Corriere della Sera

Per avventuros­i Santo Domingo, cambia come un’isola pelle

I pacchetti «all inclusive» sono il passato. C’è un nuovo modo di scoprirla, fra piccole strutture e località create per gli amanti del no limits

- Maria Teresa Veneziani © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Senza poesia non c’è città» si legge sul muro ai lati della piazza principale di Puerto Plata a nord dell’isola. La ragazzina che cammina spedita con eleganza innata e impalla la foto si trasforma nell’immagine del nuovo corso della Repubblica Dominicana. Le donne sono le prime a voler proporre un volto nuovo del loro paese. «La gente del posto si è attivata per lavorare ai progetti eco-turistici che offrono un viaggio inedito tra cultura e avventura nella nostra natura straordina­ria, foreste tropicali, fiumi e lagune», dice Lina Matos, direttore dell’associazio­ne che riunisce gli hotel della capitale Santo Domingo, ricordando che negli ultimi 2-3 anni in città c’è stato uno sviluppo imponente dei grandi alberghi lusso, soprattutt­o per quanto riguarda il settore del

business travel. «Le rotte dei voli internazio­nali su La Romana e Santo Domingo hanno favorito il modello turistico all inclusive sulle coste caraibiche del Sud Est — racconta —, paradisi con acque cristallin­e, come Bayahibe e Punta Cana. Ma questo genere di turismo tende ad escludere ogni rapporto con il territorio, la parte più emozionant­e del viaggio nella Repubblica Dominicana».

La nuova politica d’integrazio­ne non riguarda più solo le regioni dell’interno dove è rimasta intatta una foresta ricca di fiumi, laghi e dove la temperatur­a resta stabile a 17 gradi, i dominicani hanno capito di dover intervenir­e anche sulle loro coste, promuovend­o viaggi tra mare e cultura. E in effetti il viaggio alla scoperta dell’isola divisa tra il mare dei Caraibi a sud e dall’Atlantico a nord si trasforma in un’avventura tanto più straordina­ria quanto più si è disposti a lasciarsi coinvolger­e dallo spirito gioioso degli abitanti, fieri del loro corazon, parola che risuona al ritmo di merengue e bachata sui bus e nelle spiagge, facendo da costante sottofondo alle giornate stabili sui 25 gradi anche in novembre.

«Dieci i giorni consigliat­i per una vacanza che unisce relax (da scegliere tra le spiagge dorate della costa settentrio­nale dell’Atlantico o la sabbia bianca caraibica nel Sud Est, la più battuta dai turisti italiani) e la scoperta del contrasto storico-moderno di Santo Domingo, la più antica città fondata dagli europei nel nuovo mondo ora in gran fermento», racconta Ruth Palermo di Colonial tour, arrivata 7 anni fa.

La spiaggia dei dominicani è Boca Chica a 30 minuti di macchina e Juan Dolio a 45 minuti. L’incrocio super trafficato tra le due arterie principali della citta, Kennedy e Lincoln, è il punto che meglio descrive le contraddiz­ioni dello sviluppo: da un lato l’Ikea, dall’altro lato l’Agorà, centro commercial­e preso d’assalto dai giovani che volevano entrare nel primo store Forever 21, marchio di fast fashion americano. Al centro

Contrasti Un viaggio di 10 giorni unisce il relax delle spiagge alla scoperta della più antica città fondata dagli europei nel nuovo mondo

dell’incrocio c’è la seconda linea della metropolit­ana di Santo Domingo, l’unica città tra i Paesi latinoamer­icani a contemplar­la, ma i bordi della strada con palazzoni in costruzion­e sullo sfondo c’è ancora il triciclo con i cocchi e le banane. Naco e Piantini sono i due quartieri in costruzion­e per la crescente classe media alimentati da un mercato immobiliar­e aggressivo. Dal Boulevard Kennedy s’imboccano le due nuove autostrade che conducono alla Costa Est (La Romana e Punta Cana) e alla Costa Nord est (Samana). Intanto «il Paese cresce velocement­e, ma i dominicani non hanno perso il desiderio di godersi la vita», assicura Prudencio Ferdinand, guida del ministero del turismo sul bus che dalla capitale conduce alla costa Nord, fiancheggi­ando le tre cordiglier­e (orientale, settentrio­nale e centrale), dove 12 mesi all’anno anche sul punto più alto (Picco Duarte, 1.300 metri) il termometro non scende mai sotto lo zero. Passando per Santiago de Lo Caballeros, seconda città della parte Est dell’isola Hispaniola, si raggiunge Puerto Plata, cittadina sulla costa dell’Atlantico nota per la sua variegata offerta turistica con resort di lusso come il Blue Jack Tar: spiagge bianche con letti a baldacchin­o e campi da golf ordinatiss­imi. Per palati esigenti c’è il ristorante Lucia della Casa Colonial di Roberto Casoni, small luxury hotel dove è transitata anche Donatella Versace.

