Moto e auto, le tecno-nozze
L’alleanza Ducati-Audi prosegue con lo scambio di know how. L’ad Domenicali: «Ora abbiamo 40 mila ingegneri a disposizione». E partono anche le sinergie con Lamborghini
I ragazzi del «Desi», il centro di addestramento, posano per un selfie, Claudio Domenicali, amministratore delegato della Ducati sorride. Sperando un giorno di scovare fra questi 48 giovani un mago dei motori.
Studio e lavoro in azienda, un progetto firmato da Ducati e Lamborghini insieme alla Regione e al ministero dell’Istruzione per portare il modello tedesco di formazione in Italia, basato sull’alternanza fra aula e fabbrica. Due anni di percorso, una borsa di studio da 600 euro al mese e alla fine i migliori saranno presi. «Cresciamo da 5 anni (più di 45 mila moto nel 2014, ndr): assumeremo altre 50 persone» spiega Domenicali. Ma più che i volumi, qui conta la capacità di far leva sul blasone: «Non abbiamo target da raggiungere, ma la missione di sviluppare il marchio nel modo migliorare. I nostri non sono solo clienti, ma appassionati. Dobbiamo dar loro prodotti diversi che mantengano lo spirito Ducati». Il pensiero va subito a un maxiscooter: « Non lo escludo, ma non è nel piano dei prossimi 5 anni. Se un giorno decidessimo di costruirlo sarà in linea con la nostra filosofia». Il ritorno della Scrambler dimostra come l’azienda emiliana controllata dall’Audi, Claudio Domenicali, 49 anni, è in Ducati dal 1991. Oltre alle moto ama lo sci e le immersioni subacquee sia però aperta a nuove strade: « Il 90% di chi compra una Scrambler, non hai mai avuto una Ducati». Quasi un marchio a sé, che moltiplicherà i modelli di qui al 2020. In tempi in cui le aziende italiane diventano prede — dalla Pirelli a Pininfarina — la Ducati ha fatto da apripista. Ma il matrimonio con i tedeschi, a sentire Domenicali, è amore vero.
Gli scambi ora riguardano anche la tecnologia: sulla nuova Multistrada c’è un sistema a doppia fasatura variabile di derivazione automobilistica, mai visto prima su di una moto: «Avere a due ore di aereo di distanza 40 mila ingegneri fra Ingolstadt e Wolfsburg sposta i confini del fattibile. Abbiamo un’idea qui? La proponiamo: con Ulrich Hackenberg (responsabile della ricerca Audi, ndr) ci scambiamo sms di continuo». Ma il trasferimento funziona anche in direzione inversa: «Il gruppo Vw è interessato ai motori aspirati ad alte prestazioni utilizzati per MotoGp e Superbike, le corse restano un banco di prova insostituibile».
Di tecnica Domenicali parla anche con Ferdinand Piech, il grande capo di Wolfsburg, il vero artefice dell’operazione Ducati, con una sterminata collezione in garage: «Ha voluto per sé l’ultimo esemplare della Panigale Superleggera, il 500esimo». E l’altro Domenicali, Stefano — fra i due nessuna parentela—, l’ex team principal della Ferrari ingaggiato dai tedeschi? «Ci conosciamo da una vita. Lo sento spesso, è una fonte inesauribile di consigli».