Spending review per ferrovie, tir e bus
Prima verifica sui tagli alla spesa tra Gutgeld e Perotti in vista del Def a fine settimana Per quest’anno il governo fissa il deficit tra il 2,5 e il 2,6%, crescita del Pil 2016 all’1,3%
Viaggia su gomma e rotaia la nuova spending review che dovrebbe portare in dote al Def (documento di economia e finanza) 10 miliardi per aiutare a scongiurare l’aumento delle tasse previste nelle clausole di salvaguardia per il 2016. Nel mirino dei «tagliatori» sono finiti, tra gli altri, i trasferimenti alle imprese, in particolare quelli alle Ferrovie, i sussidi all’autotrasporto e gli sprechi del trasporto pubblico locale (Tpl).
Secondo dati della Ragioneria generale la principale destinazione dei trasferimenti alle imprese sono le infrastrutture (4,7 miliardi di euro, 27,7%), in particolare ferroviarie per programmi di ammodernamento e interventi sull’Alta Velocità. Seguono i trasferimenti ai trasporti (4,1 miliardi, 24,5%), in parte destinati all’autotrasporto (1,9 miliardi) e in parte per gli obblighi tariffari del settore ferroviario (1,9 miliardi).
Non è la prima volta, si dirà, che il settore attira l’attenzione del governo e già troppe volte i
Il Pil e l’occupazione
tagli sono stati evitati «in corner» per le forti pressioni politiche. Proprio per questo è difficile trovare chi spieghi come si intenda procedere, ma l’intento di farlo, confessato a mezzavoce, questa volta sembra Il «Documento di Economia e Finanza» è il principale documento con cui il governo programma l’economia e la finanza pubblica. Quest’anno è atteso entro il 10 aprile ma il consiglio dei ministri potrebbe essere convocato 2 o 3 giorni prima per lasciare il tempo necessario ad eventuali piccoli aggiustamenti prima del passaggio ufficiale al parlamento sostenuto da una circostanza fortuita: l’interim del premier Matteo Renzi al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. A Porta Pia il presidente ha già fatto un blitz la scorsa settimana per acquisire la conoscenza delle questioni principali, alcune delle quali hanno già attirato la sua attenzione in passato (vedi la riforma delle autorità portuali).
Così, mentre si precisano i grandi numeri del Def, crescita 2015 pari a un prudente 0,7%, rapporto deficit Pil 2015 pari al 2,5% (ma un 2,6% assicurerebbe un maggior margine di spesa), Pil 2016 in crescita dell’1,3% (ma Renzi punterebbe all’1,5%), sul dossier spending review venerdì scorso Yoram Gutgeld e Roberto Perotti hanno fatto un primo punto, stilando l’indice dei settori d’intervento.
Quello dei trasporti, alla voce «Ferrovie» affianca la cifra di 7-8 miliardi tra spese per investimento e spese di esercizio (rete ferroviaria,servizi regionali, inclusi quelli pagati dallo Stato per alcune Regioni a statuto speciale e sussidi ai servizi merci e ai passeggeri di lunga distanza non Alta Velocità). Incidere su una cifra così elevata potrebbe sembrare semplice ma la cronaca di questi ultimi anni insegna che così non è: le Ferrovie sono in via di privatizzazione, anche per questo ogni intervento dovrà essere vagliato con molta cura.
Il secondo capitolo è quello dell’autotrasporto: la scorsa legge di Stabilità ha stanziato 250 milioni di euro per interventi a favore del settore, considerati «strutturali» e ha previsto il rimborso delle accise sul gasolio per autotrazione, la cui prevista riduzione del 15% è stata rinviata dal 2015 al 2019.
Il terzo capitolo è quello del trasporto locale: nel mirino sono finiti i sussidi, più elevati di quelli tedeschi, ma anche la sovrapposizione dei servizi, per i quali si prevede una razionalizzazione.