Corriere della Sera

Il bravo ragazzo laburista contro il leader guerriero E il Paese pensa all’Iran

Lo scontro tra Bibi e «Buji»: il duro e l’aristocrat­ico

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ad aver voluto da primo ministro le elezioni anticipate, sceglie le urne per rafforzars­i, sbaglia le previsioni. Questa volta avrebbe calcolato bene.

Allora gli avversari di partito (tra loro Ehud Olmert) proclamano la fine di un’era, Netanyahu si ritira dalla politica. Chi è riuscito a tenerlo il più a lungo lontano dal potere non è un candidato della sinistra ma un altro conservato­re come lui. Ariel Sharon, il generale contadino, che prima gli toglie il Likud e poi con la creazione di Kadima le chiavi d’accesso alla residenza del primo ministro a Gerusalemm­e. Fino al 2009 quando Tzipi Livni, alla guida di Kadima, vince le elezioni ma non riesce a formare una coalizione di governo. Netanyahu ha due seggi in meno, tocca a lui ricevere l’incarico.

Come Herzog, con il quale si è alleata, Livni è una principess­a della politica israeliana. Ancora oggi, i giovani del movimento nazionalis­ta di destra Betar cantano un inno che ha per protagonis­ta sua madre,

Il ritocco Il laburista Herzog al naturale e «invecchiat­o» per il poster elettorale eroina della guerra d’indipenden­za: Piccola Sara. Il marito Eitan era il comandante che guidava le operazioni e gli attentati organizzat­i dall’Irgun, le bande clandestin­e che combatteva­no gli arabi e non esitavano ad attaccare i britannici, allora signori della Palestina. Sulla lapide della tomba di famiglia è incisa una mappa di Israele, come loro la sognavano: uno Stato ebraico che comprendes­se le due rive del Giordano. Piantati in mezzo, un fucile e una baionetta, con lo slogan delle milizie:

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