DIFENDERE LA DIVERSITÀ CONVIENE ALLA SOCIETÀ INTERA ANCHE SE È FATICOSO
Pubblicato nel 1859, il saggio Sulla libertà di John Stuart Mill merita sempre una lettura. L’idea di fondo è chiara: il massimo valore della società è la libertà individuale. E il compito dello Stato è di proteggere e garantire questa libertà. In concreto questo significa: libertà di espressione – ognuno deve poter esprimere le proprie opinioni in ogni campo; libertà di scelta – ognuno deve poter vivere la propria vita secondo la propria volontà e le proprie inclinazioni; libertà di associazione – ognuno deve potersi associare con chi vuole per qualsiasi fine. Sempre, ovviamente, e fino a che queste libertà non creino danni ad altri, o ne intacchino la libertà. Condivisibili in linea generale, simili idee diventano più problematiche quando sono calate nel contesto della nostra quotidianità. Fino a che punto siamo disposti a tollerare idee e comportamenti diversi da quelli che a noi sembrano giusti?
Il valore di una società libera, si spera, dovrebbe essere fuori discussione per noi, oggi. Non sempre ce ne rendiamo conto, perché ci sembra scontato, ma la libertà di poterci esprimere e scegliere è un bene molto più raro di quanto pensiamo, quando osserviamo il mondo intorno a noi. E solo per questo, per questa sua fragilità, dovremmo essere sempre pronti a difendere le libertà che abbiamo conquistato. Fino a che punto, però, entro quali limiti? Perché, anche all’interno di società liberali come la nostra, si annida un rischio potenziale: è quella che Mill chiamava «la tirannia della maggioranza». È la tendenza a biasimare comportamenti e opinioni che non rientrano nelle aspettative della maggioranza. Accettare e tollerare la diversità è faticoso, e basta pensare a tutte le polemiche sulle inclinazioni sessuali delle persone, per rendersene conto. In teoria non si capisce quale sia il problema di una persona che ha gusti sessuali diversi dai nostri. In pratica, però, capita spesso che le manifestazioni di diversità generino anche sentimenti di fastidio. È così, e le cose non vanno diversamente quando si considerano le polemiche che si accompagnano a certe prese di posizioni fuori del coro.
Ma per Mill è proprio lì che si annida il pericolo maggiore. Immaginiamo il caso ipotetico di una società composta da persone di buon senso, motivate dai sentimenti migliori e che concordano tutte. Per il filosofo britannico sarebbe comunque una società più povera di una società in cui ci fossero persone che continuano a sostenere idee o a tenere comportamenti diversi, anche se questi fossero sbagliati. Perché una società composta di persone che la pensano tutte allo stesso modo finisce inevitabilmente per fossilizzarsi entro schemi precostituiti e luoghi comuni sempre più banali. Ed è per questo che è fondamentale tutelare le minoranze (nella misura, giova sempre ripeterlo, in cui non rechino danni ad altri): perché difendere il diritto alla diversità o all’anticonformismo è la terapia migliore conto il rischio dell’omologazione. A volte è faticoso – è inutile negarlo –, a volte bisogna avere pazienza di fronte a certe provocazioni, ma è solo in questo modo che possiamo proteggere la ricchezza della nostra società. Conviene a tutti.
MILL RITENEVA LA LIBERTÀ INDIVIDUALE IL MASSIMO VALORE E METTEVA IN GUARDIA DALLA TIRANNIA DELLA MAGGIORANZA