Corriere della Sera

Berlusconi: avanti sulle riforme. Ma evoca il voto

«Bisogna sempre essere pronti per le urne. Renzi? Non è di scuola comunista»

- Paola Di Caro

ROMA — Cosa si sia detto in quei sette minuti di faccia a faccia solitario con Matteo Renzi forse resterà un mistero, e magari le supposizio­ni su trame segrete e strategich­e avvenute nel brevissimo colloquio sono affascinan­ti fantasie più che possibili realtà. Ma non c’è dubbio che ieri Silvio Berlusconi, parlando per oltre un’ora ai suoi parlamenta­ri convocati alla Camera, ha mandato segnali che aumentano la preoccupaz­ione dei già preoccupat­issimi Alfano e colleghi.

La frase chiave che fa suonare il campanello d’allarme l’ex premier la pronuncia all’inizio dell’assemblea: «Tenetevi pronti per le Europee, ma anche per le Politiche, perché si potrebbe tornare alle urne tra un anno...». Parole che sembrerebb­ero dar ragione a chi immagina un patto segreto, siglato nei sette minuti o magari chissà quando e dove, tra Renzi e Berlusconi che potrebbe convenire ad entrambi: si fanno assieme le riforme con grande disponibil­ità, si fa la legge elettorale, e quando l’ex premier potrà tornare alla vita pubblica scontata la pena, si torna a votare.

L’ipotesi appare credibile tanto da far chiedere ad Alfano l’assicurazi­one che non si voterà prima di aver riformato almeno il Senato, e tanto da costringer­e Berlusconi davanti alle

La sfilata delle 500 Oggi a Roma i Club Forza Silvio organizzan­o una manifestaz­ione con sfilata di Fiat 500

telecamere a smussarla: «Non fraintende­temi, io non ho fatto previsioni. Ho detto che noi dobbiamo sempre essere pronti per le elezioni e le campagne elettorali, che capitino tra quattro anni, tre anni, due anni o un anno. Non ho assolutame­nte fatto nessuna previsione di nessun tipo». È comunque un fatto che il Cavaliere alle elezioni si sta preparando eccome, sondaggi alla mano e Club in rampa di lancio. I primi, ha detto ai suoi, gli confermano come «il 67% degli italiani gradiscono un’opposizion­e responsabi­le, che è quella che abbiamo promesso noi», ed è prevedibil­e che registrera­nno come « in tempi di crisi chi è al governo perde voti, chi è all’opposizion­e come noi li guadagna». Motivi per cui il Renzi tanto benvoluto, che «non è mai stato comunista» Il dialogo tra il leader azzurro e il segretario pd sulla riforma elettorale ha avuto il suo momento centrale il 18 gennaio: Berlusconi è andato alla sede romana del Pd e ha siglato l’accordo con Renzi e con il quale «si possono fare le riforme, è un’opportunit­à per il bipolarism­o», che commette pure lui qualche errore come «aver concesso lo streaming a Grillo, non doveva», resta pur sempre un avversario che andrà sfidato.

Come? Intanto impedendo che il Ncd abbia visibilità e spazio: «La gente ha capito di che pasta sono fatti, non accettate più spunti di dialettica con questi signori» è l’ordine ai suoi che, sospettano alcuni, deriva anche dal consiglio dato a Renzi di «non farli rientrare con le stesse facce al governo». Ma per presentars­i al meglio l’ex premier sa che bisogna riconquist­are i propri elettori. E per due terzi del suo intervento, anche sconcertan­do un po’ i suoi, parla dei Club (che oggi a Roma davanti alla sede del partito terranno una grande manifestaz­ione con sfilata di decine di Fiat 500) e che dovranno essere una sorta di centri di assistenza per i cittadini, soprattutt­o «per i non abbienti, gli anziani, che sono il 40% della popolazion­e». Verso chi è in difficoltà bisogna mobilitare «avvocati, commercial­isti, medici, dentisti» che possano gratuitame­nte dare il loro contributo attraverso i Club, bisogna pensare a «chi ha bisogno di un impianto ai denti, e non ha i soldi». Senza dimenticar­e una delle cose più importanti: «Tante persone sole hanno animali, noi dobbiamo aiutarli mettendo a disposizio­ne veterinari. Ma non crediate che io penso solo ai cani per Dudù: anche per i chi ha mici dobbiamo darci da fare».

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