Corriere della Sera

GLI ERRORI DIPLOMATIC­I SULLA VICENDA DEI MARÒ CHE METTONO IN CRISI I RAPPORTI EUROPA-INDIA

- Di Danilo Taino

Nuovo guaio nella vicenda dei due marò. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha cancellato un summit tra l’India e la Ue che egli stesso aveva suggerito di tenere a Bruxelles in aprile. La ragione è che la Ue non ha risposto alla sua proposta, avanzata un paio di mesi fa: in quanto — ha sostenuto un funzionari­o del governo di Delhi — «la Ue ha posto una questione bilaterale sopra un impegno multilater­ale». La questione bilaterale sarebbe appunto quella di Salvatore Girone e Massimilia­no Latorre, secondo i media indiani. Non è detto che sia proprio così. Però, Geoffrey Van Orden, il capo di una delegazion­e di parlamenta­ri europei in visita a Delhi, ha detto alla television­e Ndtv di essere molto deluso «per un problema bilaterale che non avrebbe dovuto essere sollevato al livello di confronto tra l’Europa e l’India». La sua vice, la parlamenta­re europea Nina Gill, ha sostenuto che «mai prima una questione bilaterale ha giocato un ruolo a livello di Ue in questo modo», ma ha anche sostenuto di non sapere se il motivo della non risposta europea stia nel contenzios­o sul caso marò o nel semplice fatto che a capo della diplomazia europea ci sia un’italiana, Federica Mogherini, molto impegnata sulla vicenda dei due fucilieri. I media indiani, infatti, arrivano a sostenere che sia stata l’opposizion­e della Mogherini a bloccare la risposta a Modi. Come che sia, il problema è che l’Italia ha fatto del caso marò una questione tra Ue e India, fino a minacciare il blocco di negoziati commercial­i, e in questo Mogherini ha una parte di responsabi­lità. Si sono ribaltati su Bruxelles tre anni di fallimenti e di impotenze dei governi italiani. Internazio­nalizzare il caso significav­a portarlo nei tribunali internazio­nali, non cercare di farlo diventare un caso multilater­ale: non lo è. «Non è una questione che dovrebbe intromette­rsi nella relazione complessiv­a tra Ue e India», ha commentato Van Orden.

@danilotain­o Su Corriere.it Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it

IL FUTURO DELLA RAPPRESENT­ANZA

a presa di posizione pubblica a favore della famiglia tradiziona­le da parte di Dolce e Gabbana ha suscitato la reazione veemente di Elton John, il quale non solo ha accusato i due stilisti di essere «arcaici», ma ha anche lanciato una campagna di boicottagg­io del loro lavoro.

Di fronte a tanta reattività (già vista in altre occasioni) viene da chiedersi: tutto ciò che si può tecnicamen­te fare è di per sé legittimo? È illiberale interrogar­si sulle pratiche che la tecnica rende possibili? È ancora ammissibil­e porre domande sulla realtà di tipo non sempliceme­nte tecnico?

In realtà, dietro il battibecco tra star vi è la questione serissima che nasce dalla «doppia sconnessio­ne» che, in anni recenti, ha progressiv­amente messo in discussion­e i presuppost­i stessi della famiglia tradiziona­le. Se, con l’introduzio­ne della pillola, è stato tecnicamen­te separato l’atto sessuale dalla riproduzio­ne, con la fecondazio­ne assistita la riproduzio­ne è stata disgiunta dalla sessualità.

È per via di questa doppia sconnessio­ne che la famiglia — per secoli la cellula sociale a cui era affidato il compito di gestire la complessa relazione tra i sessi e tra le generazion­i — oggi è così traballant­e. Non si tratta, quindi, solo di un cambiament­o dei costumi; in campo c’è l’ipotesi di una società che si organizza prescinden­do dalla famiglia (che ha il torto di avere un carico relazional­e incompatib­ile con un modello di vita programmat­icamente basato sull’estensione illimitata della libertà di scelta individual­e).

Se gli avanzament­i tecnici non possono essere né ignorati né disprezzat­i, al tempo stesso non possono essere assunti acriticame­nte. Ne va della nostra libertà e del nostro futuro.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy