Corriere della Sera

Piove anche dentro l’aeroporto di Fiumicino

Città nel caos per il traffico, metro ferma. Oggi allerta dal Friuli alla Sicilia. Il richiamo del Colle ai sindaci

- Frignani

Nubifragio a Roma. Pioggia, vento forte e grandine. Città nel caos, alberi spezzati, traffico paralizzat­o. Allagato l’aeroporto di Fiumicino (nella foto, un dettaglio): cascate d’acqua dentro il «Leonardo da Vinci», terminal a lungo inagibili, voli rallentati, danni al duty free e ai negozi. E il maltempo, che sta colpendo l’Italia con forti disagi, non si ferma. Lo stato di allerta continua anche oggi, dal Friuli alla Sicilia.

Il primo impatto è stato di mattina presto su Fiumicino. Pioggia, poi vento forte e grandine. Sulla cittadina e sull’aeroporto. Alberi e cartelloni pubblicita­ri spazzati via in pochi minuti, terminal allagati, voli rallentati. Viaggiator­i colti di sorpresa hanno ripreso tutto con i telefonini. Cascate d’acqua dentro il «Leonardo da Vinci», danni al duty free e ai negozi, come quello di Bulgari. Ma era solo l’anticipo. La perturbazi­one si è poi spostata su Roma. E, a fasi alterne, ci è rimasta tutto il giorno.

Dalla mattinata — con decine di strade chiuse per allagament­i, quattro stazioni della metropolit­ana inagibili, danni alla metro C in parte ancora da inaugurare, macchie d’umidità in aula Giulio Cesare in Campidogli­o e nella sala stampa «Oriana Fallaci» — al primo pomeriggio (disagi soprattutt­o fuori città, allagato l’osservator­io astronomic­o papale nella residenza di Castel Gandolfo, chiusa la stazione di Ciampino), e poi di nuovo in serata.

Migliaia di chiamate di soccorso, oltre 250 interventi della Protezione civile, altrettant­i dei pompieri protagonis­ti di molti salvataggi nei sottopassi allagati, come quello di un disabile prigionier­o della sua auto sull’Appia. Una ragazza ha partorito una bimba, Giuliana, vicino Tivoli su un’ambulanza bloccata dall’acqua e all’Infernetto un dipendente del servizio giardini del Comune ha avuto un infarto. È in rianimazio­ne.

Una giornata da allarme rosso — anzi viola, come a un certo punto è incautamen­te salito —, prevista dalla Prefettura che aveva ordinato la chiusura delle scuole. Il prefetto Giuseppe Pecoraro rivendica la sua decisione: «Era indispensa­bile». Soddisfatt­o anche il sindaco Ignazio Marino, che ha seguito l’emergenza da Milano per la riunione dell’Anci. Ma la sua assenza ha innescato polemiche da parte del centrodest­ra. E come sempre l’ondata di maltempo sulla Capitale ha scatenato la fantasia dei romani, pronti a twittare battute: «Scogli Albani», «Come può un tornello arginare il mare», «Rafting sulla Tiburtina», e via così.

Ma se a Roma è cessato, nel resto d’Italia l’allarme è confermato anche per oggi. Dal Nord Est alla Sicilia. Solo poco oltre confine, a Bombinasco, nel Canton Ticino, una donna di 31 anni e la figlia di 3 sono state uccise da una frana che ha travolto la loro casa. «Non va trascurato che il ripetersi di eventi catastrofi­ci, con pesanti e talvolta drammatich­e conseguenz­e per le popolazion­i colpite, per le infrastrut­ture e le ricchezze naturali, richiama tutti, e in prima persona gli amministra­tori locali, a una comune e solerte responsabi­lità», avverte il capo dello Stato Giorgio Napolitano in un messaggio ai sindaci. Quello di Palermo, Leoluca Orlando, ha deciso per oggi la chiusura delle scuole. Lo stesso hanno fatto i colleghi di Catania, Frosinone, Gallipoli, Messina (colpita dalle mareggiate), Gela e molte altre città. A Carrara, stravolta dall’alluvione dei giorni scorsi (450 sfollati e 5 mila case allagate), è caccia a chi non ha vigilato sull’argine del torrente Carrione. È crollato ma si sapeva che fosse poco resistente.

Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha annunciato una commission­e d’inchiesta. Il muro «non era imbrigliat­o come avrebbe dovuto e non è stato costruito secondo il progetto conforme». La procura indaga per disastro colposo e su un altro episodio simile del 2012. Nel centro abitato la situazione sta tornando alla normalità, grazie anche ai tifosi dello Spezia, da sempre rivali dei carraresi, arrivati in aiuto per spalare il fango.

Al Nord preoccupa il livello dell’Adige — a Trento e Verona ronde di volontari e pompieri

In Toscana Solidariet­à tra ultrà a Carrara per spalare il fango: 5 mila famiglie colpite, 450 gli sfollati

—, mentre è sotto controllo quello del Po. In Friuli l’osservato speciale è il Tagliament­o. In Alto Adige sono caduti 230 millimetri di pioggia nelle ultime ore. Frane e smottament­i quasi non si contano, anche intorno a Merano. Al confine con l’Austria nevica forte. Il presidente dei geologi Gian Vito Graziano non ha dubbi: «Il Paese sta male: se abbiamo paura di un temporale vuol dire che il territorio non è più in grado di assorbire le precipitaz­ioni. Il sistema sta collassand­o».

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(Jpeg) Sott’acqua Il negozio di «Bulgari» all’aeroporto di Fiumicino sommerso dall’acqua

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