LA BOLIVIA ANTICAPITALISTA DI MORALES DIVENTA MODELLO DI BUON GOVERNO
Si può uscire dal solco del cosiddetto pensiero unico, nazionalizzare imprese e redistribuire reddito, e allo stesso tempo non provocare disastri in economia. La piccola Bolivia, nel cuore del Sudamerica, continente malato di populismo, ne è un buon esempio. I due mandati di Evo Morales, il primo presidente indio, si avviano alla conclusione con un saldo che lascia pochi dubbi. Lo scorso anno l’economia boliviana è cresciuta del 6,5 per cento, eccezione in una regione che ha sofferto un forte rallentamento. Il Paese andino non ha debito in eccesso, il bilancio è in pareggio e soprattutto ha riserve internazionali pari alla metà del suo Pil. Tutto questo mentre Morales non smette di tuonare contro il capitalismo, l’imperialismo Usa, la finanza internazionale. E in politica resta ancorato al Venezuela chavista (ne ha appena giustificato le azioni di repressione contro gli studenti), all’Argentina dell’inflazione fuori controllo, a Cuba. Gli scettici sostengono che non è il modello ibrido boliviano a funzionare, ma il merito è dei prezzi elevati del gas naturale, principale prodotto di esportazione. È un fatto però che le nazionalizzazioni hanno avuto successo, e le risorse ricavate dallo Stato e distribuite attraverso i programmi sociali hanno ridotto la povertà e messo in moto i consumi. Il Fondo monetario internazionale promuove Morales soprattutto per l’accorta gestione del bilancio dello Stato e mantiene una missione nel Paese. I principi socialisti sono compatibili con l’equilibrio macroeconomico, ha detto di recente il ministro dell’Economia, Luis Arce. Come dire che la catastrofe che sta vivendo il Venezuela, con il cambio disintegrato e gli scaffali dei negozi vuoti, si poteva evitare. Alla fine quello boliviano è appena il successo del pragmatismo sull’ideologia, guidato da un uomo che il mondo aveva accolto all’inizio come un personaggio appena folcloristico, uscito dalle piantagioni di coca. Ora Morales vuole restare al potere, concorrendo per un terzo mandato consecutivo. E qui i numeri dell’economia potrebbero non essere tutto. Quando un governo diventa regime, il buonsenso spesso va a gambe per aria.