DAVID HOCKNEY L’ULTIMO IMPRESSIONISTA
on troppo lontano dalla sua Inghilterra (dov’è nato nel 1937, nello Yorkshire), David Hockney da cinque anni ha varcato la Manica, per vivere in Normandia. Chi ha avuto la grande fortuna d’incontrarlo, come me, nel suo buen retiro francese, capisce perché ha scelto questo luogo carico di colori, di atmosfere, di tempo dilatato, dove la Natura è sempre stata amica dei pittori, perché forse vuol essere considerato come l’ultimo impressionista contemporaneo di questo secolo. Riannodandosi a Monet, al suo giardino di Giverny, alle sue ninfee. Tornare indietro nel tempo a una pittura en plein air, che lui stesso talvolta pratica, quando non siede davanti a una determinata finestra della sua casa per cogliere albe e tramonti, i riflessi della luce nell’acqua degli stagni, il passaggio dall’inverno alla fioritura degli alberi «evento grandioso e drammatico» come afferma. Il suo stesso vasto giardino è vissuto dall’artista come un dipinto, con quella falsa piscina in cemento e poi dipinta, come nei suoi più celebri lavori eseguiti a Los Angeles, dove visse nel 1964.i
La sua monografica Normandism , al Musée des Beaux Arts di Rouen (con una trentina di opere di paesaggio oltre che ritratti di gente comune: giardiniere, cuoca, medico...) consente all’artista un’intensa relazione con le collezioni del museo, con Renoir, Caillebotte, Monet, Sisley, Pissarro. E, per l’occasione, è stata creata ad hoc la Moon Room, una sala oscurata dove verranno esposte due tele e 13 disegni notturni con la luna, disegnati su Ipad, che Hockney utilizza da tempo. Una serie di immagini digitali accompagnano il percorso della mostra (dal 22/03 al 22/09), che s’inscrive nel nutrito progamma di eventi del Festival dell’Impressionismo.