Verso il divorzio breve (ma non immediato)
Oggi il voto. Stralciato al Senato il comma che annullava la separazione. Pd diviso: «Il testo era a rischio»
Il voto finale arriverà soltanto stamattina. Ma il «sì» di Palazzo Madama al disegno di legge sul divorzio breve sembra ormai scontato, dopo che ieri pomeriggio è stato stralciato in aula il comma sul cosiddetto «divorzio immediato». Subito dopo il provvedimento dovrà tornare per un nuovo passaggio a Montecitorio, da dove era stato licenziato in prima lettura quasi un anno fa ( maggio 2014).
Accorciare a sei mesi il tempo di attesa fra la separazione e il divorzio in caso di separazione consensuale e arrivare ad un anno quando fra gli ex-coniugi ci sono conflitti: persino il senatore
Nel 1974
Una manifestazione organizzata in Piazza Navona a Roma in favore del divorzio e contro il referendum con il quale si chiedeva l’abrogazione della legge che quattro anni prima l’aveva introdotto. La «disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio» (legge 898), fu approvata il 1 dicembre 1970 ed entrò in vigore 17 giorni dopo. Nel maggio 1974 il referendum: il movimento del «no» all’abrogazione della legge vinse con il 59,1% dei voti(
Le tappe
La legge è stata licenziata dalla Camera nell’aprile 2014
A maggio è approdata in Commissione giustizia. Dopo il passaggio in Senato dovrà tornare a Montecitorio Carlo Giovanardi, di Area Popolare (Ncd e Udc), ha dichiarato in aula il voto favorevole del suo gruppo a questa legge, sebbene abbia aggiunto di essere pronto a chiedere un’ulteriore modifica del testo quando tornerà al Senato per aumentare i tempi della separazione in presenza di figli.
È stata la senatrice Rossana Filippin, del Partito democratico — che del provvedimento è la relatrice — a chiedere lo stralcio del divorzio immediato (comma 2 articolo 1), ovvero la possibilità che era stata votata in Commissione giustizia di passare direttamente dalla separazione al divorzio, nel caso in cui i coniugi lo richiedessero con un ricorso congiunto anche in assenza di separazione legale.
«Sono consapevole che con questo comma si rischia di far saltare tutto il provvedimento», ha detto la senatrice Filippin per giustificare lo stralcio. E subito dopo nell’emiciclo tra i senatori del Pd si è infiammato la polemica sull’opportunità di lasciare il comma sul divorzio immediato (l’Italia è l’unico Paese europeo insieme all’Irlanda e alla Polonia ad avere ancora tempi di attesa fra la separazione e il divorzio).
Ma a far tacere il dibattito è intervenuto, deciso, il capogruppo dei democratici Luigi Zanda: «Votiamo lo stralcio al divorzio lampo, altrimenti temiamo che nel passaggio alla Camera l’intero ddl sul divorzio possa ritardare moltissimo la sua approvazione o trovare enormi ostacoli politici e restare incagliato».
Il senatore Zanda, tuttavia, ha voluto dare una garanzia per il futuro: «Prendiamo tuttavia l’impegno politico e parlamentare di presentare ed esaminare al più presto un disegno di legge con il contenuto dello stralcio, ossia il divorzio immediato». Il cosiddetto divorzio immediato è stato stralciato ieri dall’aula di Palazzo Madama. Era contenuto in un comma che la commissione giustizia del Senato aveva inserito nel disegno di legge licenziato dalla Camera e che avrebbe consentito di evitare del tutto la fase della separazione fra i coniugi nel caso di richiesta consensuale di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio davanti a un giudice. Una strada che si sarebbe potuta seguire solo se la coppia non avesse avuto figli minori o anche figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave. Non avrebbe potuto essere considerato il divorzio immediato nemmeno in presenza di figli con meno di 26 anni economicamente non autosufficienti. L’Italia è l’unico Paese in Europa, insieme a Polonia e Irlanda, a non prevedere il divorzio immediato.