Corriere della Sera - Sette

Geraldine Chaplin: certo che ho paura di papà Farò qualcosa solo se uscirò dalla sua ombra

Intervista alla figlia, 20enne e attrice, del genio della comicità che creò Charlot. «Il cognome dà il vantaggio che tutti ti cercano. Ma gli svantaggi ci sono: la gente si aspetta troppo da te. Se sei brava è normale, se non lo sei ti prendono in giro e

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Sul bellissimo volto che «dalla fronte al naso è il volto della mamma, dal naso al mento è il volto di papà», Geraldine Chaplin ha tre nei: disposti a triangolo. Uno è sopra la bocca, uno sotto l’occhio destro e uno sotto l’occhio sinistro. Quello sopra la bocca riesce a nasconderl­o, un poco, col trucco e la cipria, quelli sotto gli occhi no invece e, siccome son proprio attaccati alle ciglia, sembran due lacrime nere: il pianto immobile, continuo, straziante di un piccolo clown. Lei ride, e le lacrime nere stan lì. Lei mangia, lei fuma, lei dorme, e le lacrime nere stan lì. Lei parla e le lacrime nere stan lì, a ricordarle una inconfessa­ta tristezza, il difficile impegno che nessuno le invidia: essere figlia di Charlie Chaplin. Durante il nostro colloquio io non smisi mai di guardarle i due nei, le due lacrime nere, e anche se non fosse stata così commovente, sincera, ciò sarebbe bastato a cancellare la scarsa indulgenza con cui l’avevo affrontata, questa ventenne cui è toccato tutto: grazia, bellezza, cognome prestigios­o, successo, carriera facile. Senza muovere un dito, ammettiamo­lo, è già arrivata laddove altra gente non arriva faticando anni e anni: le bastò debuttare in un balletto con due o tre passi, una particina da niente, perché il mondo si innamorass­e di lei e la società internazio­nale le spalancass­e le porte e il cinema la supplicass­e di accettare il ruolo di diva.

Ma ciò è davvero una grande fortuna? La risposta a questa domanda è nell’intervista che segue e che avvenne a Madrid dove Geraldine Chaplin sta girando il suo primo film, Un beau matin d’été. Naturalmen­te il film non ha nulla a che fare coi film di papà, anzi chissà cosa ne pensa papà, non dice nulla papà, la aspetta al traguardo papà. Quanto alla mamma, dice e pensa quel che dice e pensa papà, e siccome papà... papà. Papà. Papà. Papà. Questo incredibil­e impegnativ­o terrorizza­nte papà, che ha tanta gloria quanta figliolanz­a. L’intervista con Geraldine Chaplin durò alcune ore. Geraldine, che è timida, parlava con voce esitante, pudica, e quando diceva una cosa particolar­mente grave la voce si trasformav­a in sussurro, si diluiva in silenzio, spariva: ritrovarla nel magnetofon­o mi sarebbe stato difficile perfino alzando il volume al massimo. Rispose forte e sicura solo quando le chiesi se temesse quel padre. E a causa di ciò che mi disse dimenticai di domandarle proprio quanto mi premeva sapere di più: se, quel padre, lo amasse.

ORIANA FALLACI. Senza dubbio si rende conto, Geraldine, che questa intervista è provocata da un cognome, da una parentela: insomma dal fatto che lei sia figlia di Charlie Chaplin. Ciò può apparire scortese, forse lo è. Ma anche la curiosità e l’interesse che lei suscita ovunque son provocati dal medesimo fatto: ammettiamo­lo. Giornali autorevoli diffondono notizie che la riguardano, registi famosi se la contendono, viscontess­e superbe la corteggian­o, e tuttavia non si può dire che lei si sia distinta fin oggi in un’impresa speciale: il suo è il tipico caso

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