GLI ALTRI TUTTI BUONI? SEI DI SINISTRA TUTTI CATTIVI? SEI DI DESTRA NON HAI MAI COLPE? SEI VECCHIO
Quando non capiamo perché gli altri fanno o pensano qualcosa che ci appare sbagliato, o perché autolesionista o perché ingiusto o pericoloso, di solito ci arrabbiamo perché siamo convinti che lo facciano con le migliori intenzioni. Presumiamo cioè in loro la buona fede e l’innocenza dei sentimenti, la bontà intrinseca che riteniamo presente, seppur nascosta, nel fondo di ogni essere umano. E ciò che ci fa letteralmente impazzire è il constatare che quelle persone non si accorgano di quanto il loro comportamento sia in realtà contraddittorio e controproducente rispetto agli stessi fini e obiettivi che siamo convinti perseguano.
Facciamo un esempio: un amico ci fa un torto. La prima reazione è di indispettirsi perché siamo certi che si tratti di un amico, e perciò ci fa rabbia constatare che lui non si avveda di aver così smentito la sua amicizia. Oppure: un figlio non studia, o si comporta male a scuola. Ci prende il nervoso perché pensiamo che lui o lei non comprendano che in quel modo si danneggiano, si preparano una vita peggiore, meno ricca e meno bella, e ci sentiamo in colpa perché non riusciamo a farglielo capire. Oppure ancora: una persona al bar parteggia apertamente per un dittatore (uno qualsiasi, ce ne sono tanti popolari di questi tempi) e noi ci scalmaniamo per correggerlo invocando il valore della libertà che riteniamo condiviso, acquisito nella nostra cultura comune.
Ma se noi partissimo da un altro presupposto, e cioè che ci troviamo di fronte a una persona che in verità non ci è mai stata amica; oppure a un figlio che ha abbracciato un sistema di valori diverso dal nostro, in cui lo studio e la cultura non hanno peso; o infine qualcuno che disprezza la libertà, e le preferisce il proprio benessere o l’invidia per quello altrui, allora ci arrabbieremmo molto meno.
L’alternativa che abbiamo di fronte nel rapporto con i nostri simili, ridotta all’osso è sempre questa: diamo per scontata la fondamentale bontà della natura umana, oppure ne riconosciamo il potenziale di malvagità, ignoranza o stupidità che contiene, almeno quando è evidente?
Io penso che sentirsi di sinistra o di destra stia tutto in questo dilemma. I primi, i fautori della tesi che gli esseri umani sono in origine buoni, e se diventano cattivi o sciocchi è solo colpa delle circostanze e della società, sono quelli di sinistra. I secondi, convinti invece che nell’animo di ogni individuo si annidi la cattiveria, l’avidità e l’egoismo, sono quelli di destra.
Il problema è che, con il passare degli anni, la nostra frequentazione degli umani si arricchisce inevitabilmente di esempi di vizio e malvagità. Deve essere qui la spiegazione del perché si dice che da giovani si è di sinistra e da vecchi di destra: perché da vecchi si diventa pessimisti sulla natura umana. E non c’è niente come essere di destra per poter esecrare i vizi altrui senza dare nessuna colpa a sé stessi. Vivendo così decisamente meglio.
CON IL PASSARE DEGLI ANNI LA NOSTRA FREQUENTAZIONE DEGLI UMANI SI ARRICCHISCE INEVITABILMENTE DI ESEMPI DI VIZIO E MALVAGITÀ