Corriere della Sera

La caserma di Dueville chiusa per burocrazia

- Di Gian Antonio Stella

Ma l’erba del cortile chi la sfalcia? Pare impossibil­e ma la caserma dei Carabinier­i di Dueville, inaugurata un anno fa e costata un botto ai Comuni che la volevano, è ancora chiusa e disabitata per problemi così: l’appalto per la manutenzio­ne, la tinteggiat­ura, lo sfalcio…

Tutte cose che saranno burocratic­amente importanti­ssime ma che al normale cittadino appaiono, ovvio, cretinate. Cose che nei Paesi seri si risolvono in due settimane. Non siamo a Foggia, Caserta o Reggio Calabria: siamo a una ventina di minuti da Vicenza, nel cuore della terza provincia industrial­e d’Italia, oggi in ripresa dopo gli anni bui e capace a suo tempo di esportare quanto la Grecia o metà dell’Argentina. Ed è proprio l’abisso tra l’efficienza di un sistema produttivo in grado di reagire a una crisi epocale e l’inefficien­za dell’apparato pubblico a rendere ancora più fastidiosi i ritardi. Il primo a denunciare il delirio burocratic­o, nell’aula del consiglio regionale, è stato l’assessore veneto al Bilancio e agli enti locali Roberto Ciambetti: «Non mi volevano credere. Pensavano me la fossi inventata. Così la mattina dopo sono andato a farmi una foto per Facebook davanti alla caserma. Sbarrata». Sono anni che Dueville e i paesi intorno aspettano quella caserma. L’accordo per costruirla fu firmato addirittur­a nel 2006. Spese divise fra la Regione e i Comuni di Dueville, Caldogno, Montecchio Precalcino, Monticello Conte Otto.

Quattro anni di scartoffie per avviare il cantiere, altri quattro per i lavori e il 15 marzo 2014, finalmente, ecco l’inaugurazi­one. Tutto a posto? Macché. «Prima il canone d’affitto, poi un problema di pianta organica dei carabinier­i, quindi le casse vuote per comprare il mobilio», ha scritto sul Gazzettino Giuseppe Pietrobell­i, «A seguire una diatriba semi-condominia­le su chi avrebbe dovuto sostenere le spese della manutenzio­ne…». Per l’affitto, usuale da sempre, in questi casi, è stato fissato il canone di circa nove euro l’anno al metro quadro. Ridicolo. Ma ancora troppo per uno Stato alle prese con la spending review a spese degli enti locali. «E vabbè, primi due anni gratis!», hanno sospirato i Comuni. Per i mobili, ci ha pensato la prodigalit­à di un privato. Per la manutenzio­ne, dopo un tira e molla, gli stessi municipi si sono rassegnati: «Andrà a finire che l’erba la taglieremo noi...». Dai e dai, però, ogni gesto di generosità da parte dei Comuni e dei privati cittadini è stato inutile. La caserma è ancora lì, chiusa. Una figuraccia. Sempre più insopporta­bile ogni giorno che passa…

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