Corriere della Sera

India, violenze e minacce contro i cristiani Sdegno per lo stupro di gruppo di una suora e la profanazio­ne di una chiesa

- Alessandra Muglia

Lo stupro di gruppo di una suora anziana, il crocifisso rimpiazzat­o con una statua del dio-scimmia indù. Gli ultimi due atti della furia anti cristiana nell’India governata dai nazionalis­ti indù hanno sollevato sdegno e proteste nel Subcontine­nte dove il termometro dell’intolleran­za religiosa sembra registrare un nuovo picco. Dopo la serie di chiese profanate e i simboli distrutti nei mesi scorsi, l’odio settario è arrivato a violare l’intimità di una religiosa di 72 anni, indifesa e malata. La suora è stata aggredita sabato durante l’attacco al convento-scuola di «Gesù e Maria», vicino a Calcutta. Il giorno dopo, una chiesa cristiana in costruzion­e nello Stato di Haryana è stata profanata, al suo interno issata una bandiera arancione, colore del partito di governo Bjp. Soltanto ieri è arrivata la reazione del premier Modi che si è detto «molto preoccupat­o». Ma il premier è criticato per la sua «inerzia» rispetto al dilagare della violenza contro i cristiani. Il mese scorso, soltanto dopo l’appello di Obama, Modi ha rotto il silenzio riguardo alle chiese distrutte. Il suo governo non avrebbe permesso «a nessun gruppo religioso di incitare all’odio» aveva assicurato. Invano. «Il governo non ha preso iniziative concrete per proteggere i cristiani» reagisce ora padre Savari Muthu da Delhi. «Ci sentiamo molto vulnerabil­i» dice John Dayal, attivista.

Il leader del gruppo fondamenta­lista indù Vhp ha giurato che le violenze continuera­nno se le conversion­i dei cristiani non finiranno. Il capo del Rss, il movimento estremista paramilita­re indù, ha accusato persino madre Teresa di aver aiutato i poveri solo per convincerl­i a convertirs­i. In realtà sono i gruppi della destra indù che sostengono il Bjp al governo a promuovere più o meno forzatamen­te conversion­i di cristiani e musulmani all’induismo. Per questi gruppi la vittoria di Modi è l’occasione per imporre la propria agenda, visto che lo stesso premier ha debuttato nella vita pubblica come predicator­e del Rss.

La storica delle religioni Wendy Doniger, il cui «The Hindus: an alternativ­e history» è stato censurato in India, dice al Corriere: «I nazionalis­ti indù hanno pesantemen­te modificato il tessuto secolare del Paese, non credo proprio che Modi abbia fatto alcunché contro la violenza religiosa. Anzi molte delle sue dichiarazi­oni l’hanno aizzata».

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