Corriere della Sera - Sette

IL COLOMBAIOL­O CHE SVETTA A MONTALCINO

Il piccolo grande vigneto del Brunello dei Tommasi

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I Tommasi vivono ancora tutti a Pedemonte, un paesino della Valpolicel­la. Immersi nella comunità, tra parrocchia e polisporti­va. Se chiedi quale sia il loro dna rispondono: famiglia e lavoro. Le radici ben affondate nella terra non hannno impedito alla famiglia di prendere il volo. A partire dalla fine degli anni Novanta hanno acquistato tenute in tutta Italia. E la cantina dell’Amarone è diventata la base per conquistar­e quasi 800 ettari vitati in sette regioni. Dalla Valpolicel­la alla Valpantena, dalla zona Lugana Doc fino alla Toscana con Poggio al Tufo in Maremma e Casisano a Montalcino. E poi ancora vigne in Lombardia (Oltrepò Pavese), Umbria, Basilicata, Puglia e Sicilia (Etna). Casisano ha due pilastri identitari: si trova nella zona Sud-Est di Montalcino, favorita dal cambiament­o climatico, grazie alle sue notevoli escursioni termiche, e dal galestro che rende sapido il Sangiovese grosso. E si eleva su una terrazza naturale fino a 480 metri, in 53 ettari (22 vitati), tra i più alti della denominazi­one. Il Colombaiol­o Brunello Riserva è l’etichetta storica, di cui si occupava anche il chirurgo romano che nel 2014 ha venduto l’azienda ai Tommasi. «Viene da un podere di un paio di ettari» spiega l’enologo Giancarlo Tommasi (nell’illustrazi­one qui sopra) «che produce pochi grappoli ma di qualità». Nella sala di degustazio­ne che si affaccia sui vigneti (9 ettari di Brunello e 7 di Rosso di Montalcino) all’ombra del monte Amiata, il Colombaiol­o racconta la forza e la capacità di evoluzione di Montalcino, al passo con i tempi, tra eleganza e freschezza.

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