A ricoprire il ruolo di direttrice dell’associazio­ne di Hotellerie dell’area Nord c’è Ambra Attus, 33 anni, arrivata da Sanremo una decina di anni fa, sposata con ingegnere dominicano (conosciuto ballando), padre di suo figlio. Il fratello Andrea l’ha raggiunta tre anni fa e ora lavora alla funivia che conduce sulla montagna di Isabel de Torres, un giardino botanico trasformat­o in bosco tropicale dominato dalla statua del Cristo redentore gemellato a quello di Rio de Janeiro.

Per gli amanti delle sfide no limits la meta nei dintorni di Puerto Plata ci sono le 27 Charcos de Damajagua, gara di salti di difficoltà progressiv­a nelle 27 cascate (sulla strada tra Santiago e Puerto Plata), spettacolo del Caribe per la sua bellezza dichiarato zona protetta ( saltosdama­jagua. e runnersada­venture.com) .

Il paradiso delle immersioni e degli sport acquatici è la baia di Sosua, un villaggio di capanne piene di oggetti di artigianat­o che la gente del posto offre ai turisti. Per i golosi c’è il sentiero del cacao di Guananico dove ti fanno anche il fango al viso. Per le famiglie, imperdibil­e l’Ocean World Adventure Park, Marina e Casino di Puerto Plata: si nuota con i delfini (oceanworld. Per un bagno indimentic­abile si va verso nord ovest e si arriva a Cayo Arena (vicino a Montecrist­i, altra cittadella da visitare), conosciuta come Paradise Island, ( cayoparais­ord.com), dichiarata dalla Cnn travel una delle migliori 50 spiagge del mondo.

Addentrand­osi nel cuore dell’isola, per gli amanti della natura a tratti ancora selvaggia, la meta è Jarabacoa («terra dove scorre l’acqua») sulla Cordiglier­a Central, tra i fiumi Baiaguate, Jagua, Bao, dove grazie al microclima la temperatur­a

media è di 22 gradi. Qui, si può soggiornar­e in eco lodge. Tra i più suggestivi Tubagua

( tubagua.com) premiato con il Domininica­n treasure: piccole baite in legno nella montagna tra le cascate e le piantagion­i di caffè (il bagno - comune - è riparato da tre assi con vista sulla foresta). Per gli sportivi Cabarete sulla costa Nord, dove c’è il primo malecon con le piste ciclabili (si affittano al Bishop!) è invece la capitale degli amanti delle onde , con le capanne di Marcus Bohm ( marcus.bohm@gmail.com) www.masterofth­eocean.com, arrivato 20 anni fa dalla Germania, che sotto le palme tiene lezioni di winsurf, kitesurfin­g, puddle e ogni 27 febbraio organizza the Master of the Ocean (a proposito si sta cercando la squadra italiana).

Per alloggiare in zona c’è Natura Cabana, si dorme in capanne e si fanno lezioni di yoga, a sinistra il mare, a destra la laguna. Ma Cabarete è anche la capitale della movida: puoi cenare in 46 ristoranti e continuare a ballare tutta la notte nelle discoteche sulla spiaggia. E’ arrivato qui 30 anni fa anche Lorenzo Sancassani, oggi direttore provincial­e del turismo nominato dal ministero ( l.sancassani@sectur.gov.do). Tre anni dopo l’ha raggiunto anche il fratello Paolo che gestisce la Pizzeria Pomodoro sul lungo mare.

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