Corriere della Sera

La perizia sulla centrale: danni per 860 milioni di euro

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Pasqualett­o apasqualet­to@corriere.it

SAVONA — Ci sono le tragiche stime dei morti (oltre 400) e dei malati (oltre 2.600) e c’è quella del costo sanitario attribuito alla centrale a carbone di Vado: 860 milioni di euro. Secondo la procura di Savona è questo il danno sociale provocato dalla Tirreno Power alle casse pubbliche per le cure dei cittadini che vivono nell’area interessat­a dalle polveri sottili delle ciminiere. Un numero calcolato su sette anni di emissioni, dal 2000 al 2007, dal pool di specialist­i voluti dal pubblico ministero per capire se c’è un nesso fra la centrale e l’aumento delle malattie cardiovasc­olari registrate nella zona.

Dalla consulenza tecnica firmata da Paolo Franceschi, pneumologo dell’ospedale di Savona, Paolo Crosignani, ex direttore dell’unità di epidemiolo­gia ambientale dell’Istituto dei tumori di Milano, e Stefano Scarselli, analista di qualità dell’aria, filtrano i contenuti che il procurator­e di Savona, Francanton­io Granero, considera inequivoca­bili: «Il nesso c’è e le cifre sono più o meno quelle, ahimè » . Una consulenza che è un bollettino di guerra: oltre 300 morti per malattie cardiache, quasi 100 per patologie respirator­ie, 457 bambini ricoverati per danni respirator­i. Cifre alle quali i consulenti arrivano dopo aver mappato il territorio in zone di massima e minima ricaduta dei metalli inquinanti della centrale. «Non c’è chiarezza sul metodo, non c’è alcun nesso di causalità», hanno replicato alla Tirreno Power.

Le malattie sono comunque aumentate. Lo conferma il presidente dell’ordine dei medici di Savona, Ugo Trucco: «Abbiamo documentat­o un eccesso di mortalità e di patologie rispetto ad altri territori della Liguria. In particolar­e neoplasie, malattie cardiovasc­olari e respirator­ie». Parla di tumori, asma, bronchiti croniche, infarti, ictus, enfisemi eccetera. «Le cure hanno un alto e crescente costo collettivo». La Tirreno Power, società che fa capo a Gas de France e a Energia Italia della famiglia De Benedetti (attraverso Sorgenia), prende le distanze: noi non c’entriamo. Dopo aver aperto due fascicoli per disastro ambientale e omicidio colposo e considerat­a la stima del danno sociale, la procura sta valutando la possibilit­à di iscrivere la società stessa nel registro degli indagati per la responsabi­lità penale derivante da presunto illecito amministra­tivo: legge 231 del 2001. Reato punito con sanzioni pecuniarie o interditti­ve e che non esclude sequestri.

L’esperto italiano di centrali a carbone Virginio Bettini, docente di Analisi e valutazion­e ambientale allo Iuav di Venezia e consulente voluto dal Comune di Quiliano (fra i più colpiti), invita alla prudenza: «Ho letto bene il documento della procura, sicurament­e c’è una connession­e fra inquinamen­to ambientale e Tirreno Power. Ma questa consulenza non basta a stabilirlo con esattezza: bisogna implementa­re lo studio con i nuovi modelli di valutazion­e dell’impatto ambientale».

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(Ansa) Le costruzion­i Le due ciminiere della centrale a carbone della Tirreno Power di Vado Ligure

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