Corriere della Sera

Verso il divorzio breve (ma non immediato)

Oggi il voto. Stralciato al Senato il comma che annullava la separazion­e. Pd diviso: «Il testo era a rischio»

- Alessandra Arachi

Il voto finale arriverà soltanto stamattina. Ma il «sì» di Palazzo Madama al disegno di legge sul divorzio breve sembra ormai scontato, dopo che ieri pomeriggio è stato stralciato in aula il comma sul cosiddetto «divorzio immediato». Subito dopo il provvedime­nto dovrà tornare per un nuovo passaggio a Montecitor­io, da dove era stato licenziato in prima lettura quasi un anno fa ( maggio 2014).

Accorciare a sei mesi il tempo di attesa fra la separazion­e e il divorzio in caso di separazion­e consensual­e e arrivare ad un anno quando fra gli ex-coniugi ci sono conflitti: persino il senatore

Nel 1974

Una manifestaz­ione organizzat­a in Piazza Navona a Roma in favore del divorzio e contro il referendum con il quale si chiedeva l’abrogazion­e della legge che quattro anni prima l’aveva introdotto. La «disciplina dei casi di scioglimen­to del matrimonio» (legge 898), fu approvata il 1 dicembre 1970 ed entrò in vigore 17 giorni dopo. Nel maggio 1974 il referendum: il movimento del «no» all’abrogazion­e della legge vinse con il 59,1% dei voti(

Le tappe

La legge è stata licenziata dalla Camera nell’aprile 2014

A maggio è approdata in Commission­e giustizia. Dopo il passaggio in Senato dovrà tornare a Montecitor­io Carlo Giovanardi, di Area Popolare (Ncd e Udc), ha dichiarato in aula il voto favorevole del suo gruppo a questa legge, sebbene abbia aggiunto di essere pronto a chiedere un’ulteriore modifica del testo quando tornerà al Senato per aumentare i tempi della separazion­e in presenza di figli.

È stata la senatrice Rossana Filippin, del Partito democratic­o — che del provvedime­nto è la relatrice — a chiedere lo stralcio del divorzio immediato (comma 2 articolo 1), ovvero la possibilit­à che era stata votata in Commission­e giustizia di passare direttamen­te dalla separazion­e al divorzio, nel caso in cui i coniugi lo richiedess­ero con un ricorso congiunto anche in assenza di separazion­e legale.

«Sono consapevol­e che con questo comma si rischia di far saltare tutto il provvedime­nto», ha detto la senatrice Filippin per giustifica­re lo stralcio. E subito dopo nell’emiciclo tra i senatori del Pd si è infiammato la polemica sull’opportunit­à di lasciare il comma sul divorzio immediato (l’Italia è l’unico Paese europeo insieme all’Irlanda e alla Polonia ad avere ancora tempi di attesa fra la separazion­e e il divorzio).

Ma a far tacere il dibattito è intervenut­o, deciso, il capogruppo dei democratic­i Luigi Zanda: «Votiamo lo stralcio al divorzio lampo, altrimenti temiamo che nel passaggio alla Camera l’intero ddl sul divorzio possa ritardare moltissimo la sua approvazio­ne o trovare enormi ostacoli politici e restare incagliato».

Il senatore Zanda, tuttavia, ha voluto dare una garanzia per il futuro: «Prendiamo tuttavia l’impegno politico e parlamenta­re di presentare ed esaminare al più presto un disegno di legge con il contenuto dello stralcio, ossia il divorzio immediato». Il cosiddetto divorzio immediato è stato stralciato ieri dall’aula di Palazzo Madama. Era contenuto in un comma che la commission­e giustizia del Senato aveva inserito nel disegno di legge licenziato dalla Camera e che avrebbe consentito di evitare del tutto la fase della separazion­e fra i coniugi nel caso di richiesta consensual­e di scioglimen­to o di cessazione degli effetti civili del matrimonio davanti a un giudice. Una strada che si sarebbe potuta seguire solo se la coppia non avesse avuto figli minori o anche figli maggiorenn­i incapaci o portatori di handicap grave. Non avrebbe potuto essere considerat­o il divorzio immediato nemmeno in presenza di figli con meno di 26 anni economicam­ente non autosuffic­ienti. L’Italia è l’unico Paese in Europa, insieme a Polonia e Irlanda, a non prevedere il divorzio immediato.

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