Risanamento, torna Zunino. Con Barrack
L’ex patron e Colony pronti a lanciare l’offerta pubblica. Titoli su del 12%
Luigi Zunino ci riprova con l’Opa su Risanamento. La novità è che questa volta l’ex patron della società crollata sotto 3 miliardi di debiti ha per alleato Thomas Barrack, che con il suo Colony capital nei mesi scorsi ha già presentato un’offerta per gli immobili parigini della società, ma è stato battuto dal fondo inglese-saudita Chelsfield. Ieri, dopo le indiscrezioni del
Sole 24 Ore relative a un’offertabis, il gruppo immobiliare guidato da Claudio Calabi su richiesta della Consob ha confermato di avere ricevuto il 17 febbraio, insieme alle banche azioniste, «comunicazione da parte di Colony capital» sull’offerta di Oui, società fondata da Zunino «che sarà riconducibile» a lui per il 30% e per il restante 70% a Barrack. Si tratta di un’operazione in due tempi: l’acquisto delle azioni di Risanamento detenute dagli istituti soci Intesa Sanpaolo ( 36%),
Soci In alto, l’immobiliarista Luigi Zunino. Qui sopra, il finanziere Tom Barrack fondatore e presidente del fondo di private equity Colony Capital Unicredit (14%), Banco Popolare (3,5%), Bpm (3%), Mps (3%) e dalle tre holding di Zunino in liquidazione (24,7%); il lancio della conseguente Opa obbligatoria sulle azioni restanti. Sempre su richiesta della Consob, Zunino dovrebbe fornire al mercato al più tardi questa mattina ulteriori dettagli. Nel frattempo ieri il titolo ha «strappato» al rialzo guadagnando il 12,31% a quota 0,23 euro.
Prezzo che va confrontato con i termini dell’offerta che, per quanto si sa finora, sarebbero pari a 0,20 euro per azione per banche e holding Zunino, più 60 milioni messi sul piatto da Barrack a favore degli istituti a fronte di un maggior impatto fiscale atteso, e 0,25 euro per il mercato. Non è chiaro dunque se la nuova proposta presenti rispetto a quella firmata dal solo Zunino in giugno (che prevedeva un corrispettivo pari a 0,25 euro per azione) novità in grado di convincere le banche azioniste ad accettare. Fermo restando che una condizione necessaria per procedere dovrebbe essere lo stop alla vendita del «tesoro» immobiliare francese, che poi è il vero obiettivo dell’Opa. Il mese scorso il consiglio di Risanamento (con il voto contrario dei rappresentanti di Banco Popolare e delle holding Zunino) ha sottoscritto un accordo preliminare con Chelsfield per la cessione dei nove edifici posizionati nel centro parigino. Il prezzo concordato è stato di 1,225 miliardi al netto delle imposte di trasferimento (pari al 6%) e l’acquirente, che deve svolgere entro fine mese le due diligence, ha versato la caparra e messo l’intera somma concordata su un conto corrente. Una seconda condizione per l’Opa dovrebbe poi essere la riproposizione della scissione di Risanamento: da una parte gli immobili francesi, dall’altra una newco destinata alle banche contenente Santa Giulia, immobili Sky, i relativi debiti. E i vari rischi e contenziosi ancora aperti.