Corriere della Sera - Sette

TUTTE LE NOTE DEL VENTENNIO COME UNA PLAYLIST

In Eiar Eiar Alalà 130 schede su canzoni fasciste

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La musica del

Ventennio. La propaganda, quella sfacciata ma anche quella che cercava di far sembrare che tutto fosse sereno. E anche la critica al regime, quella ovviamente non poteva essere troppo diretta. Sono partiti da lì Franco Zanetti e Federico Pistone, i due giornalist­i autori di Eiar Eiar Alalà (Baldini+Castoldi), una raccolta di schede critiche di 130 canzoni di quel periodo. Che coincide, ed ecco perché la storpiatur­a del motto fascista nel titolo, con la nascita e il primo sviluppo della radio in Italia. Nata nel 1924 sotto l’insegna Uri, Unione radiofonic­a italiana, è diventata poi Eiar, Ente italiano audizioni radiofonic­he. Nel loro viaggio fra i solchi di quei dischi di gommalacca, i 78 giri antenati del vinile, i due hanno scoperto anche un tesoro di canzoni leggere che, come dice Guccini nella conversazi­one allegata, hanno superato le «ingiurie degli anni». Fra tango, fox e marce, le voci del Trio Lescano e Natalino Otto e le firme di autori come E.A. Mario e Cesare Andrea Bixio, il volume scorre come una playlist (una selezione di brani riletti dalle sorelle Marinetti, trio en travesti ,è raggiungib­ile via QR Code). Di Giovinezza si raccontano le origini di canzone goliardica cui venne poi appiccicat­o un testo la cui violenza fa impallidir­e i trapperini di periferia di oggi e che la fece diventare l’inno del Partito nazionale fascista. Faccetta nera rappresent­a la celebrazio­ni di regime dell’impresa coloniale. Pippo non lo sa e Maramao perché sei morto vennero trasformat­e dall’opinione pubblica in scherni diretti ai gerarchi Achille Starace e Costanzo Ciano. Per fortuna oggi non c’è più musica di regime. Purtroppo sta scomparend­o anche quella che è voce critica del potere.

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PIPPO NON LO SA
TRIO LESCANO PIPPO NON LO SA

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