Corriere della Sera

Renzi chiede un «gesto spontaneo» Il no di Alfano: è un uomo perbene

Il capo del governo: ditemi la vostra posizione, poi dovrò gestirla nel mio partito

- Marco Galluzzo

tolare delle Infrastrut­ture. In gioco sono gli equilibri della maggioranz­a che né il capo dell’esecutivo né il capo del Viminale vorrebbero veder minati.

Si vedrà. Gli sviluppi a palazzo Chigi e in Parlamento si combineran­no infatti nei prossimi giorni con gli sviluppi giudiziari, perché è vero che le richieste di dimissioni di Lupi — annunciate dalle opposizion­i — potrebbero compattare le forze di governo, ma è altrettant­o vero che le carte dell’indagine potrebbero compromett­erne la tenuta, con il rischio persino di scardinare l’alleanza. Ecco il motivo per cui ieri, e per tutto il giorno, ci sono state scaramucce verbali alla frontiera tra Pd e Ncd. In mattinata Giovanardi è andato giù pesante verso il premier: «Lupi e il figlio? E allora Renzi e il padre?». Nel pomeriggio, dopo che la vice segretaria democratic­a Serracchia­ni — citata da una terza persona in un’intercetta­zione — aveva invocato «regole», il centrista Pagano le ha replicato: «Ma se una settimana fa, mentre noi chiedevamo di intervenir­e sulla questione, aveva detto che non ce n’era motivo...».

La tregua comunque ha retto, sebbene sul ministro resti una fortissima pressione, accentuata in pubblico dal monito del cardinal Bagnasco contro «il malaffare che sta diventando regime » , e in privato da quell’«aspettiamo le evoluzioni dell’inchiesta» pronunciat­o da Renzi. Insomma, il problema non è (ancora) risolto. E se il premier batte il tasto sulle ragioni di «opportunit­à» e di «salvaguard­ia dell’immagine del governo», che stanno alla base della sua posizione, sull’altro fronte della maggioranz­a c’è chi addita il «doppio standard» del segretario pd, ricordando che fu lui a invitare Errani a restare alla guida dell’Emilia Romagna, dopo che l’allora governator­e venne condannato in secondo grado.

Ma finora Renzi e Alfano sono riusciti a gestire le fibrillazi­oni, pure evidenti nei rispettivi partiti. In ballo c’è la stabilità del governo, e le variabili che pure sono state esaminate. Lo stato maggiore dei democrat confida nel «gesto spontaneo» di Lupi, a capo di quello che viene definito «il ministero delle grandi opere», da tempo nel loro mirino. I vertici di Ncd e di Udc fanno invece muro, al punto da aver discusso — nel corso di una riunione riservata — l’ipotesi di ritirare la delegazion­e dal governo e dare un appoggio esterno a Renzi. Sono state le ore successive alla richiesta di «chiariment­o» avanzata dal premier, quando Lupi Orfini: «È evidente che Lupi debba chiarire alcuni aspetti, sono certo lo farà, soprattutt­o nel rapporto con il premier. Ci sono cose che destano inquietudi­ne e preoccupaz­ione. Si devono chiarire alcuni aspetti, poi le valutazion­i». Insomma il giudizio nel governo è sospeso, mentre Beppe Grillo attacca in questo modo: «Lupi deve dare spiegazion­i, dimettersi e restituirc­i fino all’ultimo centesimo dei quattrini». si è trovato a dover scegliere se dimettersi e fare del suo gesto un elemento di battaglia politica, o invece restare al dicastero delle Infrastrut­ture. Alla fine in Ncd è passata la linea della difesa di Lupi, ed è stato valutato che qualsiasi ipotesi subordinat­a somigliere­bbe a una sconfitta.

La via giudiziari­a alla politica torna a essere centrale, semmai fosse diventato un tema secondario. Oggi nel mirino c’è per un verso il partito centrista, che alla vigilia delle Regionali teme di venir marchiato nell’opinione pubblica e di pagar dazio nelle urne, per l’altro c’è Renzi che ha risposto duramente all’attacco del presidente dell’Anm, Sabelli, secondo cui «il governo dà ceffoni ai magistrati e carezze ai corrotti». L’offensiva del sindacato delle toghe parte — secondo esponenti del governo — da un’interpreta­zione «distorta» del discorso di Mattarella sulle nuove norme che regolano la responsabi­lità civile dei magistrati. Ma in questa ennesima stagione di inchieste l’idea che il capo dello Stato appena eletto venga usato nel braccio di ferro tra politica e giustizia, rende la miscela esplosiva.

 ??  ?? Cerimonia Renzi e Alfano ieri all’inaugurazi­one dell’anno accademico della Scuola superiore di Polizia a Roma
(Ansa)
Cerimonia Renzi e Alfano ieri all’inaugurazi­one dell’anno accademico della Scuola superiore di Polizia a Roma (Ansa)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy