Razzoli, una medaglia per cancellare quattro anni da buttare
«Sono qui senza aver rubato il posto»
SOCHI — Buttiamola lì: e se domani lo slalom olimpico lo rivincesse Giuliano Razzoli, il campione che con realismo dobbiamo ribattezzare «incompiuto»? «Io so solo che ho l’occasione per ribaltare tutto, da una stagione andata male a un quadriennio nel quale avrei potuto fare di più: stavolta mi basterebbe una medaglia qualsiasi, non necessariamente quella d’oro». Procedendo col passo del gambero, il buon Giuliano da Razzolo, frazione di Villa Minozzo, ha raggiunto il pendio di Rosa Khutor, augurandosi — o immaginando — che la montagna incantata incontrata quattro anni fa a Whistler Mountain si sia in qualche modo spostata nel Caucaso. Il sospetto che il suo momento possa essere di nuovo giunto si lega a vari segnali premonitori, tutti positivi. Ad esempio: non sarebbe stato né convocabile né convocato (alla memoria della gloria che fu), se il contingente assegnato all’Italia dello sci fosse rimasto da 14-15 unità.
Ma alla fine è stato aumentato a 19 «e allora io sono rientrato nella quota senza rubare il posto a nessuno, perché questo va chiarito — si infervora, lui che di solito è pacioccone — affinché non sembri
Ricordo «L’oro? Mi accontenterei di qualcosa di meno, cerco di ricordare quel giorno perfetto»
che sono un usurpatore».
Ma se è entrato in squadra per il rotto della cuffia — nel parterre di Kitzbuehel, meno di un mese fa, parlava già come chi è rassegnato all’esclusione — perché non liberare la fantasia e immaginare che il destino stia mettendo in ordine le caselle del mosaico più pazzo immaginabile, detto che l’Italia ci proverà (con buone chance) pure con Moelgg, Gross e Thaler? È la legge misteriosa del «quando meno te l’aspetti», però è anche vero che per corteggiarla occorre un minimo di presenza dell’atleta.
Allora, a che punto è lo slalomista Giuliano Razzoli, chiamato a difendere il suo tesoro? «Mi sento meglio e sono pronto, ma non nascondo che questo è stato un anno duro: il colpo alla schiena all’inizio di gennaio a Bormio, i ruzzoloni, i risultati che non sono arrivati. Lo sci è così, spesso fa arrabbiare: a volte rimedi, a volte no. Ti girano le scatole, ti monta il nervoso — e a me è successo —, ma poi tiri avanti e cerchi di pensare positivo». Cadute (tante) e risalite (di meno). È stata la colonna sonora del quadriennio del Razzo e ora che Sochi — ecco un’altra analogia con il 2010 — ripropone lo stesso scenario, quello di un’Italia affamata di oro che si appella alla coda dei Giochi per non stare nelle retrovie del medagliere, viene da domandargli se pure sul suo fronte ci siano delle similitudini tra passato e presente. «L’unico aspetto in comune è l’emozione per la sfida: ecco, è davvero uguale. Purtroppo, sono differenti gli approcci: a Vancouver arrivavo da una stagione in crescita, fatta di podi e della prima vittoria; invece a Sochi porto più che altro il desiderio di riscatto. Tenterò di rammentare come mi sentivo quattro anni fa e di trasferire qui la sciata, davvero perfetta, di quel giorno».
La strategia è semplice: avrà un numero attorno al 20, troverà una pista peggiore che in Canada (dove aveva il pettorale 13), dovrà prima di tutto limitare i danni. «Se resto attaccato ai migliori, poi posso scatenare i cavalli. La neve è simile a quella di Whistler Mountain: la “saleranno”, cosa che mi sta bene». Avanti, vediamo come butta. Per costruire una continuità mai sbocciata c’è ancora tempo («Probabilmente cambierò qualcosa: è seccante aver deluso, però io ho sempre sciato col cuore»), ora è il momento di tornare a colpire. Con una preghiera: Giuliano, tutto ma non la medaglia di legno. Risata: «Ah no, quella semmai me la faccio preparare a casa da mio padre».
Gundersen LH / 4,5 km fondo squadre Norvegia 46’48’’5 Germania 47’13’’8 Austria 47’09’’9 Italia (Runggaldier, Bauer, Costa, Pittin) 47’54’’7 femminile
finale 3°-4° posto Svizzera-Svezia
finale 1°-2° posto Canada-Usa femminile
finale 3°-4° posto Gran Bretagna-Svizzera
finale 1°-2° posto Svezia-Canada Libero individuale femminile Sotnikova (Rus) 224.59 Kim Yu Na (Cor) 219.11 Kostner (Ita) 216.73
Marchei (Ita) 173.33
Medagliere Norvegia Usa Germania Russia Canada Olanda Svizzera Bielorussia Francia Polonia Cina Svezia Austria Rep. Ceca Corea Sud Slovenia Giappone Finlandia G. Bretagna Slovacchia Italia 10 4 7 21 8 6 11 25 8 4 4 16 7 9 7 23 7 9 4 20 6 7 9 22 6 3 2 11 501 6 4 4 7 15 400 4 321 6 2 6 4 12 2 6 2 10 242 8 221 5 214 7 143 8 130 4 102 3 100 1 026 8
Finali di oggi e italiani in gara
ore 11.41: cross femminile
ore 13.45 e 17.15: slalom femminile