RENOIR E I CORPI ISPIRATI DAL RINASCIMENTO CAPOLAVORI SU CORRIERE.IT
Che cosa definisce un capolavoro? La sua capacità di parlarci anche a distanza di secoli, la sua resistenza alle mode, la sua complessità che, però, riesce a manifestarsi con chiarezza. La rubrica d’arte di Corriere. it, Capolavoro!, sul sito del Corriere ogni venerdì mattina, prende spunto da storie, opere, vite d’artista che hanno saputo attraversare tempo e spazio, magari dialogando con altre discipline. Prendiamo per esempio la Bagnante bionda di Pierre-Auguste Renoir, dipinto del 1882 oggi custodito nella Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli di Torino.
Sembra una giovane ninfa moderna, con un corpo florido e pronto a un tuffo. In realtà questo quadro racconta una storia affascinante, che coinvolge il mondo moderno e quello antico, legandoli con un filo invisibile. Accade che nella seconda metà dell’Ottocento il pittore impressionista Renoir si metta a fare dei viaggi in Italia. Lui, l’artista che aveva già fatto un salto di linguaggio pittorico, passando dalla rappresentazione accademica tradizionale a quella impressionista, dalla raffigurazione alla messa in scena della percezione.
Quando arriva in Italia, Renoir resta molto colpito da Tiziano e da Raffaello e in particolare coglie la nobiltà espressa da quei corpi nudi, classicheggianti. Capisce che dietro quelle donne c’è una profonda cultura, ci sono i princìpi rinascimentali, i concetti (altissimi) di eros e amore. E così intensifica la sua produzione di bagnanti: donne ispirate alla tradizione classica, con corpi morbidi e solari, corpi felici come potremmo definirli. Un corpo come quello della Bagnante bionda che ancora oggi possiamo ammirare a Torino.