«Carezze ai corrotti». È lite Anm-premier
Il presidente delle toghe Sabelli contro il governo: noi presi a schiaffi, chi semina vento raccoglie tempesta La replica di Renzi: parole false, triste che vengano da chi ha responsabilità istituzionali. Faremo pulizia
ROMA «Uno Stato che funzioni dovrebbe prendere a schiaffi i corrotti e accarezzare chi esercita il controllo di legalità». Ma in Italia è accaduto il contrario: perché «i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati. Chi semina vento raccoglie tempesta... Chi ha responsabilità della cosa pubblica deve dare il buon esempio per difendere la cultura della legalità».
Un’autentica rasoiata lanciata dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, sul volto del governo, impegnato in queste ore a diradare le nubi scatenate dall’ennesima inchiesta su malaffare nei ministeri, alla quale il presidente del Consiglio replica altrettanto duramente: «Dire che lo Stato dà carezze ai corrotti e schiaffi ai magistrati è un falso, una frase falsa. Sostenere questo avendo responsabilità istituzionali è triste».
Il presidente del «sindacato» delle toghe, di solito prudentissimo e per questo attaccato dai colleghi più radicali, parla in tv a Unomattina. Dopo un paio di ore Renzi è all’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola superiore di polizia dove il direttore del Dipartimento della pubblica sicurezza, Alessandro Pansa, annuncia la creazione di nuclei anticorruzione nelle questure. Per il premier le priorità sono chiare: «Appalto per appalto si può fare pulizia...È inaccettabile che i reati arrivino alla prescrizione...Questo governo intende combattere perché non si formi uno Stato di polizia ma uno di pulizia.. per eliminare la sporcizia in questo Paese...».
Ma la giornata — mentre in Parlamento fioccano le mozioni si sfiducia contro il ministro Lupi — è dominata dallo scontro tra Anm e governo. Molte telefonate (dal Csm del vice presidente Giovanni Legnini, dal gabinetto del ministro Andrea Orlando, dagli uffici del Quirinale) raggiungono i vertici dell’Anm. Ma a Sabelli arriva anche l’incoraggiamento della «base» che tante volte lo ha giudicato troppo tiepido.
Quando parla di schiaffi, Sabelli si riferisce agli interventi legislativi che hanno spuntato le armi dei magistrati in materia di falso in bilancio e di prescrizione quando al governo c’era Silvio Berlusconi. Ma la ruggine con Renzi è recente:
Il monito della Cei Bagnasco: il popolo degli onesti reagisca e protesti contro il regime del malaffare
sono ferite fresche quella delle nuove regole sulle ferie dei magistrati e soprattutto quella della responsabilità civile.
Il dialogo tra magistrati e governo è ai minimi termini con il paradosso che la corrente di Magistratura indipendente (guidata dal sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri) spinge l’Anm nell’angolo dello sciopero. Lo scontro si infiamma nei giorni in cui la maggioranza sta per chiudere due provvedimenti importanti: il ripristino del reato di pericolo per il falso in bilancio (oggi licenziato dalla commissione e domani ci sarà la discussione generale in aula al Senato) e l’allungamento dei termini di prescrizione all’esame della Camera.
«Ecco, dice il senatore Andrea Marcucci (Pd), non ci sono carezze e pugni ma provvedimenti che servono al Paese». Per il sottosegretario Graziano Delrio, «le affermazioni dell’Anm sono inaccettabili, i fatti parlano». Ma una mano ai magistrati sembra tenderla il cardinal Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani: «Il popolo degli onesti deve assolutamente reagire senza deprimersi... anche protestando nei modi corretti contro questo “malesempio” che sembra essere un regime».