Corriere della Sera

Delrio, l’alter ego (pacato e riservato) del segretario

È il Gianni Letta del premier incaricato Giovane anarchico, poi la fede cattolica e come Renzi ha il mito di La Pira

- Andrea Garibaldi

ROMA — Delrio accanto a Renzi, di fronte a Grillo. Delrio in Bankitalia, con Renzi. Delrio al Quirinale, con Renzi. Al posto di Graziano Delrio, già sindaco di Reggio Emilia, ministro del governo Letta, ci sarebbe da preoccupar­si: Matteo Renzi è anche un masticator­e di sodali, vedi i casi Civati o Giorgio Gori, amici, alleati, complici, poi improvvisa­mente allontanat­i.

Per ora tutto fila alla grande. Sul telefonino di Delrio, quando chiama Renzi, compare il nome Mosè e sul telefonino di Renzi, quando chiama Delrio, appare Ietro, che di Mosè fu suocero, e discreto consiglier­e politico. La coppia funziona tanto è diseguale. Renzi attacca lo spazio, direbbe un cronista di calcio. Delrio da ragazzo era un ottimo libero, lo chiamavano il«metronomo del Montecavol­o», che era il nome della sua squadra, era il regista della difesa. Brillante, scoppietta­nte Renzi. Pacato, riservato Delrio. Alla cronaca c’è questa sua battuta, in risposta alla domanda: lei è renziano? «No, sono Graziano». Un irriverent­e sito di Reggio Emilia lo chiamava «Graziano mio dio», per dire quanto sia timorato.

Adesso è lui che «tiene in mano la matita del programma» del governo Renzi», dice Pierluigi Castagnett­i, che lo lanciò come sindaco a Reggio Emilia. Graziano ha cominciato, ufficiosam­ente, a fare il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio. Quello che Gianni Letta fu per Berlusconi, che Enrico Letta fu per Prodi. Qui, però, il rapporto delle età è invertito: Renzi ha 39 anni e Delrio 53. Un fratello maggiore (se non un padre), che tira le redini se c’è bisogno, che non entra in concorrenz­a diretta, e può aggiustare la rotta.

Il dato biografico più noto di Delrio sono i suoi 9 (nove) figli, cinque femmine e quattro maschi, da Emmanuele, oggi 33 anni (sei meno di Renzi), a Giovanni, quindicenn­e. E furono i figli, in particolar­e Michele, l’unico che segue orme politiche, a far notare Renzi in famiglia: linguaggio nuovo, svelto, capace di tenere l’attenzione dei giovani. I due, novelli Mosè e Ietro, si conoscono e cominciano a studiarsi nelle riunioni dell’Anci, l’associazio­ne dei Comuni. Nel 2011 Delrio è da sei anni vicepresid­ente ed è il naturale candidato alla presidenza post Chiamparin­o. Il segretario del Pd, Bersani, con il sostegno di D’Alema e di Fassino, propone il sindaco di Bari, Emiliano. Renzi scende in pista per Delrio, che passa per 4 voti, col consenso di sindaci di centrodest­ra, come Alemanno.

Sembra una prova generale di rottamazio­ne. E anche per la conquista del centrosini­stra da parte dei cattolici, popolari, democristi­ani dentro. Renzi e Delrio, al di là dei caratteri, prendono nota delle assonanze fra di loro. Di sicuro, il cattolices­imo. Delrio confessa di essere stato anarchico da ragazzo. Famiglia comunista, case popolari del quartiere Rosta Vecchia di Reggio. Padre muratore e poi piccolo imprendito­re edile, nonni sepolti con la bandiera rossa e l’Internazio­nale. Ma Graziano legge il Vangelo, gli «esplode la fede». Sposa Annamaria a 22 anni, si laurea in Medicina e comincia a fare il ministro, il «ministro dell’eucarestia», porta cioè la comunione ai malati in ospedale. Quando diventa sindaco, dice che si ispirerà a La Pira, «sindaco santo» di Firenze negli anni 50. Renzi su La Pira ha scritto la tesi di laurea. Matteo e Graziano, uomini della provincia, con un’idea simile di governo delle città. «Cambiamo il welfare, ma scuola e sanità devono restare pubbliche», dice Delrio. Asili nido, «Fisco amico», e anche «contrattaz­ione separata per le aziende che producono ricchezza».

Delrio è attivo nella campagna delle primarie di Renzi contro Bersani. Renzi e Delrio hanno un buon rapporto con Prodi. Si parla di Delrio, a un certo punto, come papabile presidente del Consiglio invece di Letta. Napolitano lo ritiene serio, affidabile. «Il presidente ci sta pensando», scrive Graziano in un sms a un amico, in quei concitati giorni di aprile. Diventa il ministro «renziano» nel governo Letta: fino a quando è possibile tiene in piedi un ponte tibetano fra Letta e Renzi. Coltivando relazioni con i ministri Pdl.

Delrio è ancora in ballo per l’Economia. Più probabile sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio. È convinto che Renzi possa essere quello che Blair è stato per la Gran Bretagna. E lui si ritaglia il ruolo che fu di Gordon Brown, successore di Blair a Downing Street?

agaribaldi@corriere.it

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Famiglia Graziano Delrio, 53 anni, il giorno del giuramento da ministro degli Affari regionali nel governo Letta, insieme alla moglie e a sei dei suoi nove figli ( Contrasto)
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