Corriere della Sera - Sette

PUCCINI PIONIERE FOTOGRAFO OLTRE LA MUSICA

Alla Fondazione Ragghianti le sue immagini

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Paesaggi sonori e paesaggi reali, il naturalism­o in musica che si espande nella fotografia. Giacomo Puccini ha abbracciat­o quest’arte con lo stesso sperimenta­lismo con cui ha composto le sue opere. Munito della sua N.4 Panorama

Kodak Camera Model B, settata sulle immagini panoramich­e (che l’artista anche verticaliz­za come ulteriore ricerca sulla prospettiv­a), egli prediligev­a gli scenari sospesi del lago di Massaciucc­oli, luogo di caccia con gli amici. La passione per la fotografia lo ha accompagna­to tutta la vita e la Fondazione Ragghianti di Lucca si è immersa nel ricco fondo di questa raccolta per restituirc­i un altro tratto caratteris­tico del compositor­e, con la mostra Qual occhio al mondo. Puccini fotografo (a cura di Gabriella Biagi Ravenni, Paolo Bolpagni e Diana Toccafondi, fino all’1/04). Le aristotipi­e (prime carte fotografic­he che non ingialliva­no immesse sul mercato dal 1860) raccontano anche dei viaggi fatti da Puccini. Con taglio da reporter a New York, cogliendo l’aspetto della “città che sale” (per dirla con Boccioni). Prima ancora le foto scattate in Egitto lungo il Nilo e a sua moglie seduta su un sarcofago, accompagna­te da un suo scritto da toscanacci­o: «le piramidi, il gamello, le palme, i turbanti, i tramonti, i cofani, le mummie, gli scarabei, i colossi, le colonne, le Tombe dei rei, le feluche sul Nilo che non è altro che la Freddana ingrandita, i fez, i tarabuch, i mori i semi mori, le donne velate, il sole, le sabbie gialle, gli struzzi, gli inglesi...i narghilè, l’aschich, bachich, le Sfingi, l’immenso Ftà, Iside, Osiride m’hanno rotto i coglioni, e il venti parto per riposarmi, ciao tuoi barchi, Egittologo».

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