Corriere della Sera - Sette

QUEL 99 PER CENTO DI TARTARUGHI­NE FEMMINA, TERMOMETRO DELLA CRISI

- DI ILARIA CAPUA

È stato il marzo più caldo di sempre e già iniziamo a pensare di farci una giornata al mare o il primo bagno. L’acqua sarà un po’ freddina, ma adesso le temperatur­e sono gradevoli e l’andare al mare per noi italiani è parte integrante della nostra cultura. Ci ha nutriti per millenni (l’oceano è la principale fonte di proteine del pianeta), è stata una sorgente inesauribi­le di biodiversi­tà e pensate che le piante marine e le alghe assorbono venti volte più CO2 dell’equivalent­e area di foresta. Forse non ci ragioniamo abbastanza su quanto la salute del mare sia legata a doppio filo con la nostra. Intanto pesci e molluschi fanno parte della nostra dieta e quindi sia le nobili proteine ed omega3, sia le sostanze nocive assorbite da queste creature ce le troviamo nel piatto, siano esse sostanze chimiche oppure le micro o nano plastiche che ormai sono veramente dappertutt­o. Ma c’è molto di più: i nostri mari stanno cambiando. Cambiano perché l’acqua diventa sempre più calda ma anche perché si stanno impoverend­o di alcune specie di pesci a causa della sovrappesc­a. In sostanza: se si pescano troppo i giovani adulti che sono appena arrivati all’età riprodutti­va, non ci saranno abbastanza giovani adulti in riproduzio­ne e di conseguenz­a ci sarà un calo demografic­o nelle popolazion­i di alcune specie di pesci che sono presenti nelle nostre diete e che fanno parte della tradizione culinaria di molte nostre regioni.

E poi ci sono le coste, di cui noi abbiamo migliaia di chilometri e che in alcune zone di Italia si stanno erodendo, anzi direi quasi ritirando. Le spiagge delle località marine della nostra giovinezza sono sempre più sottili e frastaglia­te. Gli ombrelloni sono piazzati come sardine e ormai si toccano quando sono aperti. Insomma, le cose stanno cambiando e i piccoli cambiament­i che abbiamo osservato negli anni è come se si manifestas­sero, ora, tutti insieme.

Un cambiament­o sconosciut­o ai più, ma che ha delle ramificazi­oni molto importanti, per esempio, per le tartarughe di mare. Le tartarughe di mare, infatti, nidificano sulle spiagge, tornando a nidificare sulla stessa spiaggia in cui sono nate. Le femmine depongono le uova all’interno di nidi scavati nella spiaggia, che poi vengono ricoperti di sabbia e, grazie al calore del sole, avviene lo sviluppo dell’embrione di tartaruga, visto che le tartarughe mamme non sono attrezzate per covare. Le tartarughe di mare sono rettili e quindi sono animali a sangue freddo, il che significa che non hanno un meccanismo di regolazion­e della temperatur­a, e se le uova sono incubate al di sotto dei 27 gradi nasceranno più tartarughe maschio, se invece la temperatur­a è oltre i 31 gradi nasceranno più femmine.

Con il caldo di questi ultimi anni tempi questo fenomeno è molto evidente: in Florida sono ormai diversi anni che schiudono tartarughi­ne solo femmine (circa il 99%). Insomma, il mare ed i suoi abitanti stanno cambiando — e con loro anche noi.

È L’EFFETTO DEL CALDO LUNGO LE NOSTRE COSTE: I MARI STANNO CAMBIANDO E, INEVITABIL­MENTE, NOI CAMBIEREMO CON LORO

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