pen sua zia) dopo averla conosciuta a un comizio della Lega, diventando poi padre della sua seconda figlia Clotilde.
Sofo, 37 anni, laurea in Economia alla Cattolica di Milano, ha avuto un ruolo di primo piano nella trasformazione della Lega Nord dal partito autonomista settentrionale del fondatore Umberto Bossi al movimento nazionalista italiano di Matteo Salvini. Poi, nel febbraio 2021, quando Salvini ha deciso di partecipare al governo Draghi, lui ha mostrato il suo disaccordo uscendo dalla Lega ed entrando in Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
UN COLPO DA MAESTRO
Attivo tra Strasburgo, Bruxelles, Roma e Parigi, Sofo è considerato l’ispiratore del colpo da maestro con il quale qualche settimana fa il partito Reconquête di Marion Maréchal è entrato nel gruppo Ecr (conservatori e riformisti) presieduto da Giorgia Meloni: proprio quando Marine Le Pen lanciava segnali di apertura alla premier italiana, è invece la nipote rivale Marion Maréchal ad avere rinsaldato l’alleanza con Fratelli d’Italia.
Ma i rapporti politici tra i partiti rivali — il Rassemblement national di Marine Le Pen e Reconquête di Marion Maréchal — non si comprendono del tutto senza ricordare la storia personale delle due leader. Marion Maréchal è figlia di Yann Le Pen (figlia di Jean-Marie e sorella di Marine), che dopo
TRA LE DUE EREDI DEL 95ENNE JEAN- MARIE, DETTO “IL MENHIR”, RAPPORTI GELIDI DA ANNI
IL MILANESE SOFO È L’ISPIRATORE DELL’INGRESSO DI RECONQUÊTE IN ECR, “TAGLIANDO LA STRADA” A MARINE
la conclusione di un primo matrimonio incontrò il giornalista e diplomatico Roger Auque. Dalla loro relazione presto interrotta nel 1989 è nata Marion. «È stata Marine, mia sorella, a starmi accanto quando ho partorito Marion» ha raccontato una volta Yann Le Pen, «e poi mi ha aiutata ad allevarla». Marine Le Pen teneva in braccio Marion, le dava il biberon.
Dopo gli esordi in politica accanto alla zia, Marion Maréchal-Le Pen (all’inizio della carriera quello era il suo cognome) ha cominciato a prendere una strada autonoma, soprattutto dopo la rottura tra Marine e il padre Jean-Marie. Quando Marine ha preso in mano il partito cercando di normalizzarlo e di renderlo rispettabile, Marion è sembrata rimanere più vicina al nonno. Questione di idee politiche, ma anche di affetto e di posizionamento all’interno della famiglia.
Marion Maréchal è stata a lungo identificata con l’anima più tradizionalista del Front National (poi Rassemblement national), quella più forte nel Sud, legata ai valori cattolici e conservatori, mentre Marine sembrava rivolgersi soprattutto alle classi popolari del Nord orfane della sinistra. Ma le visioni politiche contano fino a un certo punto.
I germi dello strappo definitivo tra Marine e Marion risalgono alla sera del 19 giugno 2012, secondo turno delle elezioni parlamentari, subito dopo l’arrivo del socialista François Hollande all’Eliseo. Dopo molte insistenze del nonno Jean-Marie, Marion ha accettato di candidarsi nella circoscrizione del Vaucluse, nel Sud. Marine invece si presenta nel Nord, nel Pas-de-Calais. Il risultato del voto è uno choc: Marion viene eletta e conquista un seggio all’Assemblea nazionale, Marine invece è battuta e non entrerà in Parlamento. Quella sera tutto cambia tra loro: più che la figlia di Jean-Marie Le Pen, Marine diventa soprattutto la zia di Marion Maréchal, di vent’anni più giovane ma già deputata. Seguono dieci anni di collaborazione nel Rassemblement national ma anche di rivalità e di dissapori, con Jean-Marie Le Pen che sembra divertirsi ad alimentare i contrasti e le gelosie tra figlia e nipote. Nella primavera 2022, poche settimane
L’OBIETTIVO È RACCOGLIERE VOTI “PESANTI” CHE POSSANO PORTARE ALLA RIUNIONE TRA DESTRE IN EUROPA
prima dell’ultima elezione presidenziale, lo sgarbo definitivo: Marion Maréchal abbandona Marine e il Rassemblement national e passa dalla parte di Eric Zemmour e del suo partito Reconquête, che in quel momento sembrano inarrestabili (Zemmour si fermerà poi al 7%, contro il 41,5 di Marine Le Pen) . «Se vi dicessi che questa cosa non mi ferisce, nessuno ci crederebbe» commentò all’epoca Marine Le Pen. «Con Marion ho una storia particolare, perché l’ho cresciuta con mia sorella nei suoi primi anni di vita. Quindi è chiaramente qualcosa di brutale, di violento, di difficile per me».
