Liguria: consiglieri a casa, ma lo stipendio resta
Nella regione dello scandalo «spese pazze» ricche buonuscite e compensi fino al voto
Il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando allarga le braccia e dichiara la sua impotenza: «Noi avremmo voluto lavorare. È che proprio non possiamo. Abbiamo interpellato i nostri uffici tecnici e legali e ci hanno risposto di no». Così la giunta e i consiglieri hanno chiuso la loro attività venerdì scorso con l’ultima maxi-seduta durante la quale sono stati approvati (non senza qualche protesta della sparuta opposizione) una valanga di provvedimenti. Tuttavia anche se «controvoglia» tutti gli amministratori prenderanno lo stipendio pieno per due mesi, a volerla mettere giù dura, senza lavorare.
È stato lo stesso Burlando a spiegarlo al termine dell’ultima giunta: «I cinque anni della legislatura sono legalmente finiti a marzo, nella data delle elezioni, il 28 e 29. Questo continuo spostare la data delle
Il caso
I consiglieri regionali liguri percepiranno regolarmente lo stipendio per altri due mesi anche se non si riuniranno più Le elezioni per il rinnovo del Consiglio, infatti, si dovrebbero tenere il 31 maggio mentre il mandato è formalmente scaduto il 29 marzo, a cinque anni dal voto precedente prossime elezioni in avanti fa sì che si crei un buco durante il quale la giunta non può deliberare e il consiglio non si riunisce. Infatti, se venissero compiuti degli atti potrebbero essere invalidati, basterebbe un ricorso». Fermo naturalmente il lavoro delle commissioni e di qualunque altra attività volta all’approvazione di provvedimenti.
Il Secolo XIX ha fatto il conto di quanto incasseranno i quaranta consiglieri liguri per due mesi di inattività: gli 8880 euro della retribuzione base uguale per tutti più le indennità il cui importo varia a secondo degli incarichi istituzionali ( ad esempio presidente o membro di commissione) e della lontananza della propria residenza dagli uffici della Regione. Oltre gli 80 chilometri l’indennità è massima. A conti fatti questa seconda parte di stipendio varia da un minimo di 2200 a un massimo di 4400 euro. Cifre lorde. Al netto quindi si va da un minimo (non lo prende nessuno) di 6330 euro a un massimo di 8994 euro.
Si pone un quesito: ma se in questi due mesi i consiglieri non devono raggiungere quotidianamente gli uffici (per attività istituzionali) e se le commissioni non lavorano perché pagare le indennità? Sarà forse piccineria ma la sensibilità su questo tema nell’opinione pubblica in Liguria è alta.
Tutti i partiti del consiglio sono sotto inchiesta della Procura di Genova per i rimborsi ai gruppi, le «spese pazze», nessuno escluso da Pdl, Lega, Idv a Pd (resta fuori un solo singolo consigliere, Ezio Chiesa che ha litigato con tutti, fa gruppo a sé e da originale si pagava le spese con i soldi suoi). Il ricordo delle casse di vino francese e delle mutande comprate con i soldi pubblici brucia ancora anche se i più coinvolti — gli appartenenti all’Idv e alle sue emanazioni — si sono da tempo dimessi. Ma gli altri indagati sono tutti lì.
Al momento dei saluti se ne andranno con una buona uscita calcolata sulla durata del mandato: cinque anni valgono 40 mila euro, dieci anni (per due legislature) 80 mila. Tassati al 3 per cento. Pagati subito. Tutto regolare. Anzi, la Regione Liguria ha virtuosamente abbassato il tetto massimo di questa buona uscita da quindici mensilità a dieci. Però.
Il presidente Burlando: noi vorremmo lavorare, ma per tecnici e legali non possiamo