Berlusconi: avanti sulle riforme. Ma evoca il voto
«Bisogna sempre essere pronti per le urne. Renzi? Non è di scuola comunista»
ROMA — Cosa si sia detto in quei sette minuti di faccia a faccia solitario con Matteo Renzi forse resterà un mistero, e magari le supposizioni su trame segrete e strategiche avvenute nel brevissimo colloquio sono affascinanti fantasie più che possibili realtà. Ma non c’è dubbio che ieri Silvio Berlusconi, parlando per oltre un’ora ai suoi parlamentari convocati alla Camera, ha mandato segnali che aumentano la preoccupazione dei già preoccupatissimi Alfano e colleghi.
La frase chiave che fa suonare il campanello d’allarme l’ex premier la pronuncia all’inizio dell’assemblea: «Tenetevi pronti per le Europee, ma anche per le Politiche, perché si potrebbe tornare alle urne tra un anno...». Parole che sembrerebbero dar ragione a chi immagina un patto segreto, siglato nei sette minuti o magari chissà quando e dove, tra Renzi e Berlusconi che potrebbe convenire ad entrambi: si fanno assieme le riforme con grande disponibilità, si fa la legge elettorale, e quando l’ex premier potrà tornare alla vita pubblica scontata la pena, si torna a votare.
L’ipotesi appare credibile tanto da far chiedere ad Alfano l’assicurazione che non si voterà prima di aver riformato almeno il Senato, e tanto da costringere Berlusconi davanti alle
La sfilata delle 500 Oggi a Roma i Club Forza Silvio organizzano una manifestazione con sfilata di Fiat 500
telecamere a smussarla: «Non fraintendetemi, io non ho fatto previsioni. Ho detto che noi dobbiamo sempre essere pronti per le elezioni e le campagne elettorali, che capitino tra quattro anni, tre anni, due anni o un anno. Non ho assolutamente fatto nessuna previsione di nessun tipo». È comunque un fatto che il Cavaliere alle elezioni si sta preparando eccome, sondaggi alla mano e Club in rampa di lancio. I primi, ha detto ai suoi, gli confermano come «il 67% degli italiani gradiscono un’opposizione responsabile, che è quella che abbiamo promesso noi», ed è prevedibile che registreranno come « in tempi di crisi chi è al governo perde voti, chi è all’opposizione come noi li guadagna». Motivi per cui il Renzi tanto benvoluto, che «non è mai stato comunista» Il dialogo tra il leader azzurro e il segretario pd sulla riforma elettorale ha avuto il suo momento centrale il 18 gennaio: Berlusconi è andato alla sede romana del Pd e ha siglato l’accordo con Renzi e con il quale «si possono fare le riforme, è un’opportunità per il bipolarismo», che commette pure lui qualche errore come «aver concesso lo streaming a Grillo, non doveva», resta pur sempre un avversario che andrà sfidato.
Come? Intanto impedendo che il Ncd abbia visibilità e spazio: «La gente ha capito di che pasta sono fatti, non accettate più spunti di dialettica con questi signori» è l’ordine ai suoi che, sospettano alcuni, deriva anche dal consiglio dato a Renzi di «non farli rientrare con le stesse facce al governo». Ma per presentarsi al meglio l’ex premier sa che bisogna riconquistare i propri elettori. E per due terzi del suo intervento, anche sconcertando un po’ i suoi, parla dei Club (che oggi a Roma davanti alla sede del partito terranno una grande manifestazione con sfilata di decine di Fiat 500) e che dovranno essere una sorta di centri di assistenza per i cittadini, soprattutto «per i non abbienti, gli anziani, che sono il 40% della popolazione». Verso chi è in difficoltà bisogna mobilitare «avvocati, commercialisti, medici, dentisti» che possano gratuitamente dare il loro contributo attraverso i Club, bisogna pensare a «chi ha bisogno di un impianto ai denti, e non ha i soldi». Senza dimenticare una delle cose più importanti: «Tante persone sole hanno animali, noi dobbiamo aiutarli mettendo a disposizione veterinari. Ma non crediate che io penso solo ai cani per Dudù: anche per i chi ha mici dobbiamo darci da fare».