Fisco, caos dirigenti Spunta un concorso (ma aperto a tutti)
Sale la protesta. Orlandi: atti comunque validi
Un concorso aperto a tutti i dipendenti pubblici. Parte da qui la soluzione «strutturale» di cui ha parlato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, del caso degli 800 dirigenti dell’Agenzia delle Entrate, decaduti per effetto della sentenza costituzionale che ne ha dichiarato illegittimo l’incarico ricevuto senza concorso pubblico. Ieri il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha precisato che di concorsi ne sono stati banditi in questi anni ma «il Tar li ha bloccati perché manca un decreto del presidente del Consiglio. Non sono le agenzie fiscali che li devono fare, ma i governi: se ne sono succeduti quattro» inutilmente.
Il concorso sarebbe aperto a tutti, senza privilegi di punteggio per chi ha già svolto per più di dieci anni il ruolo di dirigente incaricato. Nel frattempo i dirigenti rimasti in carica sono meno di 300: «Non sono sufficienti» ha lamentato Orlandi, «per ora continuiamo a lavorare ma non so per quanto». Tra le soluzioni transitorie, c’è il conferimento agli ormai ex dirigenti di una «posizione organizzativa speciale» a termine, ma senza la retribuzione dirigenziale, già sospesa.
Una soluzione che fa imbufalire i dirigenti decaduti, riuniti in un’assemblea a Roma dal sindacato Unadis. In un documento hanno chiesto la stabilizzazione dei dirigenti «che Fisco Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha detto che dopo la sentenza della Consulta sono rimasti 300 dirigenti da oltre dieci anni svolgono le funzioni con risultati di eccellenza»; hanno auspicato che la riforma Madia non depotenzi lo strumento del concorso. E hanno respinto l’idea delle «posizioni organizzative speciali». Intanto Orlandi difende la legittimità degli atti firmati dagli ex dirigenti e definisce «vergognoso» l’invito ai cittadini a impugnarli: «Sarebbe solo una perdita di soldi » . «Ognuno ha il diritto di fare quel che ritiene» ha replicato il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti.
La commissione Affari costituzionali del Senato ieri ha approvato l’emendamento alla delega P.a. che fissa limiti e condizioni per il mantenimento delle partecipate pubbliche, commissariabili se in «rosso».
La vicenda
La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima, con una sentenza, la nomina di quasi due terzi (800 su 1.100) dei dirigenti dell’Agenzia delle Entrate
La Consulta ha dichiarato incostituzionale la nomina senza concorso pubblico