Marine non era presente al matrimonio di Marion con Vincenzo Sofo, ma zia e nipote si sono riviste lo scorso agosto nella casa di famiglia a La Trinité-sur-Mer per la festa di nozze di Mathilde Chauffroy, una dei tre figli di Marine. I rapporti sono civili, ma non sono mai tornati affettuosi.
Le divisioni personali e le visioni politiche differenti si influenzano a vicenda. La conservatrice Marion Maréchal, capolista alle europee di Reconquête, il partito fondato dal polemista Eric Zemmour, continua a ricercare in Francia e in Europa l’unione delle destre, sul modello di quel che è riuscita a fare con successo in Italia Giorgia Meloni. La sovranista Marine Le Pen invece manda avanti il giovanissimo delfino e capolista Jordan Bardella, nato 28 anni fa alla periferia di Parigi in una famiglia di origine piemontese, e resta legata all’alleanza italiana con Matteo Salvini e la Lega, all’interno del gruppo europeo Identità e democrazia.
Unite nel no all’immigrazione, Marion e Marine assumono toni diversi: i più duri sono quelli di Marion, legata a un Eric Zemmour che auspica la «remigrazione» di chi non si integra, come fa in Germania il partito Afd che però in Europa sta nel gruppo Identità e democrazia di Marine Le Pen e Salvini. Nelle questioni sociali il partito di Marion è più conservatore e intransigente: se la maggioranza dei deputati e senatori lepenisti riuniti nel Congresso di Versailles ha finito per votare a favore della storica tutela costituzionale della libertà di abortire (Francia primo Paese al mondo), l’unico parlamentare di Reconquête, il senatore Stéphane Ravier, ha votato contro. Nel primo comizio della campagna elettorale del Rassemblement national, a Marsiglia, il capolista Jordan Bardella ha esortato gli elettori «dell’altro partito patriottico» (Reconquête, ndr) a non disperdere i voti e a restare uniti dando la preferenza a lui, che per il momento domina nei sondaggi: 29% nell’ultimo Ifop/Jdd, dieci punti sopra la semi-sconosciuta macronista Valérie Hayer e molto avanti rispetto al 6% di Marion Maréchal. Meno voti, ma più pesanti in Europa, sembra essere la strategia di Marion. «Sette o otto deputati Reconquête nel gruppo Ecr dei conservatori e riformisti, che possono giocare un ruolo di perno, di ricomposizione a destra, è un fatto importante» dice Nicolas Bay, l’eurodeputato già entrato in Ecr. «Avere 20 o 25 eurodeputati lepenisti non porta alcun vantaggio».
La francese Marion Maréchal e l’italiano Vincenzo Sofo, moglie e marito, dopo le elezioni di giugno potrebbero guidare le grandi manovre per unire i gruppi Ecr dei conservatori e riformisti (Fratelli d’Italia, Reconquête, il Pis polacco, Vox spagnolo, i Democratici svedesi) con Identità e democrazia (Lega, Rassemblement national, la Afd tedesca, il Partito della libertà dell’olandese Geert Wilders) e almeno la parte più conservatrice del Partito popolare europeo, costruendo così una nuova maggioranza di destra in Europa. Marion Maréchal non esclude di mediare in particolare tra Giorgia Meloni e la zia Marine Le Pen. Sempre che i vecchi dispiaceri famigliari lo permettano.
UNA FAMIGLIA TURBOLENTA, MA ORA MARION NON ESCLUDE DI MEDIARE TRA LA ZIA MARINE E GIORGIA MELONI