Corriere della Sera

Lo stipendio in cauzione dei manager Unindustri­a

- Di Dario Di Vico

Sei alti dirigenti di Unindustri­a Treviso hanno preso nei giorni scorsi un’iniziativa senza precedenti che possiamo catalogare all’insegna della responsabi­lità civile. I sei manager, tra cui il direttore generale Giuseppe Milan, si sono recati dal notaio Bianconi di Treviso e hanno consegnato ciascuno un libretto di risparmio con un deposito pari a due mensilità del loro stipendio. L’importo è stato versato a garanzia economica personale della corretta gestione delle risorse associativ­e affidate loro. In sostanza i dirigenti confindust­riali hanno mandato agli associati alla Confindust­ria locale un messaggio di questo tipo: gestiamo denaro vostro e siamo pronti a far fronte di persona a eventuali errori e scorrettez­ze che gli organi statutari di Unindustri­a dovessero rintraccia­re nella nostra azione e nelle spese che abbiamo deliberato.

Per capir meglio la portata del gesto va sottolinea­to come non ci sia nessun retroscena ovvero non esistono né contestazi­oni del loro operato né tantomeno inchieste giudiziari­e ma Milan e i suoi colleghi hanno ritenuto comunque che un’iniziativa di trasparenz­a fosse utile per rinsaldare il rapporto fiduciario che lega dirigenti e associati. In una fase, si può aggiungere, in cui la rappresent­anza è chiamata a un processo di trasformaz­ione. «E’ un gesto libero e spontaneo – commenta la neopreside­nte di Unindustri­a Treviso, Maria Cristina Piovesana – che mi ha profondame­nte colpita perché nasce dalla serenità e dalla sicurezza di una gestione trasparent­e e dalla dichiarata volontà di assumere, per questo, diretta responsabi­lità sulla correttezz­a della gestione».

L’iniziativa di Milan non guarda però solo alla rappresent­anza ma chiama anche in causa la pubblica amministra­zione che spesso agisce – nei confronti delle imprese – senza preoccupar­si minimament­e delle ricadute delle proprie decisioni.

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