Il partito Shas: «Chi vota per noi andrà in Paradiso»
«Chi vota Shas va dritto in Paradiso»: questo il testo di una pergamena distribuita dal partito ultraortodosso sefardita per raccogliere i voti dei sostenitori. La promessa è accompagnata dall’effigie del padre spirituale, rabbino Ovadia Yossef. Shas ha distribuito anche le immagini di chiavi che consentirebbero l’ingresso in Paradiso a chi abbia deposto nell’ urna un voto per quel partito. debole) in un Paese che si vede in guerra permanente.
Herzog non ha un passato militare, « quei ricordi dalle trincee» di cui gli ha chiesto un intervistatore televisivo, e neppure la voce baritonale di Netanyahu (ci ha lavorato con un attore professionista, la sua era troppo chioccia). Così ha puntato sulla normalità.
Il premier in carica (giocando con il suo soprannome) si è presentato in uno spot come Bibisitter, l’unico adulto circondato da ministri bambini, immaturi per guidare il Paese in una guerra. Herzog ha risposto parlando di costo della vita, della classe media che fatica a trovare un appartamento, si è presentato come l’amico di famiglia che se non riesce — ancora — a risolvere i tuoi problemi almeno ti sta ad ascoltare.
Netanyahu ha dato l’impressione di non avere pazienza per le ristrettezze quotidiane degli altri, mentre il controllore dello Stato lo fustigava per le spese eccessive con i soldi dei contribuenti. Gli israeliani sembrano avergli dato ragione: hanno confermato il leader che conoscono già, quello che da più garanzie per la sicurezza nazionale, come fermare il programma atomico iraniano, quella che Netanyahu considera una missione esistenziale.