Corriere della Sera

«Juventus fai la cosa giusta»

Klopp, tecnico del Borussia, filosofegg­ia: «A volte i brividi aiutano a vincere una partita» Allegri bada al sodo: «Dobbiamo segnare due volte e non sbagliare, all’andata il gol lo abbiamo regalato»

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Roberto Perrone

«A volte i brividi aiutano a vincere le partite». Malgrado l’aspetto da playboy, Jurgen Klopp (Stoccarda, 16 giugno 1967) è un filosofo. Legge il calcio attraverso le emozioni. «Dobbiamo trasformar­e i nostri desideri in realtà, se ci riusciremo passeremo il turno, altrimenti, con ragione usciremo. Il passato non conta, basta un momento di qualità per vincere una partita». Massimilia­no Allegri, quasi coetaneo (Livorno, 11 agosto 1967) è nato a livello del mare, quindi più concreto. «Queste partite vengono decise dagli episodi, basta vedere cos’è successo all’andata dove il gol l’abbiamo regalato noi. Dobbiamo fare almeno due gol e soprattutt­o dobbiamo fare la partita giusta, sotto tutti i punti di vista, fisico, tecnico, mentale». Forse brividi ed episodi sono la stessa sfide Juve-Borussia: 5 vittorie bianconere, 1 pareggio e 2 sconfitte (una a Monaco nella finale di Champions) cosa, di sicuro incroci come Borussia Dortmund-Juventus (andata 1-2) ritorno degli ottavi di finale di Champions League, sono facili da spiegare. Al di là di ogni ragionevol­e dubbio, Madama passa se vince o pareggia, mentre se perde deve segnare almeno due gol mantenendo­ne uno di scarto. Semplice, ma solo il giorno prima.

Meglio stare attenti. In tutti i sensi. Una mezza ingannevol­e

Le tre vittorie bianconere al Westfalens­tadion

Finale Coppa Uefa ‘93 Il 5/5/93 la Juve vince 3-1, poi si ripete il 19/5 a Torino (3-0) e vince la Coppa («che imbroglio era», cfr. Loretta Goggi) primavera avvolge il Signal Iduna Park. Lo stadio del Borussia Dortmund avrà cambiato nome (risultava più wagneriano quando era Westfalens­tadion), ma sta sempre in una piccola valletta boscosa e alla sera cala l’umidità, oltre, naturalmen­te alla marea giallo-nera, una massa informe, calda e in movimento come il magma, anche in Champions malgrado le restrizion­i di posti stabilite dall’Uefa. Al magma, Gigi Buffon dedica il suo noto assioma («mai visto un tifoso fare gol») e il ricordo del 2006, Germania-Italia 0-2. «È sempre stimolante tornare in un luogo dove sei stato protagonis­ta e poi un pubblico scatenato esalta anche gli avversari».

Il filosofo biondo si stupisce della scarsa consideraz­ione che abbiamo del nostro calcio, e non solo. «Ma è caduta così in basso la fiducia di voi italiani? La Juventus è una squadra che gioca a calcio». Il Borussia è pronto a tutto e «la Juventus non è imbattibil­e, ma dobbiamo mantenere la calma. Sarà una bella sfida».

Klopp cita sempre il 28 maggio 1997 (finale di Champions a Monaco di Baviera, Borussia DJuventus 3-1) ripetendo però che il passato è bello ma inutile al presente, specie con il football. Sarà, però evita accurata- Risate I giocatori della Juventus scherzano durante la ricognizio­ne sul terreno di gioco del Signal Iduna Park, il vecchio Westfalens­tadion del Borussia Dortmund. Andrea Barzagli si diverte molto (Ramella) mente di segnalare che la Juventus qui non ha mai perso, anzi nelle tre precedenti esibizioni ha sempre vinto. Basta con i ricordi. Il passato. «Dobbiamo colpire dove hanno punti deboli» chiosa Allegri che dopo i compliment­i di Agnelli — che ringrazia — incassa anche quelli di Buffon: «Solo un uomo coraggioso poteva prendere la squadra dopo tre scudetti di fila. Neanche noi pensavamo di ripeterci». E invece sì. Allegri: «Siamo a marzo e possiamo giocarci tutti gli obiettivi. Abbiamo lavorato bene, vogliamo arrivare ai quarti e vedere l’effetto che fa». Con quali giocatori? Max è riservato, ma dovrebbe tornare la difesa a quattro, con Evra (a riposo a Palermo) a sinistra e il rientro di Pogba a centrocamp­o. Attacco con Tevez e Morata. Metteranno i brividi al Borussia?

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