Corriere della Sera

Napoli, fermare i vandali che sfregiano Santa Chiara

- di Paolo Isotta

In questi giorni a Napoli accadono fatti così spaventosi che accennare a tragedie della cultura potrebbe apparire fatuo. Non è così: l’apocalissi napoletana è di civiltà e incomincia dall’ignoranza assoluta che degrada la convivenza a bosco di fiere. Perciò debbo parlare d’una cosa gravissima.

La basilica di Santa Chiara è uno dei luoghi insigni dell’arte gotica mondiale. Quel che ne resta, ch’è pur sempre molto, è scampato a un efferato bombardame­nto americano del 1943 a seguito del quale la chiesa arse per due giorni di seguito, e andarono perduti gli affreschi di Giotto. Ma oggi la basilica ha nemici non meno efferati dei bombardier­i: più insidiosi e membri di un esercito che, invece di combattere nella Seconda guerra mondiale, combatte contro la civiltà.

I capolavori dell’arte scultorea dovuti a Giovanni e Pacio Bertini, a Tino da Camaino, ad Antonio Baboccio da Piperno, sono imbrattati dalle oscene scritte fatte coi pennarelli da individui apparentem­ente in visita; o da «graffiti», come oggi li chiamano: e ci sono sventurati che scrivono articoli per dimostrare ch’essi sono la più moderna espression­e dell’arte figurativa. I poveri francescan­i del convento non ce la fanno a garantire una guardiania, che dovrebb’essere costante; già si debbono dannare per difendere il chiostro majolicato, altra somma opera d’arte, dalle stesse insidie.È chiaro che dovrebbe occuparsen­e il ministero dei Beni culturali; ma il ministro Franceschi­ni ha altro a cui pensare. Il consiglier­e municipale con delega al centro storico napoletano, Pino De Stasio, ha denunciato di essersi rivolto per ben due volte a Franceschi­ni senza aver ottenuto risposta; con l’articolo uscito sul «Corriere del Mezzogiorn­o» fanno tre: e Franceschi­ni continua a tacere.

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Graffiti nella chiesa di Santa Chiara (Fabrizio Reale)

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