LEI SARÀ UN PO’ CRUDELIA TU PERÒ NON HAI VOLUTO VEDERE CHE AMAVA ANCORA IL SUO EX
Buonanotte Massimo, scrivo ora dopo aver letto un tuo post su Instagram riguardo il bicchiere mezzo vuoto. 5 anni fa incontro una ragazza bellissima, di 7 anni più grande di me, io infermiere e lei dottoressa. Idealizzata dal primo minuto, innamorato perso dei suoi occhi e della dedizione che ci accomunava nel dedicarci ai malati. Lei mi racconta di un amore passato che l’ha fatta soffrire e per il quale ha sofferto rinunciando a un suo desiderio di maternità. Io non do troppa importanza alla cosa e dopo 4 mesi concepiamo una bambina. Poi arriva il COVID e mi trasferisco da lei, dividendomi tra mio padre malato e la sua gestazione. Durante la gravidanza vedo un netto cambiamento in lei (aveva iniziato nuovamente a parlare con l’ex). Nasce la bimba e dopo un anno lei riprende il lavoro, sempre più infastidita da me su tutto, nonostante io avessi cambiato sede lavorativa per agevolarla e occuparmi della bimba e della casa. Cerco un dialogo con lei, ma mi ritrovo un muro di gomma. Finché scopro che ha una relazione con il suo ex e che nuovamente ha rinunciato a una maternità che l’altro non avrebbe voluto. Cerco una spiegazione e lei incolpa solo me, senza fare autocritica, con un’avidità mai vista. Ora mi ritrovo in affitto, cercando di uccidere quella speranza che mi dilania l’anima e di diventare il miglior padre per mia figlia, sentendomi in colpa per essere andato via di casa. Le racconto questo senza entrare nei dettagli manipolativi di Crudelia, per capire come per tutto questo tempo io non abbia fatto altro che giustificare e cercare di riempire un bicchiere che la mia ex compagna continuamente svuotava. I bicchieri si riempiono e si svuotano in due, ma se uno fa di tutto per riempirlo e l’altro per svuotarlo, come si fa?
COME SI FA? Ci si lascia, caro G, come avete fatto tu e colei che chiami Crudelia. Ma prima di entrare nel merito della vostra storia, permettimi di commentarne l’incipit: “Dopo aver letto un tuo post su Instagram…”. Lo sospettavo, e tu me ne hai dato la prova: siamo entrati nella fase terminale della comunicazione scritta. Vengo considerato uno scribacchino sintetico, i miei Caffè sul Corriere non superano le venticinque righe e le risposte su 7 la quarantina. Ma queste misure, che nel Novecento sarebbero apparse striminzite, risultano sterminate in un mondo dove nessuno riesce più a mantenere la concentrazione oltre il tempo che passa tra una notifica del telefono e la successiva. La parola scritta è ormai confinata alla dimensione “bacio perugina”: sui social si leggono solo singole frasi, che però sganciate dal contesto sono spesso fuorvianti e talvolta incomprensibili. Ma tra vent’anni, forse anche prima, persino le frasette saranno diventate troppo impegnative e si passerà all’ultimo stadio: la comunicazione per emoticon, con scambi di faccette, smorfie ed esclamazioni da fumetto. Nell’attesa, provo ancora a risponderti attingendo all’alfabeto tradizionale, consapevole che di tutto quel che ti dirò resterà, se va bene, una sola frase
«INCOLPA SOLO ME DELLA FINE... QUANDO HO CERCATO DI PARLARLE HO TROVATO UN MURO DI GOMMA»
che qualcun altro leggerà sul suo telefono senza neanche sapere a chi era rivolta e perché.
Le parole riguardo al bicchiere vuoto che tanto ti hanno colpito facevano parte di una risposta di ben 42 righe alla lettera di un uomo che si sentiva in colpa per avere tradito la moglie. Cercavo di spiegargli che il tradimento supplisce a una carenza del rapporto principale. Se un bicchiere è colmo fino all’orlo - sosteneva la mia ardita metafora - non può accogliere altra acqua. Se l’acqua è entrata, significa che ha trovato spazio. Tradotto: non si va in crisi perché ci si tradisce, ma ci si tradisce perché si è già in crisi. Opinione discutibile, e di fatto negata dal film Unfaithful, dove la moglie Diana Lane perdeva la testa per un giovane e attraentissimo francese, nonostante suo marito fosse Richard Gere e il loro matrimonio andasse a gonfie vele sotto tutti i punti di vista.
Nella vostra storia, però, il bicchiere che è stato riempito fino all’orlo non è quello tra te e la tua compagna, ma quello tra la tua compagna e il suo ex, di cui lei non ha mai smesso di essere innamorata. Non so se agli inizi “Crudelia” sia stata brava a mascherare i suoi sentimenti o se sei tu che hai preferito non vederli. Forse un mix tra le due cose. Ma hai prima sottovalutato, e poi amaramente pagato, una delle poche leggi infallibili dell’amore: una relazione non finisce davvero quando ci si lascia, ma solo quando ci si innamora di qualcun altro.
DI UNA COSA SONO CERTO: UNA RELAZIONE FINISCE NON QUANDO CI SI LASCIA, MA QUANDO CI SI INNAMORA DI ALTRI