IL TIC DELLA SINISTRA ITALIANA L’ODIO PER TUTTE LE DIVISE NON PREVISTO IN COSTITUZIONE
Ascoltare la radio, soprattutto Radiotre dove si esprime un pubblico informato e altamente politicizzato, è molto istruttivo per comprendere alcuni tic della sinistra italiana. Qualche mattina fa un’ascoltatrice si lamentava con la giornalista di turno a Prima Pagina perché negli istituti scolastici si invitano spesso donne e uomini «in divisa» a parlare coi ragazzi: poliziotti, carabinieri, finanzieri, perfino soldati diceva. E questo le pareva un segno inconfutabile della «militarizzazione della scuola italiana».
A parte il fatto che la scuola italiana oggi è un tale casino che immaginarsela come una caserma fa ridere, che cosa c’è di male in una divisa? E perché mai se ne dovrebbe nascondere la vista ai nostri impressionabili figli? L’ascoltatrice paventava il rischio che la scuola si stia mettendo l’elmetto. Come se ai piani alti del potere qualcuno, sicuramente fascista, avesse deciso di mettere i nostri giovani in assetto bellico preventivo, preparando così il progressivo slittamento dell’Europa verso quella Terza Guerra Mondiale che i comportamenti delittuosi dell’Occidente rendono sempre più inevitabile.
Dovevano sembrarle un aspetto di tale militarizzazione anche gli innocenti incontri con quei poveri sottufficiali della polizia stradale che si sobbarcano compiti di didattica per elevare la cultura della sicurezza sulle strade dei nostri ragazzi; o le visite di carabinieri e finanzieri esperti nel contrasto alla diffusione delle tossicodipendenze, problema cui i giovani in età scolare sono notoriamente estranei; cioè tutte quelle iniziative di educazione civica che quando i nostri figli ce le raccontano a casa annuiamo con soddisfazione, apprezzandone il valore pedagogico. Per non dire poi delle occasioni in cui ufficiali della Marina, dell’Esercito o dell’Aviazione vanno nelle scuole per illustrare il loro lavoro, nella speranza di invogliare qualche giovane di oggi a diventare un soldato di domani. Vade retro. Manco fosse una leva forzata, una coscrizione obbligatoria, e alla fine della lezione i suddetti militari facessero marciare le scolaresche al passo dell’oca.
Naturalmente si può legittimamente odiare la divisa in quanto simbolo dell’autorità; o perché si è così radicalmente non-violenti da rifiutare ogni uso delle armi, anche quelle dei vigili urbani. E però pure i dentisti con i loro trapani non ci sono simpatici, ma siamo tutti consapevoli che le carie esistono e qualcuno che le rimuova è indispensabile. Allo stesso modo, ci dovrà pur essere qualche divisa che ci difenda da chi usa le armi contro di noi, pacifici e non violenti cittadini. Lo Stato è nato proprio sulla base di quest’esigenza: assicurare la protezione di una comunità dai rischi dello stato di natura, dell’homo homini lupus. Cui gli odiatori delle divise, come la signora di cui sopra, ci farebbero regredire con il loro affettato e ipocrita irenismo integrale.
Ps: la Costituzione-più-bella-del-mondo recita all’articolo 52: «La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e nei modi stabiliti dalla legge».
SU RADIOTRE L’IPOCRITA IRENISMO INTEGRALE DI UN’ASCOLTATRICE. EPPURE IL SERVIZIO MILITARE È OBBLIGATORIO (NEI LIMITI E NEI MODI)