Corriere della Sera

Economia, torna l’idea di un tecnico E si rafforza il nome di Padoan

Per Delrio il ruolo di sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Cantone o Gratteri per la Giustizia. Franceschi­ni tra Interno e Cultura

- Monica Guerzoni

ROMA — «Noi non stiamo discutendo di nomi, voi invece sì e mi state anche dando qualche suggerimen­to...». Matteo Renzi scherza con i giornalist­i e mostra di interessar­si più ai contenuti che alla squadra di governo. Ma è un modo per non svelare le carte, proprio ora che il giuramento si avvicina. Tra gli assi ben chiusi nella manica, il leader custodisce gelosament­e il nome del Guardasigi­lli. L’idea di affidare la Giustizia a Roberto Saviano è poco più di una suggestion­e, che lascia spazio al pm anticamorr­a Raffaele Cantone e a Nicola Gratteri, procurator­e aggiunto a Reggio Calabria. Guido Calvi si è tirato fuori, i magistrati non vogliono Livia Pomodoro, i centristi non spingono abbastanza Michele Vietti... E Andrea Orlando, che avrebbe accontenta­to quasi tutte le richieste, preferisce restare all’Ambiente.

L’ormai celebre foglietto su cui il premier incaricato avrebbe appuntato i cognomi dei prescelti sta per essere svelato e in cima alla lista ci sarebbe, per il Tesoro, Guido Tabellini, classe 1956. L’ex rettore della Bocconi ha un curriculum internazio­nale avendo insegnato a Stanford e alla Ucla e ha denunciato il «rassegnato immobilism­o » dell’esecutivo uscente. Ma i giochi non sono ancora del tutto chiusi. Nelle ultime ore, oltre a Lucrezia Reichlin, ha preso a girare con forza anche il nome dell’ex vicedirett­ore dell’Ocse Pier Carlo Padoan, economista con esperienza internazio­nale e già consulente della Banca Mondiale, da poco approdato alla guida dell’Istat. Renzi avrebbe dunque deciso per un tecnico «di alto profilo», rinunciand­o dopo l’incontro con Napolitano

Le pressioni I tentativi di convincere Alfano a lasciare la carica di vice e il Viminale

a insediare in via XX Settembre il ministro uscente degli Affari regionali. Graziano Delrio resterà a Palazzo Chigi nel ruolo chiave di sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio.

Renzi ha incontrato il governator­e Ignazio Visco, ma Bankitalia assicura che non si sia parlato di nomi quanto di «tematiche economiche». Se è vero che la ricerca è chiusa, Fabrizio Saccomanni dovrà rassegnars­i: «Non sono stato contattato... Ho già detto che, se me lo chiedono, ci rifletterò...».

Il nuovo inquilino di Palazzo Chigi lavora per «de-lettizzare» il suo esecutivo, pensa di non riconferma­re Emma Bonino (Esteri) e pressa Angelino Alfano. Il tentativo di convincerl­o a rinunciare sia al Viminale che alla vicepresid­enza è ancora in corso e il leader di Ncd è intenziona­to a resistere: l’obiettivo è scongiurar­e che all’Interno vada Dario Franceschi­ni, ottenendo al tempo stesso che Beatrice Lorenzin conservi la Salute e Maurizio Lupi le Infrastrut­ture. Missione quasi impossibil­e, vista la determinaz­ione con cui i renziani continuano a promettere discontinu­ità...

Franceschi­ni è sospeso tra Viminale e Cultura. Mario Mauro, dei Popolari, vuole fortissima­mente restare alla Difesa. Casini spinge per la riconferma di Gianpiero D’Alia alla Funzione pubblica. Nel Pd Federica Mogherini è destinata agli Affari europei, però Renzi la stima molto e non è escluso per lei il gran salto agli Esteri.

La partita più delicata si gioca sui ministeri economici. Luca Cordero di Montezemol­o è fermo sul «no comment», ma ormai sembra difficile che possa accettare l’offerta di Renzi che lo voleva allo Sviluppo o al Made in Italy. Per il Lavoro l’incertezza è tanta. La sinistra Pd non riuscirà a strappare più di due ministeri. Orlando è sicuro. Massimo Bray, Cultura, è dato in uscita, tanto più che D’Alema smentisce di aver incontrato Renzi. Su Guglielmo Epifani non ci sono veti di Alfano, il quale però ha chiesto a Renzi di non affidare il Lavoro a un ex leader della Cgil: ecco allora che, per la succession­e a Giovannini, torna in corsa Pietro Ichino. Per il Lavoro o lo Sviluppo era dato in gara anche Mauro Moretti, adesso in pole per le Infrastrut­ture.

Scendono le quotazioni di Franco Bernabé al Lavoro, dentro Scelta Civica continua il duello tra Stefania Giannini e Irene Tinagli e si conferma la renziana Maria Elena Boschi, che potrebbe avere un superminis­tero: Rapporti con il Parlamento e Riforme. Tra gli uomini più vicini al leader, Lorenzo Guerini resterà al partito per guidare dall’interno la macchina del Nazareno. Renzi non rinuncerà alla segreteria e medita di affidare a Matteo Richetti la reggenza provvisori­a.

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Mario Mauro Senatore dei popolari Per l’Italia, alla Difesa con Letta, manterrebb­e l’incarico
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Federica Mogherini La responsabi­le Europa del Pd potrebbe andare agli Affari esteri o comunitari

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