Corriere della Sera

Moto e auto, le tecno-nozze

L’alleanza Ducati-Audi prosegue con lo scambio di know how. L’ad Domenicali: «Ora abbiamo 40 mila ingegneri a disposizio­ne». E partono anche le sinergie con Lamborghin­i

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

I ragazzi del «Desi», il centro di addestrame­nto, posano per un selfie, Claudio Domenicali, amministra­tore delegato della Ducati sorride. Sperando un giorno di scovare fra questi 48 giovani un mago dei motori.

Studio e lavoro in azienda, un progetto firmato da Ducati e Lamborghin­i insieme alla Regione e al ministero dell’Istruzione per portare il modello tedesco di formazione in Italia, basato sull’alternanza fra aula e fabbrica. Due anni di percorso, una borsa di studio da 600 euro al mese e alla fine i migliori saranno presi. «Cresciamo da 5 anni (più di 45 mila moto nel 2014, ndr): assumeremo altre 50 persone» spiega Domenicali. Ma più che i volumi, qui conta la capacità di far leva sul blasone: «Non abbiamo target da raggiunger­e, ma la missione di sviluppare il marchio nel modo migliorare. I nostri non sono solo clienti, ma appassiona­ti. Dobbiamo dar loro prodotti diversi che mantengano lo spirito Ducati». Il pensiero va subito a un maxiscoote­r: « Non lo escludo, ma non è nel piano dei prossimi 5 anni. Se un giorno decidessim­o di costruirlo sarà in linea con la nostra filosofia». Il ritorno della Scrambler dimostra come l’azienda emiliana controllat­a dall’Audi, Claudio Domenicali, 49 anni, è in Ducati dal 1991. Oltre alle moto ama lo sci e le immersioni subacquee sia però aperta a nuove strade: « Il 90% di chi compra una Scrambler, non hai mai avuto una Ducati». Quasi un marchio a sé, che moltiplich­erà i modelli di qui al 2020. In tempi in cui le aziende italiane diventano prede — dalla Pirelli a Pininfarin­a — la Ducati ha fatto da apripista. Ma il matrimonio con i tedeschi, a sentire Domenicali, è amore vero.

Gli scambi ora riguardano anche la tecnologia: sulla nuova Multistrad­a c’è un sistema a doppia fasatura variabile di derivazion­e automobili­stica, mai visto prima su di una moto: «Avere a due ore di aereo di distanza 40 mila ingegneri fra Ingolstadt e Wolfsburg sposta i confini del fattibile. Abbiamo un’idea qui? La proponiamo: con Ulrich Hackenberg (responsabi­le della ricerca Audi, ndr) ci scambiamo sms di continuo». Ma il trasferime­nto funziona anche in direzione inversa: «Il gruppo Vw è interessat­o ai motori aspirati ad alte prestazion­i utilizzati per MotoGp e Superbike, le corse restano un banco di prova insostitui­bile».

Di tecnica Domenicali parla anche con Ferdinand Piech, il grande capo di Wolfsburg, il vero artefice dell’operazione Ducati, con una sterminata collezione in garage: «Ha voluto per sé l’ultimo esemplare della Panigale Superlegge­ra, il 500esimo». E l’altro Domenicali, Stefano — fra i due nessuna parentela—, l’ex team principal della Ferrari ingaggiato dai tedeschi? «Ci conosciamo da una vita. Lo sento spesso, è una fonte inesauribi­le di consigli».

 ??  ?? Il progetto «Desi» di Ducati (in alto, a sinistra: la fabbrica di Borgo Panigale) e Lamborghin­i (sopra, a destra: l’impianto di Sant’Agata Bolognese) coinvolge 48 studenti : prenderann­o il diploma e lavorerann­o per due anni, a 600 euro al mese
Il progetto «Desi» di Ducati (in alto, a sinistra: la fabbrica di Borgo Panigale) e Lamborghin­i (sopra, a destra: l’impianto di Sant’Agata Bolognese) coinvolge 48 studenti : prenderann­o il diploma e lavorerann­o per due anni, a 600 euro al mese
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