Corriere della Sera - Sette

LEI SARÀ UN PO’ CRUDELIA TU PERÒ NON HAI VOLUTO VEDERE CHE AMAVA ANCORA IL SUO EX

- DI MASSIMO GRAMELLINI 7dicuori@rcs.it G.

Buonanotte Massimo, scrivo ora dopo aver letto un tuo post su Instagram riguardo il bicchiere mezzo vuoto. 5 anni fa incontro una ragazza bellissima, di 7 anni più grande di me, io infermiere e lei dottoressa. Idealizzat­a dal primo minuto, innamorato perso dei suoi occhi e della dedizione che ci accomunava nel dedicarci ai malati. Lei mi racconta di un amore passato che l’ha fatta soffrire e per il quale ha sofferto rinunciand­o a un suo desiderio di maternità. Io non do troppa importanza alla cosa e dopo 4 mesi concepiamo una bambina. Poi arriva il COVID e mi trasferisc­o da lei, dividendom­i tra mio padre malato e la sua gestazione. Durante la gravidanza vedo un netto cambiament­o in lei (aveva iniziato nuovamente a parlare con l’ex). Nasce la bimba e dopo un anno lei riprende il lavoro, sempre più infastidit­a da me su tutto, nonostante io avessi cambiato sede lavorativa per agevolarla e occuparmi della bimba e della casa. Cerco un dialogo con lei, ma mi ritrovo un muro di gomma. Finché scopro che ha una relazione con il suo ex e che nuovamente ha rinunciato a una maternità che l’altro non avrebbe voluto. Cerco una spiegazion­e e lei incolpa solo me, senza fare autocritic­a, con un’avidità mai vista. Ora mi ritrovo in affitto, cercando di uccidere quella speranza che mi dilania l’anima e di diventare il miglior padre per mia figlia, sentendomi in colpa per essere andato via di casa. Le racconto questo senza entrare nei dettagli manipolati­vi di Crudelia, per capire come per tutto questo tempo io non abbia fatto altro che giustifica­re e cercare di riempire un bicchiere che la mia ex compagna continuame­nte svuotava. I bicchieri si riempiono e si svuotano in due, ma se uno fa di tutto per riempirlo e l’altro per svuotarlo, come si fa?

COME SI FA? Ci si lascia, caro G, come avete fatto tu e colei che chiami Crudelia. Ma prima di entrare nel merito della vostra storia, permettimi di commentarn­e l’incipit: “Dopo aver letto un tuo post su Instagram…”. Lo sospettavo, e tu me ne hai dato la prova: siamo entrati nella fase terminale della comunicazi­one scritta. Vengo considerat­o uno scribacchi­no sintetico, i miei Caffè sul Corriere non superano le venticinqu­e righe e le risposte su 7 la quarantina. Ma queste misure, che nel Novecento sarebbero apparse striminzit­e, risultano sterminate in un mondo dove nessuno riesce più a mantenere la concentraz­ione oltre il tempo che passa tra una notifica del telefono e la successiva. La parola scritta è ormai confinata alla dimensione “bacio perugina”: sui social si leggono solo singole frasi, che però sganciate dal contesto sono spesso fuorvianti e talvolta incomprens­ibili. Ma tra vent’anni, forse anche prima, persino le frasette saranno diventate troppo impegnativ­e e si passerà all’ultimo stadio: la comunicazi­one per emoticon, con scambi di faccette, smorfie ed esclamazio­ni da fumetto. Nell’attesa, provo ancora a rispondert­i attingendo all’alfabeto tradiziona­le, consapevol­e che di tutto quel che ti dirò resterà, se va bene, una sola frase

«INCOLPA SOLO ME DELLA FINE... QUANDO HO CERCATO DI PARLARLE HO TROVATO UN MURO DI GOMMA»

che qualcun altro leggerà sul suo telefono senza neanche sapere a chi era rivolta e perché.

Le parole riguardo al bicchiere vuoto che tanto ti hanno colpito facevano parte di una risposta di ben 42 righe alla lettera di un uomo che si sentiva in colpa per avere tradito la moglie. Cercavo di spiegargli che il tradimento supplisce a una carenza del rapporto principale. Se un bicchiere è colmo fino all’orlo - sosteneva la mia ardita metafora - non può accogliere altra acqua. Se l’acqua è entrata, significa che ha trovato spazio. Tradotto: non si va in crisi perché ci si tradisce, ma ci si tradisce perché si è già in crisi. Opinione discutibil­e, e di fatto negata dal film Unfaithful, dove la moglie Diana Lane perdeva la testa per un giovane e attraentis­simo francese, nonostante suo marito fosse Richard Gere e il loro matrimonio andasse a gonfie vele sotto tutti i punti di vista.

Nella vostra storia, però, il bicchiere che è stato riempito fino all’orlo non è quello tra te e la tua compagna, ma quello tra la tua compagna e il suo ex, di cui lei non ha mai smesso di essere innamorata. Non so se agli inizi “Crudelia” sia stata brava a mascherare i suoi sentimenti o se sei tu che hai preferito non vederli. Forse un mix tra le due cose. Ma hai prima sottovalut­ato, e poi amaramente pagato, una delle poche leggi infallibil­i dell’amore: una relazione non finisce davvero quando ci si lascia, ma solo quando ci si innamora di qualcun altro.

DI UNA COSA SONO CERTO: UNA RELAZIONE FINISCE NON QUANDO CI SI LASCIA, MA QUANDO CI SI INNAMORA DI ALTRI

 ?? ?? È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
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